mercoledì 27 febbraio 2013

27 febbraio 2013

E' morto Hessel, scrisse "Indignatevi!" Venti pagine nell'edizione francese, che diventarono un caso editoriale in tutto il mondo. "Dov'è finita la vostra voglia di giustizia?". Partigiano, partecipò alla stesura della "Dichiarazione dei diritti dell'uomo" PARIGI - Con il suo libro, diede il nome al movimento degli indignati. E' morto a Parigi lo scrittore Stephane Hessel, aveva 95 anni. Diventò celebre in tutto il mondo proprio per il pamphlet "Indignatevi!" tradotto e venduto ovunque. Ma Hessel aveva una lunga vita da protagonista da raccontare. Da combattente per la libertà e per i diritti umani. Il presidente del parlamento Europeo, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, lo ha ricordato, definendolo un "grande europeista". Il libro. 'Indignez-vous! (tradotto in italiano da Add editore) uscì in Francia nell'ottobre 2010, pubblicato da Indigene Editions, una piccola casa editrice di Montpellier, come scrive l'agenzia Adn-Kronos. Il pamphlet di una ventina di pagine nella sola edizione francese nel gennaio successivo aveva già venduto 700.000 copie. Il libretto ha avuto grande successo in tutto il mondo contribuendo anche alla nascita e all'affermazione del movimento giovanile degli Indignados. Nel pamphlet liberatorio e corrosivo, Hessel si chiese dove sono i valori tramandati dalla Resistenza, dov'è la voglia di giustizia e di uguaglianza, dov'è la società del progresso per tutti. Forte dello straordinario successo guadagnato in poco tempo, Hessel ha pubblicato nel 2011 un altro pamphlet "Engagez-vous!" ("Impegnatevi!", tradotto in italiano da Salani), stampato da una casa editrice di media grandezza, le Editions de l'Aube: un appello alle giovani generazioni "a rivoltarsi e a impegnarsi". La sua vita. Prigioniero durante la seconda guerra mondiale, riuscì ad evadere e a raggiungere il generale De Gaulle a Londra e partecipare così alla Resistenza. Inviato in Francia nel 1944, fu arrestato e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald, dove nascose la sua identità per sfuggire all'impiccagione. Evase di nuovo, venne catturato, ma saltò da un treno e riuscì ad unirsi alle truppe americane. Dopo la liberazione lavorò come diplomatico al Segretariato generale dell'Onu: collaborò con Renè Cassin e partecipò alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (1948). Nato a Berlino il 20 ottobre 1917 da una famiglia ebrea (ma in parte convertita al luteranesimo), Stephane Hessel arrivò in Francia nel 1925. La madre pittrice ispirò il personaggio di Catherine nel film "Jules e Jim", la storia di una donna amata da due amici che il regista François Truffaut portò sullo schermo a partire dal romanzo autobiografico di Henri-Pierre Rochè. Il padre Franz, che nel romanzo di Rochè ispirò il personaggio di Jules, fu scrittore e traduttore, fra l'altro di Marcel Proust, ed amico di Walter Benjamin. Naturalizzato francese nel 1937, diplomato all'Ecole Normale Superieure di Parigi nel 1939, Hessel seguì i corsi del filosofo Maurice Merleau-Ponty e poi di Jean-Paul Sartre e quindi iniziò la carriera diplomatica, interrotta dalla guerra. Nominato "Ambasciatore di Francia" da François Mitterrand nel 1981, Hessel ha consacrato gli anni della pensione alla militanza in favore dei sans-papiers e della causa palestinese, aderendo alla campagna per il boicottaggio dei prodotti israeliani, suscitando vivaci discussioni. Nel 2006 è stato nominato Grand'Ufficiale della Legion d'onore della Repubblica francese. In tutta la sua vita non ha mai trascurato l'impegno politico diretto, sostenendo il Partito socialista francese e nel 2009 si presentò nella lista di Europa Ecologia alle elezioni per il Parlamento europeo.

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