mercoledì 20 aprile 2011

9 maggio, Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi


Il presidente della Repubblica dopo i manifesti affissi a Milano: “Intollerabile offesa”


Ricordiamo chi ha pagato con la vita la lealtà alle istituzioni repubblicane

Il testo della lettera del presidente Giorgio Napolitano al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti.

Sto con il presidente Napolitano

Il prossimo 9 maggio si celebrerà al Quirinale il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. Quest’anno, il nostro omaggio sarà reso in particolare ai servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane. Tra loro, si collocano in primo luogo i dieci magistrati che, per difendere la legalità democratica, sono caduti per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche. Le sarò perciò grato se - a mio nome - vorrà invitare alla cerimonia i famigliari dei magistrati uccisi e, assieme, i presidenti e i procuratori generali delle Corti di Appello di Genova, Milano, Salerno e Roma, vertici distrettuali degli uffici presso i quali prestavano la loro opera Emilio Alessandrini, Mario Amato, Fedele Calvosa, Francesco Coco, Guido Galli, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Vittorio Occorsio, Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione”.

“La scelta che oggi annunciamo per il prossimo Giorno della Memoria costituisce anche una risposta all’ignobile provocazione del manifesto affisso nei giorni scorsi a Milano con la sigla di una cosiddetta “Associazione dalla parte della democrazia”, per dichiarata iniziativa di un candidato alle imminenti elezioni comunali nel capoluogo lombardo. Quel manifesto rappresenta, infatti, innanzitutto una intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle BR, magistrati e non. Essa indica, inoltre, come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull’ amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti”.

Giorgio Napolitano


Un Paese senza memoria è perduto
I MAGISTRATI VITTIME DEL TERRORISMO

Emilio Alessandrini
Sostituto procuratore a Milano, 36 anni. Ucciso a Milano da Prima linea il 29 gennaio 1979, pochi istanti dopo aver lasciato il figlio a scuola.


Mario Amato
Sostituto procuratore della Repubblica a Roma, 42 anni, ucciso a Roma il 23 giugno 1980 dai Nar. Colpito mentre aspettava l’autobus.


Fedele Calvosa
Procuratore di Frosinone, 59 anni. Ucciso a Patrica dalle Formazioni comuniste combattenti l’8 novembre 1978. Con lui muoiono l’autista del ministero Luciano Rossi, 24 anni, e Giuseppe Pagliei, 29 anni, agente di scorta.


Francesco Coco
Procuratore generale di corte d’appello a Genova, 67 anni. Ucciso dalle Br l’8 giugno 1976. Nell’agguato muoiono anche l’agente Giovanni Saponara e l’appuntato dei carabinieri Antioco Deiana, 30 anni

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Guido Galli
Giudice istruttore a Milano, 47 anni. Ucciso da Prima linea il 19 marzo 1980. Colpito alla schiena, fu giustiziato con due colpi alla nuca.


Nicola Giacumbi
Procuratore capo della Repubblica a Salerno, 51 anni. Ucciso il 16 marzo 1980 dalle Br. Aveva rifiutato la scorta per non mettere a rischio altre vite umane.


Girolamo Minervini
Direttore generale degli istituti di prevenzione e pena, 61 anni. Ucciso a Roma dalle Br il 18 marzo 1980. Era in autobus, senza scorta.


Vittorio Occorsio
Sostituto procuratore a Roma, 47 anni. Ucciso da Ordine nuovo il 10 luglio 1976. Colpito mentre si recava in ufficio sulla sua auto

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Riccardo Palma
Capo dell’ufficio VIII della Direzione generale degli istituti di prevenzione e pena, ucciso a Roma dalle Br il 14 febbraio 1978. Aveva 62 anni. Uscito di casa, stava raggiungendo l’auto.


Girolamo Tartaglione
Direttore generale degli Affari penali, 67 anni, ucciso a Roma dalle Br il 10 ottobre 1978. Fu raggiunto da due colpi alla nuca sulle scale di casa.

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