venerdì 27 settembre 2013

28 settembre 2013

CUBA, RINASCE LO SPORT PROFESSIONISTICO: ERA STATO ABOLITO NEL 1959



A Cuba è cambio di rotta nel mondo dell'agonismo sportivo. Il governo sta preparando una nuova riforma dello sport: dopo l'autorizzazione dei contratti all'estero per i giocatori di baseball, decisa a luglio, ora la decisione si estenderà agli atleti di ogni disciplina, che potranno inoltre conservare l'80% dei premi che otterranno in gare svoltesi fuori dall'isola. La misura è contenuta in un accordo già esaminato dal consiglio dei ministri ma non ancora reso noto pubblicamente, secondo quanto riporta oggi Granma, organo ufficiale del Partito Comunista Cubano (Pcc), l'unico giornale esistente nell'isola. Senza mai riferirsi alla riforma come un ritorno allo sport professionistico, abolito dopo la rivoluzione del 1959, il quotidiano si limita ad indicare che in futuro gli atleti cubani riceveranno una retribuzione che «dipenderà dai risultati ottenuti nello sport che praticano», quando finora ricevevano solo lo stipendio per il lavoro al di fuori dello sport. Inoltre, gli atleti potranno sottoscrivere contratti all'estero, anche se attraverso la mediazione dell'Istituto nazionale dello Sport, che garantirà che «non siano trattati come merce». Via libera, in ogni caso, allo sport retribuito anche per i campioni di pallavolo, pugilato e atletica leggera, discipline che a Cuba vantano molti praticanti.
LA DIVISIONE DEI COMPENSI - Ma la vera novità di questa riforma sta tutta nel fatto che i premi ottenuti dagli atleti in competizioni internazionali (ad esempio, i Mondiali di atletica) «saranno consegnati totalmente ai protagonisti, con l'80% per gli atleti, il 15% per gli allenatori e il 5% per gli altri componenti dello staff». Finora gli atleti potevano trattenere soltanto il 15%. Cuba affronta da tempo un serio problema di diserzione dei suoi campioni, specie in discipline come baseball, atletica, pugilato e pallavolo, che fuggono dal Paese, a volte con mezzi di fortuna oppure «eclissandosi» durante le varie manifestazioni, attratti da contratti negli Stati Uniti o in Europa che prevedono retribuzioni ben più alte di quelle casalinghe.
IL CASO IGLESIAS - L'ultimo caso noto è quello di Raciel Iglesias, giovane speranza 23enne del baseball cubano che, secondo il sito web cubano di Miami CafèFuerte, è fuggito dall'isola lo scorso fine settimana: se la sua defezione fosse confermata, si tratterebbe della quarta diserzione di un giocatore della nazionale cubana di baseball quest'anno. Proprio per evitare il ripetersi di questi episodi è stato ora stabilito che, in un Paese dove uno stipendio medio mensile equivale a 20 dollari, i giocatori delle varie squadre di baseball, lo sport più popolare nell'isola caraibica, ricevano un salario pari a circa 200 dollari, ovvero dieci volte di più della media nazionale. In più, alla prima classificata nel campionato nazionale andrà un premio di 2700 dollari da dividersi fra la squadra, mentre 1.875 andranno ai secondi. Ogni medaglia olimpica, di qualsiasi disciplina, andrà un fisso di 1500 pesos (circa 62 dollari) mensili, più altre somme in base ai risultati nelle altre gare. Insomma, anche se non viene detto chiaramente, da oggi a Cuba rinasce ufficialmente lo sport professionistico.

Da Il Corriere Della Sera

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