domenica 28 aprile 2013
28 aprile 2013
Ciao amici, un saluto da Seoul, vi avevo scritto dell'allenamento con la nazionale francese, vi avevo scritto della mia speranza che qualcosa restasse del bagaglio d'esperienza vissuta.....nulla il vuoto piu' totale anche per questa gara. Sono state eliminate nel girone Oishi, Kawamura, Takahashi, Asano, Miyawaki, hanno superato il girone e sono approdate tra le 64 Sanada e Nishioka che questa mattina hanno perso il primo match.
Domani ci trasferiremo a Shanghai, il morale non e' certo alle stelle, sono molto preoccupato non riesco a trovare la strada.
Ciao
martedì 23 aprile 2013
lunedì 22 aprile 2013
23 aprile 2013
Ciao amici, con la seduta di questa mattina abbiamo finito l'allenamento con la Nazionale Francese; come tutte le esperienze internazionali, si è trattato di un ottimo lavoro, che ha permesso alle ragazze giapponesi di incrociare le lame con atlete tra le migliori al mondo. Mi auguro che un giorno le ragazze sappiano mettere a frutto queste bellissime esperienze. Un grazie sincero a tutta la squadra francese, per la loro disponibilità, educazione e simpatia.
Domani partiamo per le prove asiatiche di coppa del mondo; a Seoul e Shanghai cercheremo di continuare il processo di apprendimento che abbiano iniziato con la nuova Nazionale.
Ciao
22 aprile 2013
Napolitano bis, Funeral Party
di Marco Travaglio
La scena supera la più allucinata fantasia dei maestri dell’horror, roba da far impallidire Stephen King e Dario Argento. Il cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio e schiacciato dal peso di cricche e mafie, tangenti e ricatti, si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall’interno per non far uscire la puzza e i vermi. Tenta la mission impossible di ricomporre la decomposizione. E sceglie un becchino a sua immagine e somiglianza: un presidente coetaneo di Mugabe, voltagabbana (fino all’altroieri giurava che mai si sarebbe ricandidato) e potenzialmente ricattabile (le telefonate con Mancino, anche quando verranno distrutte, saranno comunque note a poliziotti, magistrati, tecnici e soprattutto a Mancino), che da sempre lavora per l’inciucio (prima con Craxi, poi con B.) e finalmente l’ha ottenuto.
E con una votazione dal sapore vagamente mafioso (ogni scheda rigorosamente segnata e firmata, nella miglior tradizione corleonese). Pur di non mandare al Quirinale un uomo onesto, progressista, libero, non ricattabile e non controllabile, il Pd che giurava agli elettori “mai al governo con B.” va al governo con B., ufficializzando l’inciucio che dura sottobanco da vent’anni. Per non darla vinta ai 5Stelle, s’infila nelle fauci del Caimano e si condanna all’estinzione, regalando proprio a Grillo l’esclusiva del cambiamento e la bandiera di quel che resta della sinistra (con tanti saluti ai “rottamatori” più decrepiti di chi volevano rottamare). La cosa potrebbe non essere un dramma, se non fosse che trasforma la Repubblica italiana in una monarchia assoluta e la consegna a un governo di mummie, con i dieci saggi promossi ministri e il loro programma Ancien Régime a completare la Restaurazione. Viene in mente il ritorno dei codini nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, con la differenza che qui non c’è stata rivoluzione né s’è visto un Napoleone.
Ma il richiamo storico più appropriato è Weimar, con i vecchi partiti di centrosinistra che nel 1932 riconfermano il vecchio e rincoglionito generale von Hindenburg, 85 anni, spianando la strada a Hitler. Qui per fortuna non c’è alcun Hitler all’orizzonte. Però c’è B., che fino all’altroieri tremava dinanzi al Parlamento più antiberlusconiano del ventennio e ora si prepara a stravincere le prossime elezioni e salire al Colle appena Re Giorgio abdicherà.
A meno che non resti abbarbicato al trono fino a 95 anni, imbalsamato e impagliato come certi autocrati, dagli iberici Salazar e Franco ai sovietici Andropov e Cernenko, tenuti in vita artificialmente con raffinate tecniche di ibernazione e ostesi in pubblico con marchingegni alle braccia per simulare un qualche stato motorio. Ieri, dall’unione dei necrofili di sinistra e del pedofilo di destra, è nato un regime ancor più plumbeo di quello berlusconiano e più blindato di quello montiano, perché è l’ultima trincea della banda larga che comanda e saccheggia l’Italia da decenni, prima della Caporetto finale. Prepariamoci al pensiero unico di stampa e tv, alla canzone mononota a reti ed edicole unificate. Ne abbiamo avuto i primi assaggi nelle dirette tv, con la staffetta dei signorini grandi firme che magnificavano l’estremo sacrificio dell’Uomo della Provvidenza e del Salvatore della Patria, con lavoretti di bocca e di lingua sulle prostate inerti e gli scroti inanimati delle solite cariatidi. Le famose pompe funebri.
Ps. Da oggi Grillo ha una responsabilità infinitamente superiore a quella di ieri. Non è più solo il leader del suo movimento, ma il punto di riferimento di quei milioni di cittadini (di centrosinistra, ma non solo) che non si rassegnano al ritorno dei morti morenti e rappresentano un quarto del Parlamento. A costo di far violenza a se stesso, dovrà parlare a tutti con un linguaggio nuovo. Senza rinunciare a chiamare le cose col loro nome. Ma senza prestare il fianco alle provocazioni di un regime fondato sulla disperazione, quindi capace di tutto.
Il Fatto Quotidiano, 21 Aprile 2013
sabato 20 aprile 2013
21 aprile 2013
Presidente della Repubblica: con Napolitano la partitocrazia si chiude nel bunker
di Peter Gomez
La candidatura di Giorgio Napolitano, 87 anni, alla presidenza della Repubblica certifica il comatoso delirio di onnipotenza in cui si trovano i partiti. Di fronte alla decomposizione economica e sociale del Paese una classe politica di nominati è capace solo di replicare lo status quo. In molti gridano al golpe. E non è difficile capire perchè.
I cittadini chiedevano il cambiamento: volevano nelle istituzioni uomini e idee nuove perché quelle vecchie avevano portato l’Italia alla deriva. Invece, dopo il Colle, ci sarà un governo con tutti dentro: seguendo il programma dei 10 saggi. Nessun taglio al finanziamento pubblico ai partiti, riforme contro giudici, stampa e intercettazioni. Niente colpi d’ala nell’economia.
A pretenderlo, dopo aver ottenuto il bacio della pantofola dai sedicenti leader che sono andati al Quirinale per imploralo, è stato Napolitano. Lo raccontano politici e cronisti. Lui tenta di negarlo. Ma sul sito della presidenza della repubblica l’oscena nota con cui il capo dello Stato accetta l’incarico compare accanto a un articolo de “La Stampa” del 14 aprile. Il titolo è significativo: “L’ultima domenica di Napolitano: ‘Non mi convinceranno a restare’”. Basta leggerlo per farsi un’opinione precisa di quanto valga la parola dell’uomo.
Così, Presidente del Consiglio sarà, con tutta probabilità, l’ex braccio destro di Bettino Craxi, Giuliano Amato. Mentre, come vice si parla già di Gianni Letta. O in alternativa di suo nipote Enrico assieme a Angelino Alfano. Ci sarà poi qualche tecnico che, a questo punto, ci si augura essere specializzato in porte blindate.
Il bunker in cui si asserraglia la partitocrazia – per colpa della follia del Pd e per la gioia di Silvio Berlusconi, unico momentaneo vincitore della partita – sarà assediato: dai cittadini.
C’è da augurarsi che almeno tra loro continui a prevalere la non violenza e il buon senso. Ma la minaccia che un esecutivo del genere duri per anni, assieme alla certezza che la recessione economica continuerà – a essere ottimisti – ancora molti mesi, non lascia presagire niente di buono.
Tenete i nervi saldi. Il peggio, purtroppo, deve ancora venire.
Ps (0re 21,23): Dopo la rielezione di Napolitano i cittadini, Sel e M5S hanno dimostrato buon senso. Le manifestazioni davanti a Montecitorio, a cui hanno partecipato tantissimi elettori Pd, sono state impressionanti, ma composte. Beppe Grillo ha chiesto “una protesta civile” e ha rimandato di ore il suo arrivo a Roma proprio proprio per evitare qualsiasi rischio. Nello sfascio delle istituzioni qualcosa che resiste per ora c’è: il senso dello Stato della maggioranza degli italiani. Il governissimo destinato a durare anni che il partiti hanno in mente, in queste condizioni, forse sarà molto più breve. O non sarà.
Diceva il Mahatma Ghandi: “Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere”. Ricordiamocene tutti. Con la non violenza ha liberato un parse.
giovedì 18 aprile 2013
19 aprile 213
Quirinale 2013: Bersani e il Pd, c’è della logica in questa follia?
di Peter Gomez
Più osservi Pierluigi Bersani nella corsa per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e più ti convinci che pure sul suicidio aveva ragione Voltaire. “Non che ammazzarsi sia sempre follia” scriveva nel ’700 il filosofo francese, “Ma in genere non è in un eccesso di ragione che ci si toglie la vita”.
E così ha fatto anche il futuro ex segretario del (futuro ex?) Pd. Sprezzante della logica, delle richieste degli elettori (i suoi) e di un pezzo importante del partito, Bersani ha scelto la strada dell’accordo con Silvio Berlusconi e si è schiantato.
Ora però gli resta un problema. Il Pd è duro a morire. Il sostegno al governo Monti, la non sua non campagna elettorale – con conseguente disastroso risultato nelle urne – e la “bella sorpresa” della candidatura al Colle di Franco Marini, non sono bastate al segretario per dare il colpo di grazia ai democratici. Dalle parti del Pd c’è ancora vita. Non si per quanto, ma il caro estinto non è ancora tale. E anzi basterebbe poco per rivitalizzarlo e tentare di rivitalizzare con lui il Paese.
Ma Bersani non sembra capacitarsi di dover trapassare da solo. E da vero e coriaceo leader, per rassicurare tutti, dice: “Riuniremo l’assemblea dei grandi elettori, vedrete che una soluzione si troverà”.
Non ne dubitiamo. Il fatto è però che una soluzione non va trovata, perché c’è già. E si chiama Stefano Rodotà.
Capirlo non è difficile e dovrebbe arrivarci anche un futuro ex segretario in apparente stato confusionale. Rodotà è stimato dagli elettori di centro sinistra, è invocato a gran voce dalla base, è un giurista di caratura internazionale, ha insegnato nelle università di mezzo mondo (dalla Sorbona a Stanford), ha un lontano passato di politico – spesso critico nei confronti dell’apparato – e per la gioia della maggioranza dei piddini è stato addirittura presidente del Pds. Certo è molto anziano, ma visto che Bersani aveva detto di sì a Marini, non si capisce perché per lui ora la cosa possa costituire un problema.
Non basta. Il Partito Democratico, nelle prime due votazioni per il Colle, si è pure reso conto che Rodotà, di suo, ha più di 200 grandi elettori (M5S e Sel). Per farlo salire al Quirinale, visto che il Pd di voti ne ha quasi 500, ci vuole davvero poco. E subito dopo, Beppe Grillo lo ha detto pubblicamente martedì 16 aprile, il dialogo per far partire un governo comincerà.
Insomma, qui è la ragione che dovrebbe spingere Bersani e i suoi a votare Rodotà. A questo punto qualunque altra scelta (a partire da Massimo D’Alema, che tanto piace a Berlusconi, fino a Piero Grasso o Sabino Cassese) non può più essere giustificata con l’intelletto
Per questo, se il segretario nelle prossime ore muoverà altri passi verso l’assassinio del suo partito, o ammette di essere uno stupido, o annuncia finalmente agli elettori che c’è qualcosa che non sanno. Che tra i vertici del Pd (nelle loro varie forme) e quelli del Pdl (nella loro unica forma) c’è almeno un patto, un ricatto, un accordo magari ventennnale. Un qualcosa che possa rendere, non diciamo accettabile, ma almeno ragionevole questa follia.
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19 aprile 2013
Ciao amici, mentre ieri Bersani ha perso l'occasione di far diventare il suo partito un partito di sinistra.....qui a Tokyo abbiamo ripreso gli allenamenti. Dal 17 siamo al lavoro, purtroppo devo registrare un brutto infortunio alla caviglia della Yanaoka( l'under 20 che ai mondiali e' entrata nelle 16),ne avra' almeno per 4 settimane, perdendo cosi' l'opportunita' dell'esperienza nelle gare asiatiche di Seoul e Shanghai. L'altra cadetta, la Kano, che aveva saltato i mondiali e' ancora ben lontana dal poter riprendere.....la nostra struttura medica e' inesistente e priva di ogni coordinamento. Con il poco che ci resta, tra impegni scolastici e "budget" cerceremo di affrontare al meglio le ultime gare di coppa del mondo, i campionati asiatici e i mondiali di luglio a Budapest. Avevo gia' deciso da tempo di ripartire con una squadra molto, molto giovane, spero che il recupero delle infortunate non abbia tempi biblici e che la scuola mi permette di allenare le ragazze ad un livello sufficente.
Intanto restiamo in attesa che a Roma venga scelto il Presidente della Repubblica, il Pd (come consuetudine) si e' autodistrutto per non aver voluto ascoltare la voce del suo elettorato ma spingendo per il classico patetico e penoso inciucio italiano....ora vedremo cosa succedera'. Da ieri e' arrivata a Tokyo la squadra di fioretto femminile francese, guidata da Franck Buodin fresco di nomina anche per il fioretto maschile,da questa mattina ci alleneremo assieme fino al 23 . Le transalpine hanno voluto ripetere l'esperienza dell'anno scorso, e sono venute ad acclimatarsi al fuso asiatico allenandosi con noi per questa settimana. Sono molto felice, per noi si tratta della possibilita' di incrociare le lame con atlete al top del panorama schermistico mondiale.
Un caro saluto
lunedì 15 aprile 2013
16 aprile 2013
"La gente cuyo deseo es solamente el crecimiento y la expresión de la propia personalidad jamás sabe hacia dónde va. No puede saberlo. En cierto sentido es necesario conocerse a sí mismo, tal como dijo el oráculo griego. Ése es el primer logro del conocimiento. Pero reconocer que el alma de un hombre es inescrutable es el logro primordial de la sabiduría. El último de los misterios es uno mismo".
Oscar Wilde
sabato 13 aprile 2013
13 aprile 2013
Ciao amici un saluto da Porec, con la gara di oggi a squadre abbiamo terminato la mostra rassegna iridata.
Abbiamo perso il primo match, nel tabellone delle 16, dalla Korea; in maniera netta. 45a29 e' stato il punteggio in favore delle koreane. In questo monento ogni commento sarebbe superfluo. Siamo stati surclassati dal punto di vista mentale, tecnico e fisico. Una sconfitta netta e senza attenuanti. Mi dispiace molto, rientriamo in Giappone senza nessun risultato valido, la migliore e' stata la under 20 Yanaoka che nel torneo individuale e' arrivata tra le prime 16. Tra poche ore iniziamo il lungo viaggio che ci riportera' a Tokyo il 15 mattina. Partenza in bus per zagabria alle 2.30 del mattino destinazione Zagabria, da li voleremo verso Francoforte per poi prendere il volo per Tokyo.
Ciao
mercoledì 10 aprile 2013
10 aprile 2013
Ciao amici, si e' conclusa la prova individuale under 20. Dopo la giornata di ieri dove Takahashi e Kawamura eano state eliminate nelle 64 da una koreana e da una statunitense ; oggi la Yanaoka , che ieri aveva tirato bene nel girone ed avuto la medaglia sulla brasiliana fresca vincitrice del bronzo cadetto, ha vinto il matche delle 32 con una russa 15a13, tirando fuori finalmente il carattere ed accompagnandolo con una buona prova tecnica. Nel tabellone delle 16 ha perso da una francese 15a13, arrivando molto vicino a coronare una buona rimonta. Sono soddisfatto della prova di Aruka, sopratutto perche' le ho visto fare delle buone cose e con la voglia di dare tutto cio' che ha dentro....questa e' la strada che queste ragazze dovranno percorrere....allora il tempo gli potra' regalare dei sorrisi.
Ciao
domenica 7 aprile 2013
7 aprile 2013
Ciao amici, un saluto da Porec. Da poche ore si e' conclusa per le ragazze giapponesi la due giorni iridata under 17. Miyawaki, Asano e Ito hanno perso il primo match nel tabellone delle 32. Ieri avevano superato il girone di qualificazione, tirando un po' contratte e timorose, per poi vincere l'assalto del tabellone delle 64, tirando meglio, piu' tranquille e facendo delle buone cose. Questa mattina di nuovo, come nel girone l'approcio e' stato troppo timoroso, e a questo livello la gente ha "fame" e non ti lascia via di scampo. Mi dispiace per le ragazze, sono convinto che possano fare meglio, ma dovranno cercare di eliminare questo timore, devono cercare di lottare di piu' nei momenti di difficolta' ; non so se nel loro dna c'e' questa qualita' ma se vorranno cercare di emergere lo dovranno fare.
Domani mattina allenamento per le under 20, che esordiranno dopodomani.
Ciao
venerdì 5 aprile 2013
5 aprile 2013
Il Fatto Quotidiano > Blog di Monica Lanfranco
Scuola e educazione perduta: quando il mondo adulto fallisce
La frase dell’insegnante di matematica romana pronunciata verso una alunna di origine ebraica, (rea di essere poco attenta alla sua lezione) “ad Auschwitz saresti stata più attenta”, presenta molti lati interessanti e utili per capire svariati aspetti della crisi sociale, culturale e politica italiana. Ancora di più è stimolante la motivazione addotta dalla docente per giustificare e spiegare la presunta motivazione educativa della frase stessa.
L’insegnante, infatti, avrebbe detto, dopo l’apertura di una indagine ministeriale sull’accaduto di averlo fatto per “indicare un posto organizzato”.
E quanto a questo non c’è dubbio: i campi di sterminio sono un paradigma eccellente di ordine, pulizia (finale) e organizzazione, nella storia dell’abominio umano, e hanno fatto pure scuola, come si suol dire, perché i buoni esempi sono di certo da imitare.
Ma a parte le considerazioni di ironia macabra, che da Woody Allen in poi molte personalità di origine e cultura ebraica hanno regalato al mondo per riuscire perfino a sorridere del loro doloroso percorso questo episodio, (e in parte le offese sessiste coscienti di Battiato così come l’autodenigrazione di Onida verso il suo stesso ruolo) sono un bel pacchetto di materiale sul quale ragionare.
Il tema è la rottura del patto educativo tra agenzie di formazione alla civiltà e responsabilità.
Non si tratta di mentire o essere ipocrita. Si tratta di chiamare le cose con il loro nome, che per Rosa Luxemburg era il primo gradino per attuare una rivoluzione, e di essere conseguenziale, al massimo delle proprie possibilità, quando si decide di ricoprire ruoli di rappresentanza, educazione e quindi di responsabilità.
In un suo recente commento Ilvo Diamanti su Repubblica ragiona della mutazione antropologica da oltre vent’anni in atto nel linguaggio politico italiano e scrive: ”Chi sta in alto, i rappresentanti, insegue chi sta in basso, i rappresentati. E scende più in basso possibile. Tutti leader e tutti follower. Gli ‘eletti’ fingono di essere come il ‘popolo’. Per imitare il ‘volgo’ cercano di essere ‘volgari’. E ci riescono perfettamente. Senza fatica. Perché spesso sono peggio di loro. Nei comportamenti e nelle parole. Hanno trasformato il Parlamento e la scena politica in un luogo dove non esistono limiti né regole. Ai discorsi, al linguaggio.
E, allora, perché resistere? Perché rivolgersi, ancora, agli altri in modo educato? Perché chiedere rispetto: tra genitori e figli, professori e studenti, autorità e cittadini, immigrati e residenti, vicini e lontani, amici, conoscenti e sconosciuti. Perché? E perché limitarsi alle parole e non passare alle vie di fatto? D’altra parte, la distanza è breve. Le parole sono fatti”.
Così un (nominato) saggio accetta la candidatura ma poi ammette (non sapendo di essere registrato) di non servire a nulla; un uomo di cultura sprofonda nel sessismo; una professoressa eleva a esempio d’ordine la pratica dell’olocausto.
E’ inevitabile e giusto moltiplicare il dileggio, la stigmatizzazione e la sanzione per questi comportamenti. Resta però un senso acuto di allarme: la sottovalutazione dell’importanza delle forme del fare, alcune delle quali giustamente criticate negli ultimi decenni del secolo scorso quando erano vuote manifestazioni di manicheismo e opportunismo ipocrita, oggi ci frana addosso.
Perché le forme che si scelgono per dare senso e contenuto al fare, nella politica come nella scuola come nella famiglia influenzano indistricabilmente il contenuto che mettiamo al mondo.
La scelta di forme, metafore, esempi triviali, offensivi, approssimativi e non ragionati porta con sé un analfabetismo di ritorno pericoloso e pervasivo che tracima ovunque e diventa cultura dominante: è nei bar come in Parlamento, nelle scuole come nei movimenti, nelle piazze come nelle famiglie.
Quando, qualche anno fa, si cercò in una scuola media genovese di intervenire di fronte ai ripetuti insulti verso una ragazzina apostrofata ‘troia degli ebrei’ la scuola alzò le mani in segno di resa: “Non possiamo fare lotte contro i mulini a vento”- fu la risposta nella civile città medaglia d’oro della Resistenza, mentre ancora era viva Liana Millu, autrice di Fumo di Birkenau.
Conforta moltissimo la pronta reazione, sembra compatta, della classe a sostegno della ragazzina romana: resta l’inquietudine per la crepa aperta ogni volta che gli adulti vengono meno al compito delicato e fondante di dare esempio di responsabilità, empatia e cultura alle giovani generazioni.
5 Aprile 2013
Ciao amici un saluto da una uggiosa Porec, purtroppo la primavera quest'anno fa fatica ad emergere, continuano le pioggie e la permanenza in un posto meraviglioso come questo perde un po' di fascino. Passeggiare lungo i percorsi che sfiorano il mare cristallino e' una emozione rara, sarebbe meglio farlo con un po' di sole per godere dei colori che questa terra sa regalare.
Domani iniziamo le gare, esordio con il fioretto femminile cadette, oggi abbiamo fatto lezione e le ragazze le ho trovate serene e tranquille; come sempre la pedana sara' il giudice imparziale della nostra condizione. Ho parlato alle creature e ho detto loro di stare tranquille che questa gara, non sara' la prima ne l'ultima, di affrontarla con gioia e serenita' e di fare del loro meglio, quando sapranno di aver profuso tutto cio' che sono in grado di dare dovranno essere felici ed io orgoglioso di loro!!!
Ciao
mercoledì 3 aprile 2013
3 aprile 2013
Ciao amici, un saluto da Francoforte; stiamo andando in Croazia per i campionati del mondo under 17 e under 20......ma il mio pensiero corre alla notte di 5 anni fa, alla notte passata nella sala d'attesa dell'ospedale di Udine con i genitori di Stefania Straniero. Operata d'urgenza per rimuovere un grosso ematoma alla testa che avrebbe potuto portare danni immani. Non dimentichero' mai la corsa dalla Getur al luogo dell'incidente il viso di alcuni ragazzi rigato dal sangue e Stefania che tenendomi per mano mi chiedeva di perdonarla e di farle fare i mondiali.....la corsa all'ospedale di Lignano....la telefonata ai suoi genitori, il loro arrivo in ospdedale, il drammatico urgente trasferimento a Udine per l'intervento. Nella disgrazia di quel drammatico evento mai potro' dimenticare la profonda umanita' dei genitori di Stefania. Non dimentichero' mai la solitudine che ho provato nella mia anima....abbandonato completamente da tutti coloro che avrebbero dovuto fare qualcosa. Di quella notte ricordo l'angosciata silenziosa presenza di mia moglie e di alcuni maestri e di Mauro Gatti, il terrorr che Stefania morisse e il silenzio di quella piccola stanza dove fino alle 5 del mattino abbiamo atteso notizie.
Mi restera' dentro la gioia per Stefania, e l'emozione che provo ogni volta nell'abbracciarla, la profonda gratitudine per i suoi genitori e la possibilita' che ho avuto per "capire" certe persone. Ciao Stefania che ogni giorno ti sia lieve
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