lunedì 20 luglio 2009

20 luglio 2009

Ciao amici,vi riporto un pezzo di un bellissimo articolo scritto da Emanuela Audisio sulla Repubblica di sabato 18 luglio;.....un articolo che mi ha fatto ricordare molte cose e che mi ha fatto fare profonde riflessioni.
.....Ad allenare il suo talento all'inizio era sempre una donna, Yu Fen, ct di allora, scaricata dalla federazione ,perchè chiedeva più libertà per i suoi atleti. E sopratutto perchè voleva costruire un'altra via cinese allo sport. Ora è allenatrice all'università di Tsinghua. E' lei che nel '92 a barcellona portò al successo Fu Mingxia, la prima a vincer4e tre olimpiadi consecutive. Fu Mingxia a 9 anni era arrivata a pechino da wuhuan. Per correggere un difetto alle ginocchia era costretta a sedersi e a stendere le gambe su un'altra sedia, mentre un tecnico ci si sedeva sopra.
Yu Fen non allena più la nazionale, perchè non condivide più certe scelte, lei conosce il problema di Zhou Luxin: Da quando non lavora più con me,non riesce ad avere una testa vincente. Non è mica un robot. Quello che ho detto ai nostri vertici è che non si può vivere di solo sport, io ho tre master, e sostengo che negli atleti va rafforzata la parte mentale.La disciplina va bene, ma non è tutto. Bisogna seguirli nelle trasformazioni, incoraggiarli a formarsi una personalità, non censurarli come bambini. Se sei consapevole, sei attrezzato. Per tuffarsi e vincere ci vuole fiducia estrema in se stessi, un corpo con muscoli reattivi, addominali strepitosi, e una frequentazione nella ginnastica. In più fare l'atleta in Cina non è facile, devi stare sempre in gruppo, non fare nulla per distinguerti, se non nella gara. Piangeva anche Fu Mingxia, che era come una figlia per me. Ma io davanti alle lacrime continuo a rispondere sempre nello stesso modo: vi sacrificate oggi, per avere successo domani.Magari ne vale la pena.
Però quando vedrete Zhou Luxin sulla piattaforma cercate di fare un sorriso. Lui a roma si tuffa in futuro che non c'è più, se perde anche questi mondiali rischia di uscirre di squadra. La Cina non ammette che si scivoli giù, a 55 chilometri orari, pensando magari alla vita.
Ciao amici.

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