mercoledì 1 giugno 2011

Io amo il calcio,amo cioò che di pulito c'è in questo sport, per questo queste persone mi fanno schifo, perchè rubano,truffando i sogni sportivi delle persone, perche guadagnano rovinando i sogni dei ragazzi che corrono dietro ad un pallone e la domenica vanno a vedere le partite!!!!Odio queste persone perchè gettano fango sui professionisti seri, su coloro che danno tutto se stessi per uno sport molto bello, ma uno sport che ha bisogno di pulizia, di un pugno duro perchè venga ripulito in maniera definitiva da faccendieri, pseudo professionisti, banditi e nulla facenti che frequentano questo mondo !!MI fanno schifo queste persone. Devono essere radiate devono andare in galera!!!!!!!!!!!

Blog tratto dalla Repubblica firmato da FABRIZIO BOCCA

La cosa che più lascia sconcertati – quando puntualmente in Italia scoppia uno scandalo scommesse (1980) o uno scandalo calciopoli (2006) per cui proprio il giorno prima si sono chieste condanno fino a 5 anni e 8 mesi – è il senso di impunità che pervade certi personaggi. Se io anche fossi un calciatore corruttibile per i motivi più vari – anche semplicemente per una scarsa moralità di base – sinceramente mi fermerei di fronte alle possibili conseguenze di un gesto così spregevole quale quello di truccare una partita di calcio. Perché saprei che possono intercettare le mie telefonate, che può accadere un imprevisto, che si può essere scoperti, che posso essere squalificato, finire in un carcere e che i reati che si compiono sono gravissimi: l’associazione a delinquere delinea un quadro di corruzione diffusa, malavitosa ed eretta a sistema. E invece non c’è mai nessuno scrupolo, ritroviamo sempre gli stessi meccanismi disinvolti. Si ritrovano ancora telefoni “coperti o dedicati”- che richiamano molto le sim svizzere di calciopoli - e conseguenti intercettazioni (cinquantamila, si è detto) di un mondo che mischia insieme atleti, dirigenti, imprenditori col vizio del gioco, intrallazzatori di professione e addirittura criminalità ordinaria. Ex calciatori e addirittura calciatori in attività che non hanno alcuna remora, che per denaro fanno qualsiasi cosa: persino il portiere della Cremonese che mette di nascosto dei narcotici nelle bottiglie del té. Un qualcosa che pensavamo appartenesse alla leggenda (“Devono avermi messo qualcosa nella borraccia”) e che non accade nemmeno più nelle corse dei cavalli. Partite truccate. E anche drogate adesso. La realtà supera la nostra immaginazione. E purtroppo lascia gli ingenui, quelli che ancora credono al calcio pulito, a bocca aperta. Le promozioni di Atalanta e Siena da considerare ormai sub judice costringono a pensare ad altri campionati sconvolti – la serie A dunque non è sfiorata bensì investita in pieno – un’altra mazzata su uno sport che ancora non aveva finito di rialzarsi dallo scandalo precedente.

I nomi di Signori, Bettarini, Doni non sono assolutamente di secondo piano: sono tutti ex nazionali, calciatori che hanno giocato in club importanti e per molti anni in serie A. E alcuni di loro già toccati da precedenti del genere. Viene delineato, come nelle precedenti occasioni, un mondo di scarsissima moralità e dalla tipica spregiudicatezza di chi vive quasi al di fuori della realtà, che pensa di essere immune da qualsiasi conseguenza. Se scandali del genere e di vario tipo esplodono con tale frequenza, sono legittimato a pensare allora che il marcio sia veramente molto, ma molto diffuso.

Gli arresti (come nel 1980) e le manette – che richiamano inquietantemente “il tintinnar di manette” che evocò Lotito dopo Napoli-Lazio – delineano un quadro forse anche più inquietante di calciopoli. Allora c’era il condizionamento del vertice arbitrale, oggi ci sono più crudamente i soldi, le scommesse e la corruzione. Cambia il livello, qui almeno al momento siamo a livello un po’ più basso – ma non completamente diverso – e il reato è sostanzialmente lo stesso: truffa tesa alla manipolazione del risultato sportivo. Con tanto di tariffario (da 400.000 a poche decine di migliaia di euro) a seconda se la partita da truccare era di A, B o C. Le parole del procuratore De Martino infatti sono assolutamente agghiaccianti: “Il quadro è veramente sconfortante, si ha un senso di poca affidabilità dei risultati”. Ecco questo è il punto: il calcio che si sbatte da uno scandalo all’altro è ancora oggi uno sport credibile? I suoi risultati sono affidabili o dobbiamo veramente sospettare che dietro ogni risultato, ogni gesto tecnico possa esserci qualcosa dietro? Lo so che stiamo parlando in linea di massima di serie C, ma le contaminazioni sulla B e sulla serie A (da Ascoli-Atalanta a Inter Lecce) esistono, sono concrete. Serie A, B e C sono vasi naturalmente comunicanti: ci sono persone – dirigenti o calciatori stessi – che fanno parte dei tre mondi contemporaneamente, c’è un sottobosco comune. Atalanta e Siena sono club che fanno la spola con la serie A e sono state promosse nella massima serie quest’anno. Se si scommettono 150 mila euro sul numero di gol di Inter-Lecce, evidentemente vuol dire che è possibile almeno tentare qualcosa per manipolarne il risultato, entrare in contatto con qualcuno direttamente o indirettamente coinvolto nella partita. Se si arrivano a manovrare cinque partite in un solo week end vuol dire che si ha una capacità delinquenziale a livello industriale. Mentre il cono d’ombra dei campionati minori, ormai letteralmente uccisi e messi già in crisi dal grande calcio, offre un sottobosco che può dare copertura al peggio. Non c’è alcuna garanzia o consapevolezza che promozioni e retrocessioni siano regolari e immuni dal contagio: quest’anno, come forse quelle degli anni scorsi. Senza contare che la legalizzazione delle scommesse ha evidentemente complicato e aggravato il quadro, questo non dobbiamo nascondercelo. Purtroppo la sorveglianza della federazione sui propri tesserati da questo punto di vista è stata ancora una volta insufficiente. Ed è ancora una volta un’inchiesta penale che scopre il marcio – come successe con lo scandalo precedente – segno evidente che il calcio non è più capace di farlo da solo. Riesce benissimo a produrlo, il marcio, ma non a contrastarlo ed eliminarlo in maniera autonoma.

Lo scandalo scommesse esplode esattamente 24 ore dopo in cui al Tribunale di Napoli si sono chieste condanne pesantissime nei confronti degli imputati di Calciopoli. Se – come afferma il procuratore – “la cosa andava avanti da anni”, vuol dire che la gang delle scommesse era in azione fin dai tempi dello scandalo precedente, che già ha sconvolto il pallone. Che quanto successo prima – le sentenze clamorose, le squalifiche e le retrocessioni a tavolino, le pesantissime imputazioni penali – non hanno funzionato da deterrente alcuno. E’ come lo spray sugli insetti che ti invadono casa: continuano a infilarsi dappertutto. Ci attende un’altra lunghissima estate di processi e sentenze sportive, di campionati probabilmente sconvolti. A partire dalla serie A, sia pure dal basso stavolta, e non dall’alto come cinque anni fa. Come se non fosse bastato al calcio italiano quanto avvenuto nel 2006. La questione morale si pone come emergenza primaria se si vuole che il calcio conservi ancora un minimo di credibilità.

1 commento:

Paolo Cuccu ha detto...
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