martedì 10 dicembre 2013

11 dicembre 2013

«È tutto pronto»: nuova frase di Riina mette
a rischio trasferta milanese di Di Matteo

Altri frammenti di conversazione sbobinati dalla Dia e inviati con urgenza al ministro dell'Interno Alfano: mercoledì il magistrato dovrebbe essere nel capoluogo lombardo.



PALERMO - Ore e ore di conversazione intercettate. E un'altra, l'ennesima, frase intimidatoria pronunciata dal boss Totò Riina nel carcere di Opera: «È tutto pronto, e lo faremo in modo eclatante». Per gli investigatori della Dia il padrino corleonese, mentre parla con un boss della Sacra Corona Unita, si riferisce al pm Nino Di Matteo, o meglio all'attentato che Cosa Nostra starebbe preparando per fermare il magistrato che indaga sulla presunta trattativa Stato-mafia. Come riporta stamane Il fatto quotidiano, questa frase sarebbe stata captata venerdì scorso dagli investigatori che stanno sbobinando le intercettazioni di Riina. Parole, quelle del boss, che farebbero pensare che il progetto di attentato al magistrato sia giunto a una fase esecutiva. È per questo che la notizia è stata comunicata subito alle Procure di Palermo e a quella di Caltanissetta, che indaga sulle intimidazioni al pm. E potrebbe far saltare la trasferta milanese del pm in programma per domani, mercoledì.
DA ALFANO - Sabato scorso i vertici dei due uffici giudiziari si sono riuniti e hanno deciso di rivolgersi al ministro dell'Interno Angelino Alfano, che li ha ricevuti domenica. Come prevede la legge in casi eccezionali, i magistrati hanno consegnato al ministro le intercettazioni di Riina: il codice di procedura penale stabilisce infatti che l'autorità giudiziaria possa trasmettere copie di atti di procedimenti penali e informazioni al ministro dell'Interno ritenute indispensabili per la prevenzione di delitti per cui è obbligatorio l'arresto in flagranza. Nella frase sentita venerdì Riina, che in un'altra conversazione aveva anche detto al boss della Sacra Corona Unita riferendosi a Di Matteo «tanto deve venire al processo», non farebbe riferimenti specifici a Milano, dove il pm è atteso per raccogliere una deposizione del pentito Giovanni Brusca. Ma la trasferta nel capoluogo lombardo è stata organizzata ed è nota da settimane, quindi ci sarebbe stato tutto il tempo di mettere in piedi eventuali atti intimidatori. Inoltre le condizioni di sicurezza dell'aula bunker non sarebbero ritenute ottimali. Di Matteo è già sottoposto a protezioni di «livello 1 eccezionale»: nell'ultimo Comitato Nazionale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è svolto a Palermo alla presenza di Alfano, si è discusso anche di potenziare la vigilanza attraverso spostamenti in un Lince blindato e dotando la scorta del pm del bomb jammer, un dispositivo che neutralizza congegni usati per azionare esplosivi.È per questo motivo che la trasferta di domani potrebbe saltare:all'udienza saranno in ogni caso presenti il procuratore Francesco Messineo, l'aggiunto Vittorio Teresi e i sostituti Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene.
Da:  Il Corriere della Sera

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