GLI ANNI   R. Vecchioni
Cos'è rimasto delle gioie 
e dei miei improbabili dolori? 
dov'è finito il tempo 
dei miei straordinari batticuori? 
avessi inventato qualcosa, 
si fa per dire una pietanza; 
fossi stato un genio 
o almeno un terzino dell'Atalanta; 
mia madre mi diceva sempre: 
"Smettila di bere!" 
e non sapeva ancora 
che dovevo ancora cominciare 
io mi toccavo freneticamene 
pensando alle sue amiche 
ah! le idee già 
da allora le mie preferite 
Gli anni t'inseguono 
quando sei solo 
gli anni ti parlano 
ma non è vero 
Gli anni rimangono 
silenziosi, leggeri, 
stanno dove li metti 
e si nascondono 
negli odori, nei fogli, 
nel wysky, nei cassetti 
gli anni si impigliano 
e si aggrovigliano 
Vorrei parlarti 
vorrei spiegarti 
vorrei lasciarti 
e poi cercarti 
Vorrei sognare 
che è stato solo un sogno 
che mi hanno raccontato 
senza dormire 
perché il mondo non c'è 
quando io sono addormentato 
e poi dormire 
con una poesia 
che da sempre so a memoria 
senza sognare 
e la ragazza usciva 
lentamente dalla storia 
gli anni continuano 
telefona almeno per dirmi 
come ti va la scuola 
fatti guardare 
come ti sei fatta bella, 
è vero, il tempo vola 
gli anni t'imbrogliano 
io non so più se 
sono buoni o cattivi gli indiani 
però non vale 
che stavo in piedi a vedere 
con chi usciva lei domani 
gli anni sorridono 
e un'altra donna leggera 
leggera danza sulle dita 
corrono avanti 
e colori, persone, 
giochi giorni, l'Inter, la partita 
Gli anni che passano 
non sono mai tanti 
gli anni miei... 
gli anni, gli anni, gli anni.
sabato 4 settembre 2010
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