Continuazione della seconda lettera a Totò....ho letto questo articolo che mi ha fatto fare ulteriori riflessioni....!!!
Notizie varie
“Carissimo Massimo sono Aurora, educatrice asilo nido trentaduenne campana emigrata in Toscana da otto anni in cerca di un lavoro stabile, portavoce dei Movimenti Disoccupati e Precari di Firenze e d’Italia, volevo rispondere a questo tuo pensiero che mi ha tanto colpito perché noi purtroppo non ci sentiamo nemmeno persone, ma solo schiavi, che pur di arrivare a fine mese, anzi a fine giornata, siamo costretti ad accettare di lavorare in qualsiasi condizione.
Oltre a curare i tuoi interessi e leggere i giornali sportivi, ti è giunto all’orecchio delle gravi problematiche sul mondo del lavoro? Volgi lo sguardo oltre il tuo mondo fiabesco? Negli stadi si osserva, giustamente, un minuto di silenzio, si indossa la fascia nera, si indossano magliette per tanti buoni scopi, si organizzano partite di beneficenza , ma mai e dico mai, un pensiero, una parola, uno striscione, sulle morti bianche, sul lavoro nero, su persone che ogni giorno perdono posti di lavoro. Da oltre due settimane in Italia ci sono precari in sciopero della fame per un lavoro a tempo determinato, retribuito con poco più di 1000 euro al mese per i pochi mesi che forse riusciranno, se fortunati a lavorare durante un solo anno, persone che purtroppo si tolgono la vita perché gli è stata tolta la DIGNITA’, madre che gli viene tolta la figlia neonata solo perché guadagna appena 500 euro al mese. Noi disoccupati, precari, poveri dobbiamo anzi ci costringono a farlo, arrovellarci su come arrivare a fine mese, combattiamo perché vorremmo una svolta nella nostra Italia e Voi avete deciso di scioperare per motivi a me futili , visto i vostri lauti guadagni che offendono tutti, lavoratori e non. Come faccio a spiegare ad un bambino tifoso, anzi amante del calcio del vostro sciopero, bambino a cui spesso si deve dire NO anche per una semplice bustina di figurine? Che modello educativo, umano e civico può dare ai tanti giovani questa vostra presa di posizione, visto che siete il loro modello da seguire? Forse potrebbe avere un senso se vi trovaste in prima persona a sostenere fattivamente e personalmente il mondo dei cittadini espulsi dal lavoro che sta’ urlando in varie piazze la loro disperazione, mettendo a disposizione la vostra istanza per ricostruire una società che rimetta al centro dei propri obbiettivi la DIGNITA’ e i DIRITTI di ogni individuo. E’ giusto che tuteliate i vostri diritti da lavoratore e sicuramente non è colpa vostra se questa società ha generato mostruose diseguaglianze, così mostruose da far indignare le tante migliaia di persone che ogni giorno lottano per sopravvivere qui in Italia e non nel Terzo Mondo. Spero di avere una risposta a questo mio scritto che dia un senso alla vostra iniziativa e al mio sentirmi “ NULLA” per poter ritornar ad essere una fiera tifosa delle squadre di calcio italiane”.
Matteo Fantozzi
lunedì 13 settembre 2010
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20 commenti:
Ho sentito dire che Cristian Bauer, attuale coach della sciabola russa, percepisce qualcosa come 300 mila euro l'anno per il proprio lavoro.
Se così fosse, sarebbe uno schiaffo in faccia a qualsiasi lavoratore: dal più disastrato dei precari al più affermato dei professionisti di qualsiasi settore.
E sarebbe anche un insulto a tutti coloro che coltivano l'illusione di ritenere il mondo dello sport una delle poche oasi 'sane' che rimangono nella nostra società.
Nessuna medaglia olimpica può valere talmente tanto per un paese, da giungere a pagare all'allenatore di uno sport 'minore', senza pubblico, senza indotto commerciale e senza sponsor, uno stipendio più di venti volte maggiore di quello - tanto per fare un esempio - di un operaio italiano in cassa integrazione.
Di schiaffi in faccia, i lavoratori, ne prendono anche da tanti professionisti di quasiasi settore, non capisco tutto questo scalpore per uno stipendio di Bauer, Magro o chicchessia...Si contratta sempre in due, se uno può sostenere certe cifre si conclude, altrimenti no.
Piuttosto mi sento di concordare con il giudizio riguardante l'azione mossa dai calciatori: per quanto possano anche avere tutte le ragioni, non sono informato, dovrebbero avere perlomeno la dignità di esprimerlo non con l'unico strumento che hanno la stragrande maggioranza dei lavoratori, rischiando di superficializzarlo.
Questo è uno scandalo non lo stipendio di un Bauer, di un Magro o di qualsiasi allenatore e selezionatore di sport minore.
Ciao Antonio, sinceramente credo che un professionista faccia delle valutazione secondo quelle che sono le sue qualità. le sue conoscenze e il suo palmares, poi come dice Andrea una contrattazione economica si fa tra le parti e se si giunge alla firma vuol dire che c'è soddisfazione tra ambo le parti.E' evidente che se tu fossi il Presidente della Federazione Russa avresti ritenuto fuori mercato la richiesta di Bauer e non lo avresti preso, facendo delle scelte diverse.Il mio discorso sullo sciopero dei calciatori era un pò diverso ed non era riferito alle cifre ma al "senso" dello scipero!!!Ciao
Ciao Andrea, concordo con la tua analisi sulla questione sciopero, per come la penso,mi posso anche sbagliare ma è la mia opinione,sento che la parola sciopero debba appartenere ad altre categorie!!!Ciao
E' fin troppo ovvio che se qualcuno è disposto a tirare fuori certe cifre, tutti sono contenti e tutto va bene.
Anche le veline, del resto, sono pagate migliaia di euro a comparsata televisiva, ottenendo in un paio di minuti di sorrisi ciò che un 'signor G' qualunque percepisce in tre, quattro mesi di lavoro.
Il problema è etico, perciò, e ci vorrebbe una maggiore corrispondenza tra l'utilità sociale di certe professioni e mestieri, e la loro remunerazione.
Concordo, perciò, sull'opportunità che anche in altri settori professionali dovrebbero essere operati dei tagli robusti.
I politici, ad esempio, sono pagati fin troppo in rapporto al loro lavoro ma, soprattutto, alla qualità del loro lavoro.
Il problema è che loro, però, gli stipendi se li decidono da soli.
Certamente...Come il medico che si permette di chiedere anche 300 euro per un controllo di cinque minuti...Ovunque dovrebbe esserci un'etica da seguire e rispettare con l'unica differenza che mentre chi sta male è obbligato a seguire determinate strade e quindi pagare determinati compensi, uan federazione può decidere se pagare o meno un Ct...E decidere se prenderne uno da 300 mila euro o uno da 50!!!
Piuttosto, credo, sia più opportuno confrontarsi su altre problematiche che attanagliano il mondo dello sport e di quello minore in particolare, piuttosto che sui compensi di maestri, atleti o chicchessia.
Il tuo paragone non regge.
Le attività professionali socialmente riconosciute tali sono tutelate da leggi, norme, regolamenti.
Il medico, inoltre, è un professionista vero: con una laurea, una specializzazione, un training di anni e anni di studi, esperienze, esami universitari, sacrifici.
E' iscritto a un Ordine Professionale che ne regolamenta l'attività e lo può sottoporre a sanzioni pesanti.
Si occupa di un affare molto serio - la salute - e non di un genere tutto sommato 'voluttuario' come lo sport.
Dal momento. poi, in cui puoi decidere se andare o meno da un cosidetto 'luminare', puoi anche decidere se pagare certe cifre, o no: dipende dal bisogno soggettivo e dalle possibilità economiche che hai.
Se non ritieni corretta una parcella, puoi sempre rivolgerti all'Ordine dei Medici competente, e chiedere giustizia.
In alternativa, hai sempre altre ottime strade, più economiche, per esercitare il tuo diritto alla salute. Non è obbligatorio, insomma, recarsi dagli specialisti più costosi: anzi, spesso è del tutto superfluo, perché nelle strutture ospedaliere c'è quasi sempre il meglio.
Se, poi, vuoi spostare il dibattito sulle storture della Sanità pubblica in certe regioni italiane, credo che ci allarghiamo troppo, ci allontaniamo dal tema di questa discussione, e ci infiliamo in un vespaio senza via d'uscita.
La professionalità di un medico, ad ogni modo, non si valuta col tempo che impiega per una diagnosi o per definire una terapia: questa è una visione molto semplicistica della sua attività, ed è un modo di giudicare che risente della scarsa conoscenza degli aspetti tecnico-scientifici di una professione assai complessa.
Ma la cosa più importante di tutte è che al medico si richiede la perfezione.
Anzi: dal medico si pretende la perfezione, come a nessun'altra categoria professionale.
E questa pretesa di perfezione andrebbe a mio avviso sempre remunerata, mentre ciò non avviene per la stragrande maggioranza degli operatori del settore.
Ti rammento, infatti, come la quasi totalità dei medici giovani operi in una condizione di precariato e sbarchi sostanzialmente il lunario, mentre la media dei medici formati che operano nelle strutture pubbliche guadagni stipendi tutto sommato modesti i quali non portano certo all'arricchimento: più o meno, tanto per essere chiari, un decimo di quello che percepisce Bauer in una stagione.
Una cifra, però, in cambio della quale si pretende comunque l'infallibilità.
Chi pretende l'infallibilità dai tecnici sportivi?
Il tuo paragone non regge.
Le attività professionali socialmente riconosciute tali sono tutelate da leggi, norme, regolamenti.
Il medico, inoltre, è un professionista vero: con una laurea, una specializzazione, un training di anni e anni di studi, esperienze, esami universitari, sacrifici.
Si occupa di un affare molto serio - la salute - e non di un genere tutto sommato 'voluttuario' come lo sport.
E' iscritto a un Ordine Professionale che ne regolamenta l'attività e lo può sottoporre a sanzioni pesanti. Se non ritieni corretta una parcella, ad esempio, puoi sempre rivolgerti all'Ordine dei Medici competente, e chiedere giustizia.
Dal momento. poi, in cui puoi decidere se andare o meno da un cosidetto 'luminare', puoi anche decidere se pagare certe cifre, o no.
In alternativa, hai sempre altre ottime strade, più economiche, per esercitare il tuo diritto alla salute. Non è obbligatorio, insomma, recarsi dagli specialisti più costosi: anzi, spesso è del tutto superfluo, perché nelle strutture ospedaliere c'è quasi sempre il meglio.
Se, poi, vuoi spostare il dibattito sulle storture della Sanità pubblica in certe regioni italiane, credo che ci allarghiamo troppo, ci allontaniamo dal tema di questa discussione, e ci infiliamo in un vespaio senza via d'uscita.
La professionalità di un medico, ad ogni modo, non si valuta col tempo che impiega per una diagnosi o per definire una terapia: questa è una visione molto semplicistica della sua attività.
Ma la cosa più importante di tutte è che al medico si richiede la perfezione.
Anzi: dal medico si pretende la perfezione, come a nessun'altra categoria professionale.
E questa pretesa di perfezione andrebbe a mio avviso sempre remunerata, mentre ciò non avviene per la stragrande maggioranza degli operatori del settore.
Ti rammento, infatti, come la quasi totalità dei medici giovani operi in una condizione di precariato e sbarchi sostanzialmente il lunario, mentre la media dei medici formati che operano nelle strutture pubbliche guadagni stipendi tutto sommato modesti i quali non portano certo all'arricchimento: più o meno, tanto per essere chiari, un decimo di quello che percepisce Bauer in una stagione.
Una cifra, però, in cambio della quale si pretende comunque l'infallibilità.
Le attività professionali socialmente riconosciute tali sono tutelate da leggi, norme, regolamenti.
Il medico è un professionista vero: con una laurea, una specializzazione, un training di anni e anni di studi, esperienze, esami universitari, sacrifici.
Si occupa di un affare molto serio - la salute - e non di un genere tutto sommato 'voluttuario' come lo sport.
E' iscritto a un Ordine Professionale che ne regolamenta l'attività e lo può sottoporre a sanzioni pesanti. Se non ritieni corretta una parcella, ad esempio, puoi sempre rivolgerti all'Ordine dei Medici competente, e chiedere giustizia.
Sei, inoltre, sempre libero di decidere se pagare certe cifre, o no. In alternativa, hai altre ottime strade, più economiche, per esercitare il tuo diritto alla salute. Non è obbligatorio, insomma, recarsi dagli specialisti più costosi: anzi, spesso è del tutto superfluo, perché nelle strutture ospedaliere c'è quasi sempre il meglio.
Se, poi, vuoi spostare il dibattito sulle storture della Sanità pubblica in certe regioni italiane, credo che ci allarghiamo troppo, ci allontaniamo dal tema di questa discussione, e ci infiliamo in un vespaio senza via d'uscita.
La professionalità di un medico, ad ogni modo, non si valuta col tempo che impiega per una diagnosi o per definire una terapia: questa è una visione molto semplicistica della sua attività.
Ma la cosa più importante di tutte è che al medico si richiede la perfezione.
Anzi: dal medico si pretende la perfezione, come a nessun'altra categoria professionale.
E questa pretesa di perfezione andrebbe a mio avviso sempre remunerata, mentre ciò non avviene per la stragrande maggioranza degli operatori del settore.
Ti rammento, infatti, come la quasi totalità dei medici giovani operi in una condizione di precariato e sbarchi sostanzialmente il lunario, mentre la media dei medici formati che operano nelle strutture pubbliche guadagni stipendi tutto sommato modesti i quali non portano certo all'arricchimento: più o meno, tanto per essere chiari, un decimo di quello che percepisce Bauer in una stagione.
Una cifra, però, in cambio della quale si pretende comunque l'infallibilità.
Ehi Antonio ma lo hai scritto 4 volte!!!!era per rendere chiaro il tuo concetto in risposta ad Andrea o ti è scappato...hi hi hi??!!
Io credo che la professione del medico sia una "santa" professione, una missione; quindi su questa categoria la penso come te, poi com'è normale che sia ci sono medici da 100euro e medici da migliaia di euro, ma comunque anche il medico che guadagna poco, è per noi una risorsa vitale!!!!!!
Beh, tu che sei il webmaster di questo blog dovresti poter cancellare i commenti in eccesso!
In realtà, quando a connessione al server è lenta per il sovraccarico, il rischio è quello di cliccare più volte su 'pubblica commento'.
Ciao
Ciao Antonio, ne ho cancellato uno che era identico, ciao
Continuo a credere che, per quanto uno possa decidere da chi andare, chiedere determinate parcelle non sia etico proprio perchè si ha a che fare con la salute delle persone che, ovviamente, sono più senisibili e pronte a tutto pur di veder risolto un problema.
Detto questo, la tua preoccupazione di uscire dal tema del discorso la ritengo fuori luogo visto che il tema era uno sciopero e sei finito a parlare di Bauer.
Io sono contrario all'infallibilità che si richiede al medico il quale, a mio modo di vedere, essendo un essere umano ha diritto all'errore, sempre che venga fatto in buona fede.
Ma continuo a non condividere le tue crociate contro tecnici e atleti anche perchè tu parli dei medici giovani e delle loro difficoltà ( tutte da verificare)...Che dire di un maestro di club? Quanti sono coloro che guadagnano quanto Bauer?
Quanti quelli che con 500-600 euro mandano avanti società intere senza ferie, malattie o possibilità di firmare da una parte e andare dall'altra?
E' facile sparare a zero, soprattutto quando il punto di partenza è l'invidia e la gelosia: ma questo porta inevitabilmente a dimenticare tante altre sfaccettature che poi sono la maggioranza delle situazione che si incontrano quotidianamente.
Credo, insomma, che sia prodondamente immorale regalare decine e centinaia di migliaia di euro a persone che nella vita non hanno espresso alcunché di concretamente utile per la società.
Pagarle si, insomma, ma rivestirle d'oro mi pare francamente eccessivo.
Pertanto, non sono andato fuori tema in questo blog, ma ho semplicemente allargato il discorso dai calciatori - massima espressione dell'arricchimento sportivo nostrano - a un coach che rappresenta la massima espressione dell'arricchimento schermistico: tutto qui.
I medici giovani, informati meglio, trovano grandi difficoltà per lavorare, e sono condannati a un deprimente precariato per anni.
Non ritengo, poi, che quella medica sia una categoria paragonabile a quella dei maestri (con tutto il rispetto per questi ultimi), perché per diventare medici ci vogliono minimo sei anni di studi universitari, decine e decine di esami, e un mucchio di altre esperienze di studio e professionali, mirati a garantire in linea di principio quell'infallibilità che più o meno tutti richiedono a tale figura.
Mi attribuisci, infine, 'crociate' contro tecnici e atleti, ma non è assolutamente vero, e non capisco da dove ricavi una convinzione di questo tipo.
Io, di norma. non faccio altro che esprimere le mie opinioni: raramente, a dire il vero, persone con un nome e cognome si pongono in contraddittorio dialettico con me, ma sono sempre disposto ad ammettere di aver torto, se qualcuno avesse la capacità di convincermi.
Per ora, tu non ci sei riuscito.
a
Nel caso in cui mi trovassi nella condizione in cui nessuno avesse desiderio, piacere o bisogno di mettersi a dialogare con me per discutere su opinioni divergenti, personalmente, farei domande a me stesso senza issarmi sul piedistallo della dialettica e delle opinioni lanciando invettive e tutta la rabbia che ho dentro.
Per fortuna non vivo con l'intento di far accettare le mie opinioni al prossimo, quanto,piuttosto, con la libertà di esprimerle e possibilmente confrontarle con altre sensate che aiutino le mie a completarsi.
Dalle sue estrapolo i seguenti concetti: i giovani medici hanno tante difficoltà, la società deve riconoscere stipendi in base all'utilità, chi più studia più deve essere pagato ( anche se poi fa il suo lavoro con i piedi quindi), i maestri di scherma non possono essere pagati tanto e comunque guadagnano troppo (vedi Bauer o un Ct qualsiasi).
Beh, mi scusi, ma dalle mie continuo a ritenere che possa aprirsi una discussione che sia costruttiva e possa portare a conclusioni volte a migliorare, dalle sue solo semplici e superficiali invettive volte a distruggere e basta.
Contento, quindi, di non essere riuscito a convincerla...Troppo distanti le finalità che ci proponiamo.
Caro Andrea,
tu hai delle evidenti difficoltà intepretative della lingua italiana.
Innanzitutto, non capisco come tu possa avere la presunzione di percepire, dalla semplice lettura di qualche scritto, che una persona
si "issi sul piedistallo della dialettica e delle opinioni lanciando invettive e tutta la rabbia che ha dentro": è come, insomma, se io pensassi di te - senza conoscerti - che nutri dei gravi complessi di inferiorità.
Così come ritengo tu abbia viaggiato sulle ali della fantasia mettendomi in bocca la convinzione che i maestri non debbano essere pagati tanto.
Io ho semplicemente stigmatizzato sul piano dell'etica sociale il fatto che ci siano delle categorie strapagate, e non mi riferivo certo ai maestri ma ai calciatori, alle veline, ai cosidetti 'gieffini' e, infine, ad alcuni coach i quali - in svariati sport e non certo solo nella scherma - viaggiano a centinaia di migliaia di euro l'anno (per non dire migliaia di migliaia).
Una cosa giusta però l'hai capita, e l'hai scritta.
Si, per me - ma se fosse solo per me sarebbe poco significativo - i titoli di studio accademici devono essere remunerati socialmente in modo adeguato, sulla base di un meccanismo a sfondo meritocratico.
Se un professionista, ovviamente, non è all'altezza delle capacità che il proprio titolo accademico comporta, esistono già nel nostro ordinamento giuridico gli strumenti per intervenire.
Se tali strumenti non vengono sempre applicati, è un problema del nostro paese, e non posso farci nulla.
Ma come sono controllate, ad esempio, e su che base sono valutate le capacità di un tecnico sportivo?
Le medaglie? Mi sembra un po' poco, per quanto sia un criterio valido come qualsiasi altro.
Discorso interessante.
Pensaci su.
Dimenticavo:
caro Andrea, in merito ai giovani medici mi pari abbastanza poco preparato, e ti invito dunque a documentarti: prova a chiedere informazioni all'Ordine della tua provincia, o a qualche sindacato di categoria.
Constaterai con grande sorpresa che, malgrado quello in Medicina e Chirurgia rappresenti il corso di laurea più lungo e faticoso che ci sia in Italia (e forse nel mondo), un giovane che si laurei in questi giorni e non abbia la fortuna di poter contare sul classico 'Santo in Paradiso' in grado di aiutarlo, è destinato a un mesto precariato sottopagato per non meno di dieci anni: se è fortunato, beninteso, e se è riuscito a entrare in una Scuola di Specializzazione di quelle che 'vanno'.
Mi pare oltremodo superfluo rammentare, del resto, la massa di sacrifici cui un giovane si deve sottoporre per superare le decine di esami universitari che la facoltà di Medicina impone, e le rinunce che deve fare rispetto ai suoi coetanei che decidano di affrontare percorsi di studio meno impegnativi.
Scelta personale?
"Hai voluto la bicicletta e ora pedali?"
Non lo metto in dubbio, ma i medici servono alla società, e questi ragazzi meriterebbero un ringraziamento.
Tutto ciò ha un costo sociale, ma ha anche un prezzo che dovrebbe essere pagato, soprattutto se lo mettiamo in relazione al punto che ho precedentemente sottolineato: quello, cioè, dell'esigenza di perfezione che la gente comune ha dell'attività medica.
Non voglio nemmeno citare, poi, il problema degli specialisti in Medicina dello Sport, i quali sono i professionisti di sport 'veri' meno considerati e meno pagati (in rapporto alle responsabilità che assumono) proprio in quello che dovrebbe essere il loro ambiente elettivo di lavoro.
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