venerdì 22 febbraio 2019

22 Febbraio 2019

Salamaleco amici, un saluto da Kuwait City. Al rientro dall’allenamento di Bonn abbiamo partecipato ai Campionati arabi under 17 e under 20. Purtroppo anche l’edizione giovanile, come quella assoluta, ha visto l’assenza degli schermidori migliori provenienti da Egitto, Tunisia e Algeria; un vero peccato che la confederazione araba non riesca a crescere dal punto di vista della collaborazione, impedendo cosi’ agli schermidori di poter svolgere  delle competizioni migliori dal punto di vista tecnico. Per me e’ un grosso problema, oramai la stagione under 20 e’ finita e in due anni abbiamo partecipato ad una sola gara under 17 del circuito asiatico. Partecipare solo ai campionati asiatici e ai campionati del mondo under 20 senza prima poter far esperienze nelle gare di coppa under 20 o del fortissimo circuito europeo under 17 impedisce ai ragazzi kuwaitiani di creacere, di confrontarsi, di capire cos’e’ la scherma fuori dai confini del Golfo.
Abdulla ha vinto l’oro nella prova under 17 ed assieme ad Aziz, Hussein e Hamed ha conquistato l’argento dietro alla buona formazione del Qatar.
Ali ha vinto l’oro nella gara under 20 e Ahmed ha conquistato il bronzo. Assieme a Yasser e Abdulla abbiamo conquistato l’oro nella gara a squadre.
Tra pochi giorni partiremo per la Giordania per partecipare ai Campionati asiatici, Abdulla il cadetto che per il secondo anno consecutivo ha vinto i campionati arabi e che l’anno scorso fece due buone gare( 16 nei cadetti e 8 nei giovani) non e’ mai venuto ad allenarsi una volta finiti i campionati arabi.
Tutto il gruppo non e’ mai regolare nel seguire la scheda di allenamento, questo assieme ad altri problemi rende il percorso di crescita una montagna da scalare a piedi nudi.... si puo’ fare ma e’ difficile, molto difficile!!
Ciao

venerdì 25 gennaio 2019

25 Gennaio 2019

Ciao amici, un saluto da Bonn....chiudete gli occhi e ascoltate.

sabato 19 gennaio 2019

19 gennaio 2019

Ciao amici, un saluto da Bonn, siamo in allenamento nella cittadina tedesca; per i nostri ragazzi si tratta di un grande possibilita‘, poter incrociare le lame con la nazionale giovanile e senior tedesca.
Io , Yasser e Khaled siamo arrivati direttamente da Parigi dove abbiamo partecipato alla gara di coppa del mondo Senior. Khaled e‘ uscito in girone conquistando una sola vittoria . Credo abbia pagato, oltre al suo ” ritardo” tecnico anche il fatto che nelle ultime due settimaane non si sia completamente allenato visto che era ad Alessandria per sostenere sessioni d‘esame per il Master. Purtroppo non ha una conoscenza tale e sensazioni schermistiche che gli possano permettere di non allenarsi per piu‘ giorni. Yasser nel girone ha conquistato 3 vittorie e 3 sconfitte, ancora non riesce a fare in pedana( sopratutto nei match a 5 stoccate) cio‘ sul quale stiamo lavorando. Sono contento del match che ha fatto nel tabellone dei 256 contro un fiorettista danese( sono in grossa crescita, a squadre hanno perso dalla Russia 45/43....) , durante le tre manche ha avuto il tempo di capire e di sentire certe sensazioni riuscendo a vincere 15a12. Anche nel secondo match con il francese Roger, Yasser mi ha fatto vedere delle cose positive e fino al 9/8 e‘ stato assolutamente nel match, purtroppo 3 attacchi eseguiti automaticamente alla massima velocita‘ senza sentire tempo e misura gli hanno fatto subire 3 parate e risposte che hanno in pratica chiuso il match.
Abbiamo partecipato anche alla gara a squadre grazie alla presenza del Dr. lucci un ragazzo Kuwaitiano che faceva scherma anni fa e che ora vive e lavora in Francia e a Taqui, un ragazzo under 20 che studia negli USA e che e‘ venuto in europa per partecipare ad alcune gare( a udine under 20 e‘ uscito in girone con tutte sconfitte, lo stesso a fatto a Parigi, spero per lui che questo weekend ad Aix en Provence per la gara under 20 possa migliorare), forse sarebbe stato meglio fosse venuto qui a Bonn con noi, anche per poterne fare conoscenza anche a livello tecnico per poi magare organizzare qualche sue presenza alle gare con la squadra Kuwaitiana.
Abbiamo perso il primo match dalla Cina 45/19, mi dispiace molto per i ragazzi ma la conoscenza tecnica e il bagaglio d‘esperienza e‘ ancora molto distanze dalle nazione evolute schermisticamente.
Nelle ultime settimane Ali, il ragazzo che aveva vinto i campionati arabi senior e che si allenava assieme a Yasser a Khaled se ne e‘ andato negli Usa per completare i suoi studi in Psicologia; condivido pienamente la sua scelta di vita, ma chiaramente mi dispiace aver perso un bravissimo ragazzo e uno schermidore che stava mettendo il massimo impegno per cercare di progredire nello sport che ama.
Ciao

giovedì 3 gennaio 2019

3 Gennaio 2019

Altro che Koulibaly, siamo più razzisti di quanto pensiamo. E il test che ho fatto lo dimostra


Blog di : Alberto Marzocchi
Da Il Fatto Quotidiano

Lo confesso: da piccolo tifavo Juve. Il 16 maggio del 1998 avevo otto anni e mio papà mi portò allo stadio di Bergamo per vedere, dal vivo, la mia prima partita di calcio. L’Atalanta giocava per la salvezza mentre i bianconeri avevano già vinto il campionato (sì, la scelta di mio padre, col senno di poi, non si rivelò molto saggia). Segnò su rigore Nicola Caccia, poi nella ripresa pareggiò, con una girata al volo da appena dentro l’area, Daniel Fonseca. Da quel momento dalla curva Nord iniziò a piovere di tutto: arance, monete, bengala. La polizia entrò in campo in tenuta antisommossa e dai pali difesi da Angelo Peruzzi sparò i lacrimogeni in direzione degli ultrà atalantini per disperderli. Io ero, letteralmente, terrorizzato. La partita venne sospesa per 13 minuti ma mio papà – questa volta più saggiamente – appena capì che aria tirava (complici le bestemmie e gli insulti che uscivano dalla bocca dei distinti signori alle nostre spalle) decise che era meglio tornare a casa.
Quella fu la mia ultima volta in uno stadio. Continuai a seguire il calcio fino alle prime avvisaglie dello scandalo Calciopoli. Dopodiché, schifato, mollai Del Piero e pallone. E lo feci non solo per il marciume degli illeciti sportivi e dei numerosi casi di calcioscommesse. Lo feci, anche, per la matrice violenta che permea la cultura (?) del tifo. Lo dico subito: chi dà del “coglione” a una persona sbaglia. Chi dà del “coglione” a un direttore di gara o a un giocatore sbaglia. E la giustificazione che sento sempre – “sì, ma tanto è allo stadio, ci sta” – non la condivido. Per me non ha senso. Perché esistono sport in cui tutti tifano per tutti (lo sci, il ciclismo, tanto per fare due esempi) o Paesi in cui sugli spalti le persone sono in grado di godersi lo spettacolo con un sorriso e, al limite, urlano “difesa, difesa” alla propria squadra e fischiano quella avversaria col solo intento di distrarla?
Il giorno successivo alla partita Inter-Napoli e alla vicenda dei buu a Kalidou Koulibaly, chiesi per scherzo a un collega, che era stato a San Siro, se si fosse unito ai cori razzisti: “No, ma a quelli contro il Napoli sì”. Ecco, sarò pure radicale, fuori moda, moralista, ma a me nemmeno i cori “contro il Napoli” piacciono. Perché, provo a indovinare, il passo da “squadra di m…” a “Vesuvio lavali col fuoco” è brevissimo. Specialmente nella testa di chi non ha gli strumenti per distinguere lo sfottò dall’insulto razzista (penso ai più giovani) o in quella di chi, nell’insulto razzista, ci sguazza con piacere: a Torino, pochi anni fa, conobbi un gruppetto di neofascisti, istruiti (doppia laurea o giù di lì), a cui del calcio non fregava nulla. Ma che si presentava allo stadio coi tirapugni. E che, quando l’Auxilium (la squadra di pallacanestro della città) guadagnò la promozione in A, fantasticavano di sostituire la tifoseria organizzata gialloblù con gruppi di ultrà juventini. Che, di nuovo, del basket non capivano nulla.
Koulibaly è solo l’ultimo caso tra i tanti (Marc Zoro, in Inter-Messina di 13 anni fa, fece scuola, ma anche Eto’o, Muntari, Boateng negli anni successivi). Il giorno dopo Inter-Napoli, tutti a strapparsi le vesti e a dire “la prossima volta ci fermiamo”, “stiamo con Ancelotti”, “siamo antirazzisti” e così via. Di soluzioni concrete e drastiche, però, nemmeno l’ombra, visto che politicamente pare non sia conveniente usare il pugno duro con tifosi violenti e società. Nelle stesse ore la nave Sea Watch, con a bordo 32 persone – persone, come Koulibaly – tra cui quattro donne, quattro minori non accompagnati e tre bambini, vagava per il Mediterraneo alla ricerca di un porto in cui attraccare (mentre scrivo, la situazione non è cambiata e, nell’indifferenza generale, pochi ne parlano). Nessuno, o quasi, si è strappato le vesti. Questo perché è più facile farlo per un ragazzo che vediamo in tv e che prende 3,5 milioni di euro all’anno e, soprattutto, perché siamo più razzisti di quanto crediamo.
E ora vi porto la mia piccola, parziale, ma significativa esperienza. Ho cercato di capire cosa succede se a cercare casa, nella moderna e accogliente Milano, è un ragazzo africano. Su suggerimento di una collega, abbiamo scelto in redazione lo youtuber Tay Vines. Tay viene dal Togo, ha 26 anni ed è in Italia da otto. Parla italiano molto bene, ha mezzo milione di follower su Facebook e quasi 300mila iscritti sul suo canale, una fidanzata, sogna di fare l’attore (comico) e quando giravamo per le strade di Milano, con la telecamera nascosta, è capitato più di una volta che venisse fermato dai giovani per un selfie. Insomma, oltre a essere perfettamente integrato nella nostra società, Tay è anche un idolo tra chi bazzica social e Internet.
Insieme abbiamo fatto un esperimento: a turno, abbiamo telefonato ai privati che offrivano la propria abitazione in affitto. Poi, sempre a turno, ci siamo rivolti alle agenzie immobiliari. Ebbene, dove lui riceveva dei “no, la casa è già occupata”, io trovavo le porte spalancate: “Quando fissiamo l’appuntamento?”. Pure lui, che ho scoperto essere un ineffabile ottimista, ha dovuto ricredersi. Dopo i primi “no” nelle agenzie, uscendo mi diceva: “Magari non aveva davvero nessuna casa da proporre”. Verso la fine dell’esperimento, esasperato, mi confidava: “Certo che qui mi guardavano proprio male! Ho capito da subito che un alloggio non me lo avrebbero mai dato”. E così è stato.

La cosa che però mi ha sorpreso, nel corso del test, sono stati gli atteggiamenti discriminatori – razzisti – nei confronti dei meridionali. Un signore dal buon eloquio, testualmente: “C’è una ragazza napoletana che viene a vedere la casa con la mamma. Sembrano affidabili, ma sa come sono questi napoletani… preferisco dare la casa a lei”. Una signora, invece, mi ha chiesto via Whatsapp di quale regione fossi. Una domanda che non denota curiosità disinteressata (a differenza di “da quale città vieni?”, che è un interrogativo più preciso) ma che data la sua genericità, secondo me, sottende un grande pregiudizio: se vieni dalle regioni che io reputo buone, ok; se vieni da quelle cattive, invece, non vai più bene.
Siamo diventati più razzisti? Lo siamo sempre stati? Io, a queste domande, non so rispondere. Ciò che vedo è una società che vive, da anni, un profondo scollamento tra chi sta bene (pochi) e chi non sta bene come un tempo (la maggior parte). E la rabbia di questi ultimi, spesso, trova una risposta, catartica, nello scontro. Lo scontro dei penultimi contro gli ultimi.


mercoledì 2 gennaio 2019

2 gennaio 2019

Salamaleco amici, auguri di buon anno. e’ molto tempo che non vi scrivo e sono successe tante cose per quanto riguarda il mio lavoro. In questa mia seconda stagione alla guida del fioretto maschile kuwaitiano speravo che il progetto decollasse dal punto di vista programmatico e finanziario, invece siamo assolutamente fermi e per alcuni aspetti siamo addirittura peggiorati rispetto alla prima stagione. Nel programma che avevo presentato ai miei dirigenti prima della fine della scorsa stagione avevo inserito la partecipazione alle gare satellite di inizio anno per avere un impatto meno difficile per i nostri Senior e far fare delle buone esperienze ai cadetti e agli under 20....risultato?? Nessuna gara satellite!!! Perche’??? Non lo so, o almeno uno dei motivi e’ che il Ministero dello sport non supporta il progetto del fioretto . Ho continuato a lavorare seguendo la mia filosofia, molte volte alla settimana facciamo la doppia seduta( cosa incredibile in Kuwait....) i ragazzi, o almeno coloro che sono animati da vera passione, mi seguono con grande voglia e impegno... ma motivarli diventa sempre piu’ complicato!!! Abbiamo partecipato a Manila ai campionati asiatici under 20, una edizione un po’ povera dal punto di vista tecnico, ma comunque abbiamo conquistato l’argento a squadre, dietro Honk Kong.... e un cadetto ha conquistato il bronzo nella gara del circuito under 17 asiatico.... risultato??  Due settimane dopo a Bonn per la gara di coppa del mondo assoluta individuale e a squadre siamo andati a spese nostre!!! Avevo preparato un progetto per gli under 17 e under 20 per partecipare alle gare di coppa del mondo per permettere loro di fare esperienze, per evitare di fare lo strsso errore che e’ stato fatto mel passato dove quasi tutti i Senior non hanno mai fatto gare cadette o giovani fuori dal mondo arabo... risultato??? Non ci sono soldi dal Ministero per il progetto giovanile... zero gare!!! Forse verranno pagati i campionati asiatici, i mondiali under 17 e under 20 dove, se andremo, saremo completamente senza il minimo livello di esperienza!!! Circa un mese fa abbiamo partecipato ai campionati Arabi Senior a Tunisi, ho detto alla federazione che sarebbe stato meglio spendere quei soldi in qualche allenamento internazionale e in qualche gara, ma mi hanno risposto che il budget arrivava dal Ministero e che doveva essere speso per questa gara, che comunque sarebbe stato importante fare bene per avere altri fondi....nella gara individuale abbiamo vinto l’oro e i due bronzi e nella gara a squadre abbiamo vinto l’oro; abbiamo fatto cio’ che potevamo fare.... risultato a Parigi e a Torino, le prossime due gare io e i ragzzi andremo a spese nostre. Io lo faccio per non abbandonare i ragazzi, per cercare di aiutarli e per rimanere aggiornato, ma il senso di frustrazione e’ sempre piu’ grande nei ragazzi. Ali , la medaglia d’oro  ai campionati arabi, se ne e’ andato negli Usa a studiare per fare il test d’ingresso per una universita’, l’ultimo giorno e’ venuto a salutarmi e mi ha detto.... avrei voluto restare almeno fino al 2020 ma come posso allenarmi due volte al giorno, cercare di migliorare, avere un sogno se poi la nostra organizzazione sportiva non ci aiuta.... cosa potevo dirgli??? Nulla, solo fai bene, vai e costruisciti un futuro.Abdulla il cadetto con buone qualita’ non viene in palestra da Manila, che e’ stata quasi due mesi fa!!!
Lavoro ogni giorno con grande passione e piacere, ma mi rendo conto che ogni giorno devo ricominciare da zero!!
Non capisco perche’ il Ministero non supporti il progetto del fioretto che la federazione ha voluto impostare prendendomi... evidentemente ci sono cose che esulano dalla mia comprensione.
Questo perido cosi difficile dal punto di vista professionale, mi aiutera’ sicuramente a migliorare e a trovare ogni giorno strade diverse per cercare di risolvere i problemi che trovo in questa esperienza nel mondo arabo.
Un caro saluto e ancora Buon Anno!!!