Ciao amici, questa mattina, durante una pausa dell'allenamento chiaccheravo con Okasaki San ( il coordinatore dei responsabili d'arma); gli ho spiegato quanto sia importante per la crescita della struttura tecnica giapponese l'inserimento di figure che ancora non sono previste.Il medico che in competizioni complesse come questa è fondamentale e il tecnico delle armi, altra figura molto importante per la performance dell'atleta.La Federazione Giapponese non ha bisogno di un medico federale perche al centro di preparazione olimpica c'è un vero e proprio ospedale dove tutti gli atleti sono seguiti e monitorati, ma per le competizioni ancora non è previsto.Troppo importante la sua presenza sia per gli aspetti legati alla sua professione sia agli aspetti legali; il fisioterapista(molto importante) non può bastare e non può sostituirsi al medico.Il tecnico delle armi è altrettanto importante per la manutenzione e il controllo del materiale e noi ci siamo trovati troppe volte quest'anno con problemi...figurarsi ad un mondiale!!Non pretendo di arrivare alla perfezione della cura dei dettagli come quando con la squadra italiana portavamo Gianluca Farinelli anche in alcune delicate trasferte, vedi quella asiatica, ma almeno portarlo al mondiale sarebbe per la nostra federazione un bel salto in avanti.Tutti i dettagli strutturali ed organizzativi vanno curati al massimo, pur dovendo lottare con un aspetto molto delicato per la nostra federazione...i soldi. Il budget federale ancora non consente tutto ciò ma è importante capire cosa serve per poi organizzarsi e trovare le risorse.
Ciao
giovedì 28 ottobre 2010
mercoledì 27 ottobre 2010
27 ottobre 2010
Ciao amici, da un paio di giorni siamo a Parigi, da ieri bbiamo iniziato ad allenarci al ritmo di una seduta al giorno dalle 9e30 alle 12e30. Siamo ospiti del Racing club di Parigi una polisportiva che comprede scherma, judo, nuoto, atletica e penthatlon. E' una delle società più importanti della capitale francese e per quanto riguarda la sezione della scherma....trasuda di storia e passione!!!la maggior parte dei campioni storici francesi sono nati e cresciuti tra quelle mura; la palestra ha un grande fascino e per noi poterci allenare in un luogo come questo è sicuramente una grande emozione.Nel pomeriggio di ieri siamo andati a vedere la Torre Eiffel e poi a piedi fino ai Campi Elisi per ammirare l'Arco di Trionfo.Parigi è una città molto affascinante.L'allenamento è un classico lavoro di rifinitura dove la lezione serve solo a dare sensazioni positive e gli assalti servono ad attivare attenzione e concentrazione fondamentali per ogni performance sportiva.
Ciao amici, questo pomeriggio...shopping..le giapponesi sono maestre in questo campo!!!
Ciao amici, questo pomeriggio...shopping..le giapponesi sono maestre in questo campo!!!
sabato 23 ottobre 2010
24 ottobre 2010
Ciao amici, questa mattina abbiamo fatto l`ultima lezione , nel pomeriggio faremo un lavoro in piscina e poi domani si vola a Parigi.Bum Bum Chan(Ikeata), Cry chan (Shio),Teacher chan(Yoshizawa), Pino chan (Hirata) e Zombi chan (Mori)vi salutano con affetto.
Ciao
Ciao
mercoledì 20 ottobre 2010
21 ottobre 2010
Ciao amici, sono le 8e30 sono gia` in palestra anche se oggi non c`e` allenamento; riprenderemo domani mattina.Sono qua nel silenzio della sala a cercare di sentire cosa ho dentro, a capire lo stato d`animo che ho in questi giorni.Sono arrivato a Tokio il 18 di gennaio, il 20 ho iniziato a lavorare, il tempo e` volato,ora dopo ora, giorno dopo giorno ho cercato di dare tutto me stesso a queste ragazze a questa Federazione.Spesso tornavo a casa sfinito, ma felice, con la sensazione che avrei voluto piu` tempo, con il desiderio che le giornate non durassero "solo" 24 ore.Con il passare del tempo, il modo di capirci e` diventato piu` scorrevole, le barriere culturali e di pensiero hanno iniziato a cadere ed ora siamo una squadra, unita nel desiderio comune di crescita, siamo un gruppo compatto con le sue vicissitudini, con le sue gioie con le sue delusioni.Per me questi sono giorni "speciali" torno ad un campionato del mondo, lo faccio a Parigi nella culla della scherma mondiale in una terra che ci ha sempre insegnato come si organizza la scherma(...a noi italiani un po` ci rode...ma negli anni ci siamo divertiti ,spesso e volentieri, a battere i cugini ad avere la meglio in pedana su una struttura piu` forte piu` potente della nostra), torno con grandi emozioni e con sensazioni contrastanti....tornero` a vivere quel profumo intenso dell`emozione pura, tornero` a sentire il mio cuore battere forte quando saro` a bordo pedana ad accompagnare le Nostre atlete, tornero` a vivere la gioia di essere tutt`uno con chi sta in pedana,nei momenti difficili e,spero, nella condivisione della gioia.Dovro` cercare di "limitare" e "controllare" cio` che ho dentro, dovro` essere bravo a ricordare chi siamo, quello che abbiamo fatto e quello che e` il Nostro percorso.I sogni esistono, e per quanto mi riguarda, io sono una persona molto fortunata; perche` ho avuto ,spesso, la fortuna di vederli realizzare, ma so che ci vuole tanto tempo e tanta pazienza.Molte sono le componenti che si devono incastrare per arrivare a "vivere" emozioni forti, e noi siamo solo all`inizio di questo puzzle.Sara` per me,allo stesso tempo, bello e difficile affrontare i mostri sacri della scherma mondiale; durante l`anno con le ragazze nipponiche abbiamo avuto la fortuna e il piacere di incontrare tutte le piu` forti schermitrici del mondo....ma il mondiale e` un`altra cosa....quando si spengono le luci, sulle pedane colorate e la musica accompagna la voce dello speaker...il cuore va in tumulto e in pochi minuti tutto il lavoro deve uscire per magia dalla mano e dalla mente dell`atleta.Ma ora, qui, nel silenzio della sala, so che alle pedane colorate ci arriveremo solo se supereremo i gironi e l`assalto di qualificazione, alle pedane colorate ci arriveremo solo se saremo cosi` bravi da superare il primo giorno di gara.Questo dovra` essere il Nostro primo obiettivo, concentrarci su una cosa alla volta, non pensare a cio` che ci potrebbe essere dopo, ma dare tutto cio` che abbiamo dentro dalla prima stoccata del girone, lontano dalle luci, lontano dai colori e dallo speaker, ma dentro le nostre emozioni, dentro tutto cio` che abbiamo costruito fino ad ora.Se faremo tutto cio` avremo onorato il nostro impegno e la nostra passione, se faremo tutto cio` saremo in pace con la nostra coscenza e saremo felici ed orgogliosi di Noi stessi.
Ciao
Ciao
21 ottobre 2010
Caro Saviano, sulla libertà non tratto"
di PAOLO GARIMBERTI
Paolo Garimberti, presidente della Rai
Caro Saviano,
rispondo volentieri alla sua lettera 1 e Le dico subito, in estrema sintesi, come la penso: io sulla libertà non tratto. Ho vissuto un lungo periodo della mia vita in un Paese in cui la libertà non c'era, quell'Unione Sovietica che non esiste più. So dunque molto bene che cosa significa scontrarsi quotidianamente con chi tenta di mettere in gabbia la tua libertà.
Sulla libertà non trattavo in Unione Sovietica e non tratto nemmeno in Rai. Mi approprio di una citazione famosa: anche se non condivido la tua opinione farò di tutto perché tu possa esprimerla. Questo è il mio convincimento, perché il pluralismo si fa aggiungendo voci e non sottraendone. E la Rai deve saper accogliere tutte le voci. Libertà dunque è poter scegliere ma libertà vuol dire anche e soprattutto responsabilità, non quella faziosità che non rispetta la pluralità delle opinioni, che è il sale della democrazia. E di questa libertà mi faccio garante e per questo confido che, superati i problemi, Lei e Fabio Fazio saprete liberamente confezionare un programma di qualità rispettoso dei principi cardine del Servizio Pubblico che sono, tra gli altri, imparzialità, pluralismo e rispetto della persona.
Quanto alle sue osservazioni sui problemi avuti e gli ostacoli incontrati spero, e non può essere altrimenti, che siano solo lo specchio di una tendenza al ritardo che, lo dico senza mezzi termini, non mi piace per niente. E' chiaro a tutti, perché è scritto nella legge e nello statuto Rai, che né il Presidente né i Consiglieri di amministrazione possono intervenire direttamente nella gestione operativa dell'Azienda che è demandata al Direttore Generale. Ma di questa tendenza al ritardo, di questo andazzo, ho già parlato in Cda perché finisce per generare polemiche a lettura politica che ci fanno finire sui giornali e danneggiano l'immagine della Rai. Quando non rischia addirittura di incidere economicamente.
La mia Rai ideale è un'azienda normale, che sui giornali ci finisce una volta l'anno, magari quando presenta il bilancio, come tutte le società per azioni. E, come industria culturale, ogni volta che c'è una qualche iniziativa o trasmissione meritoria. Buon lavoro, dunque, Saviano, a Lei e Fabio e a tutti quelli che lavorano per il successo di quest'azienda.
Paolo Garimberti
di PAOLO GARIMBERTI
Paolo Garimberti, presidente della Rai
Caro Saviano,
rispondo volentieri alla sua lettera 1 e Le dico subito, in estrema sintesi, come la penso: io sulla libertà non tratto. Ho vissuto un lungo periodo della mia vita in un Paese in cui la libertà non c'era, quell'Unione Sovietica che non esiste più. So dunque molto bene che cosa significa scontrarsi quotidianamente con chi tenta di mettere in gabbia la tua libertà.
Sulla libertà non trattavo in Unione Sovietica e non tratto nemmeno in Rai. Mi approprio di una citazione famosa: anche se non condivido la tua opinione farò di tutto perché tu possa esprimerla. Questo è il mio convincimento, perché il pluralismo si fa aggiungendo voci e non sottraendone. E la Rai deve saper accogliere tutte le voci. Libertà dunque è poter scegliere ma libertà vuol dire anche e soprattutto responsabilità, non quella faziosità che non rispetta la pluralità delle opinioni, che è il sale della democrazia. E di questa libertà mi faccio garante e per questo confido che, superati i problemi, Lei e Fabio Fazio saprete liberamente confezionare un programma di qualità rispettoso dei principi cardine del Servizio Pubblico che sono, tra gli altri, imparzialità, pluralismo e rispetto della persona.
Quanto alle sue osservazioni sui problemi avuti e gli ostacoli incontrati spero, e non può essere altrimenti, che siano solo lo specchio di una tendenza al ritardo che, lo dico senza mezzi termini, non mi piace per niente. E' chiaro a tutti, perché è scritto nella legge e nello statuto Rai, che né il Presidente né i Consiglieri di amministrazione possono intervenire direttamente nella gestione operativa dell'Azienda che è demandata al Direttore Generale. Ma di questa tendenza al ritardo, di questo andazzo, ho già parlato in Cda perché finisce per generare polemiche a lettura politica che ci fanno finire sui giornali e danneggiano l'immagine della Rai. Quando non rischia addirittura di incidere economicamente.
La mia Rai ideale è un'azienda normale, che sui giornali ci finisce una volta l'anno, magari quando presenta il bilancio, come tutte le società per azioni. E, come industria culturale, ogni volta che c'è una qualche iniziativa o trasmissione meritoria. Buon lavoro, dunque, Saviano, a Lei e Fabio e a tutti quelli che lavorano per il successo di quest'azienda.
Paolo Garimberti
20 ottobre 2010
LA LETTERA
"Caro Garimberti,cosi` non andiamo in onda"
di ROBERTO SAVIANO
Caro presidente Rai, una dichiarazione del direttore generale Masi assicura che Vieni via con me andrà in onda senza problemi. Purtroppo non è vero. La favola sui compensi "astronomici" degli ospiti - agitata dai vertici Rai - è appunto, una favola, un ultimo pretesto per metterci i bastoni tra le ruote. Tutte le persone che abbiamo invitato si sono dette pronte a dimezzare i loro compensi e persino a intervenire gratis, pur di partecipare al nostro progetto: eppure, oggi, a meno di tre settimane dalla prima puntata nessuno dei loro contratti è stato ancora firmato.
Ma a parte il fatto che sarebbe ingiusto chiedere a chiunque di lavorare gratuitamente, la verità è che i soldi non c'entrano: anche perché Vieni via con me sarebbe comunque un grande affare per la Rai, viste le cifre a cui sono stati già venduti gli spazi pubblicitari. Il danno economico per la tv di Stato sarebbe cancellarlo.
La Rai ha fatto di tutto in questi mesi per boicottare il nostro lavoro: ci hanno ridotto lo studio, gli attori, gli ospiti, hanno tentato di tagliare le puntate da quattro a due, ci hanno messo in programma prima contro le partite di coppa e poi contro Il Grande fratello. Nel continuo braccio di ferro con l'azienda abbiamo avuto al nostro fianco solo la direzione di Raitre. Alla fine è stato chiaro, ci troviamo di fronte ad un paradosso: un editore che, non avendo la forza per bocciare una trasmissione, fa di tutto per farla andare male, per ridurne al minimo l'audience e costringerla in una nicchia dove non dà più fastidio. Noi avremmo voluto fare un programma ambizioso, di qualità, con ospiti importanti e destinato ad un grande pubblico per raccontare un'Italia che raramente appare in tv. Volevamo parlare di macchina del fango, di mafia e politica, di come funzionano i voti di scambio, delle bugie sul terremoto, del business dei rifiuti: guarda caso, quando i dirigenti Rai hanno conosciuto la scaletta delle trasmissioni, tutto è diventato più difficile. È allora evidente che sono i contenuti della trasmissione a fare paura: ma sui contenuti nessuno di noi è disposto a trattare, sono la nostra libertà.
In questo clima, con un editore che rema contro, e che fa di tutto per ridurre mezzi, spazio, possibilità, non possiamo né vogliamo lavorare. Non ci sono la condizioni per andare in onda. I vertici dell'azienda hanno fatto di tutto per dimostrarci di non volere Vieni via con me. La Rai dimostri che non è così, se ne è capace. Caro presidente, ci dica con chiarezza se questo programma si può fare liberamente, oppure no.
"Caro Garimberti,cosi` non andiamo in onda"
di ROBERTO SAVIANO
Caro presidente Rai, una dichiarazione del direttore generale Masi assicura che Vieni via con me andrà in onda senza problemi. Purtroppo non è vero. La favola sui compensi "astronomici" degli ospiti - agitata dai vertici Rai - è appunto, una favola, un ultimo pretesto per metterci i bastoni tra le ruote. Tutte le persone che abbiamo invitato si sono dette pronte a dimezzare i loro compensi e persino a intervenire gratis, pur di partecipare al nostro progetto: eppure, oggi, a meno di tre settimane dalla prima puntata nessuno dei loro contratti è stato ancora firmato.
Ma a parte il fatto che sarebbe ingiusto chiedere a chiunque di lavorare gratuitamente, la verità è che i soldi non c'entrano: anche perché Vieni via con me sarebbe comunque un grande affare per la Rai, viste le cifre a cui sono stati già venduti gli spazi pubblicitari. Il danno economico per la tv di Stato sarebbe cancellarlo.
La Rai ha fatto di tutto in questi mesi per boicottare il nostro lavoro: ci hanno ridotto lo studio, gli attori, gli ospiti, hanno tentato di tagliare le puntate da quattro a due, ci hanno messo in programma prima contro le partite di coppa e poi contro Il Grande fratello. Nel continuo braccio di ferro con l'azienda abbiamo avuto al nostro fianco solo la direzione di Raitre. Alla fine è stato chiaro, ci troviamo di fronte ad un paradosso: un editore che, non avendo la forza per bocciare una trasmissione, fa di tutto per farla andare male, per ridurne al minimo l'audience e costringerla in una nicchia dove non dà più fastidio. Noi avremmo voluto fare un programma ambizioso, di qualità, con ospiti importanti e destinato ad un grande pubblico per raccontare un'Italia che raramente appare in tv. Volevamo parlare di macchina del fango, di mafia e politica, di come funzionano i voti di scambio, delle bugie sul terremoto, del business dei rifiuti: guarda caso, quando i dirigenti Rai hanno conosciuto la scaletta delle trasmissioni, tutto è diventato più difficile. È allora evidente che sono i contenuti della trasmissione a fare paura: ma sui contenuti nessuno di noi è disposto a trattare, sono la nostra libertà.
In questo clima, con un editore che rema contro, e che fa di tutto per ridurre mezzi, spazio, possibilità, non possiamo né vogliamo lavorare. Non ci sono la condizioni per andare in onda. I vertici dell'azienda hanno fatto di tutto per dimostrarci di non volere Vieni via con me. La Rai dimostri che non è così, se ne è capace. Caro presidente, ci dica con chiarezza se questo programma si può fare liberamente, oppure no.
martedì 19 ottobre 2010
19 ottobre 2010
Ciao amici, sono tornato nella mia casetta giapponese; ho sistemato i bagagli, fatto il bucato, e pulito l'appartamento..ora aspetto un pò per andare a dormire, anche se sono molto stanco, per evitere domani mattina alle quattro di essere sveglio..il fuso orario è sempre un pò pesantino i primi giorni.
Domani e dopodomani le ragazze saranno libere e, quasi tutte, hanno approfittato per tornarsene a casa dai genitori e dai fidanzati. Il 22, 23 e 24 lavoreremo in maniera tranquilla e rilassata e poi il 25 partiremo per Parigi, dove svolgeremo l'ultima settimana di allenamento prima dei campionati del mondo.
Ciao a presto
Domani e dopodomani le ragazze saranno libere e, quasi tutte, hanno approfittato per tornarsene a casa dai genitori e dai fidanzati. Il 22, 23 e 24 lavoreremo in maniera tranquilla e rilassata e poi il 25 partiremo per Parigi, dove svolgeremo l'ultima settimana di allenamento prima dei campionati del mondo.
Ciao a presto
domenica 17 ottobre 2010
17 ottobre 2010
Blog di Repubblica.it» Tempo Reale
di Vittorio Zucconi
Saluto a Mandelbrot
Apprendo solo ora che Benoit Mandelbrot è morto giovedi scorso. Evidentemente, la notizia che uno dei grandi matematici del secolo se n’è andato non importa gran che ai media, che pure sono sempre pronti a gettarsi sull’ultimo gossip.
E dire che la novità introdotta da Mandelbrot nella matematica del Novecento era arrivata anche alla gente comune, fino a catturarne l’immaginario. Si tratta, infatti, dei famosi frattali: di quei letterali “oggetti fratturati”, cioè, che consistono in una figura le cui parti la riproducono interamente in scala più piccola. E’ stata proprio questa sorta di mise en abyme, a rendere tali oggetti popolari non solo nella grafica computerizzata, ma anche nei poster e sulle magliette.
In realtà, non è stato Mandelbrot a scoprire i frattali: i primi esempi risalgono a fine Ottocento, e uno dei più famosi è la cosiddetta curva di Peano, che copre interamente il piano. Ma è stato lui a introdurre la parola “frattali”, e a far diventare il loro studio uno dei campi più intriganti della matematica. In particolare, grazie al famoso insieme di Mandelbrot, i cui anfratti riproducono un’infinita varietà di forme e costituiscono una sorta di catalogo universale di tutti i frattali.
Per qualche tempo i frattali sono stati considerati delle semplici curiosità, e il loro profeta un matematico un po’ marginale. Ma oggi sono stati pienamente rivalutati, e almeno due medaglie Fields (l’analogo del premio Nobel per la matematica) sono state assegnate per ricerche legate all’insieme di Mandelbrot. La prima a Jean Christophe Yoccoz, nel 1994, per aver dimostrato che quell’insieme è fatto tutto d’un pezzo, e non di pezzi isolati. La seconda a Curtis McCullen, nel 1998, per aver individuato in esso un sottoinsieme di punti significativi per lo studio dei sistemi dinamici.
Mandelbrot era molto orgoglioso di questi riconoscimenti, che considerava in parte un tributo tardivo al valore del suo lavoro. Ma gli piaceva continuare a descriversi come un cavaliere solitario nelle praterie della matematica, alla scoperta di aree selvagge da conquistare. Ad esempio, negli ultimi anni si era dedicato a pubblicizzare le sue ricerche su Il disordine dei mercati (Einaudi, 2005), nelle quali applicava la teoria dei frattali all’economia, per lo sconforto degli economisti classici.
Quando venne al primo Festival di Matematica di Roma, nel 2007, il pubblico era talmente numeroso che dovemmo riservargli la sala maggiore dell’Auditorium. Due anni dopo tornò per il prologo del terzo Festival, a New York, e ricordo che un ascoltatore mi disse stupito che non sapeva fosse ancora vivo: nel senso che ormai era un mostro sacro, di quelli che si pensa appartengano alla storia del passato, e non alla cronaca del presente.
Ma Mandelbrot apparteneva veramente alla storia, in generale, e non solo a quella della matematica. Parlare con lui era come ripercorrere l’intero secolo, attraverso gli innumerevoli aneddoti che lui amava raccontare senza posa. E di cose da raccontare ne aveva tante, un ebreo polacco emigrato in Francia da bambino nel 1936, che era poi vissuto di qua e di là dell’Atlantico. Anche negli ultimi anni, se solo si lasciava passare qualche tempo senza scrivergli, si doveva poi iniziare un’affannosa ricerca per localizzarlo, nell’ultimo laboratorio dove il vagabondo della ricerca si era spostato, spesso cambiando indirizzo di mail.
Qualche anno fa, al Festival della Scienza di Genova, mi aveva detto che era preoccupato per le sue memorie, che ormai stavano assumendo dimensioni gigantesche. E alla mia domanda, su quanti volumi sarebbero stati, aveva risposto: “Dipende da quanto resisterò alla tentazione di filosofare. Perché se, ad esempio, mi metto a disquisire sul ruolo degli outsider nella storia della scienza, già quello potrebbe diventare un libro. Ma per ora non penso al numero dei volumi: mi preoccuperò dei ponti quando arriverò al fiume”. Chissà a che punto era arrivato giovedì, quando è giunto per lui il momento di traghettare il grande fiume.
di Vittorio Zucconi
Saluto a Mandelbrot
Apprendo solo ora che Benoit Mandelbrot è morto giovedi scorso. Evidentemente, la notizia che uno dei grandi matematici del secolo se n’è andato non importa gran che ai media, che pure sono sempre pronti a gettarsi sull’ultimo gossip.
E dire che la novità introdotta da Mandelbrot nella matematica del Novecento era arrivata anche alla gente comune, fino a catturarne l’immaginario. Si tratta, infatti, dei famosi frattali: di quei letterali “oggetti fratturati”, cioè, che consistono in una figura le cui parti la riproducono interamente in scala più piccola. E’ stata proprio questa sorta di mise en abyme, a rendere tali oggetti popolari non solo nella grafica computerizzata, ma anche nei poster e sulle magliette.
In realtà, non è stato Mandelbrot a scoprire i frattali: i primi esempi risalgono a fine Ottocento, e uno dei più famosi è la cosiddetta curva di Peano, che copre interamente il piano. Ma è stato lui a introdurre la parola “frattali”, e a far diventare il loro studio uno dei campi più intriganti della matematica. In particolare, grazie al famoso insieme di Mandelbrot, i cui anfratti riproducono un’infinita varietà di forme e costituiscono una sorta di catalogo universale di tutti i frattali.
Per qualche tempo i frattali sono stati considerati delle semplici curiosità, e il loro profeta un matematico un po’ marginale. Ma oggi sono stati pienamente rivalutati, e almeno due medaglie Fields (l’analogo del premio Nobel per la matematica) sono state assegnate per ricerche legate all’insieme di Mandelbrot. La prima a Jean Christophe Yoccoz, nel 1994, per aver dimostrato che quell’insieme è fatto tutto d’un pezzo, e non di pezzi isolati. La seconda a Curtis McCullen, nel 1998, per aver individuato in esso un sottoinsieme di punti significativi per lo studio dei sistemi dinamici.
Mandelbrot era molto orgoglioso di questi riconoscimenti, che considerava in parte un tributo tardivo al valore del suo lavoro. Ma gli piaceva continuare a descriversi come un cavaliere solitario nelle praterie della matematica, alla scoperta di aree selvagge da conquistare. Ad esempio, negli ultimi anni si era dedicato a pubblicizzare le sue ricerche su Il disordine dei mercati (Einaudi, 2005), nelle quali applicava la teoria dei frattali all’economia, per lo sconforto degli economisti classici.
Quando venne al primo Festival di Matematica di Roma, nel 2007, il pubblico era talmente numeroso che dovemmo riservargli la sala maggiore dell’Auditorium. Due anni dopo tornò per il prologo del terzo Festival, a New York, e ricordo che un ascoltatore mi disse stupito che non sapeva fosse ancora vivo: nel senso che ormai era un mostro sacro, di quelli che si pensa appartengano alla storia del passato, e non alla cronaca del presente.
Ma Mandelbrot apparteneva veramente alla storia, in generale, e non solo a quella della matematica. Parlare con lui era come ripercorrere l’intero secolo, attraverso gli innumerevoli aneddoti che lui amava raccontare senza posa. E di cose da raccontare ne aveva tante, un ebreo polacco emigrato in Francia da bambino nel 1936, che era poi vissuto di qua e di là dell’Atlantico. Anche negli ultimi anni, se solo si lasciava passare qualche tempo senza scrivergli, si doveva poi iniziare un’affannosa ricerca per localizzarlo, nell’ultimo laboratorio dove il vagabondo della ricerca si era spostato, spesso cambiando indirizzo di mail.
Qualche anno fa, al Festival della Scienza di Genova, mi aveva detto che era preoccupato per le sue memorie, che ormai stavano assumendo dimensioni gigantesche. E alla mia domanda, su quanti volumi sarebbero stati, aveva risposto: “Dipende da quanto resisterò alla tentazione di filosofare. Perché se, ad esempio, mi metto a disquisire sul ruolo degli outsider nella storia della scienza, già quello potrebbe diventare un libro. Ma per ora non penso al numero dei volumi: mi preoccuperò dei ponti quando arriverò al fiume”. Chissà a che punto era arrivato giovedì, quando è giunto per lui il momento di traghettare il grande fiume.
17 ottobre 2010
Ciao amici, un saluto da Mosbach, ecco la classifica delle prime 16 dell'Open tedesco:
1. GER ZACKE Martina
2. JPN ICHIKAWA Michiko
3. GER GOLUBYTSKYI Carolin
3. JPN IKEHATA Kanae
5. GER BINGENHEIMER Sandra
6. GER SAUER Anne
7. GER SCHULT Katharina
8. JPN MORI Yuki
9. GER MERKL Larissa
10. JPN NISHIOKA Shiho
11. GER SCHÄFER Anna
12. JPN HIRATA Kyomi
13. GER GRUBE Melanie
14. JPN YOSHIZAWA Chie
15. BEL GROSLAMBERT Julie
16. GER FENGER Hannah
Sono molto contento della prova delle ragazze giapponesi. Si è trattato , per la nostra squadra, di un ottimo allenamento a Tauber e di una bella esperienza in questo torneo tedesco.Il nostro processo di apprendimento continua ed ora ci attendono i campionati del mondo di parigi.Andremo in Francia, sereni , felici di aver lavorato bene e consci di essere migliorati.Per la nostra squadra il mondiale parigino non sarà che un'altra tappa del nostro percorso, una tappa bellissima ed entusiasmante che andremo a vivere con serenità e consapevolezza del nostro ruolo.Abbiamo lavorato tanto, e mi sento di dire "bene"; in 9 mesi di conoscenza abbiamo costruito qualcosa di importante, la fiducia reciproca e questo ci fa vivere questa esperienza sportiva con grande felicità!!Sono contento della performance tecnica di tutte le ragazze, domani rientreremo a Tokio per ultimare questo periodo di allenamento e poi a Parigi a respirare l'aria del grande evento, a godersi la possibilità di incontrarsi sulla pedana con la crema mondiale.
Ciao amici
1. GER ZACKE Martina
2. JPN ICHIKAWA Michiko
3. GER GOLUBYTSKYI Carolin
3. JPN IKEHATA Kanae
5. GER BINGENHEIMER Sandra
6. GER SAUER Anne
7. GER SCHULT Katharina
8. JPN MORI Yuki
9. GER MERKL Larissa
10. JPN NISHIOKA Shiho
11. GER SCHÄFER Anna
12. JPN HIRATA Kyomi
13. GER GRUBE Melanie
14. JPN YOSHIZAWA Chie
15. BEL GROSLAMBERT Julie
16. GER FENGER Hannah
Sono molto contento della prova delle ragazze giapponesi. Si è trattato , per la nostra squadra, di un ottimo allenamento a Tauber e di una bella esperienza in questo torneo tedesco.Il nostro processo di apprendimento continua ed ora ci attendono i campionati del mondo di parigi.Andremo in Francia, sereni , felici di aver lavorato bene e consci di essere migliorati.Per la nostra squadra il mondiale parigino non sarà che un'altra tappa del nostro percorso, una tappa bellissima ed entusiasmante che andremo a vivere con serenità e consapevolezza del nostro ruolo.Abbiamo lavorato tanto, e mi sento di dire "bene"; in 9 mesi di conoscenza abbiamo costruito qualcosa di importante, la fiducia reciproca e questo ci fa vivere questa esperienza sportiva con grande felicità!!Sono contento della performance tecnica di tutte le ragazze, domani rientreremo a Tokio per ultimare questo periodo di allenamento e poi a Parigi a respirare l'aria del grande evento, a godersi la possibilità di incontrarsi sulla pedana con la crema mondiale.
Ciao amici
venerdì 15 ottobre 2010
14 ottobre 2010
LA LIBERTA` GIORGIO GABER
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un’opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione
Che meravigliosa canzone , che attualita` incredibile!!!!
Ciao
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un’opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione
Che meravigliosa canzone , che attualita` incredibile!!!!
Ciao
giovedì 14 ottobre 2010
14 0ttobre 2010
Ciao, voglio dire grazie ad Irene Di Transo, grazie per il tuo gesto, grazie per la semplicita`con la quale mi hai comunicato la tua gratitudine, cara Irene sei una persona "ricca" possiedi una dote rara, quella del ricordo!!
Ciao e in bocca al lupo
Ciao e in bocca al lupo
mercoledì 13 ottobre 2010
13 ottobre 2010
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Blog | di Gianfranco Mascia
13 ottobre 2010
Annozero: telespettatori in sciopero
Mauro Masi è l’esecutore. Capire chi sia il mandante non è difficile. Basta rileggersi i testi delle telefonate che in questi mesi sono circolate tra lui e Berlusconi.
E così la televisione pubblica mostra il suo lato oscuro censurando e mettendo il bavaglio, rispondendo prontamente ai diktat del principe irrequieto e evidenziando quanto sia condizionata dalla politica e dalla casta che ci governa.
Per fortuna esiste ancora un’isola felice, dove poter ancora esercitare la libertà di informazione, senza seguire i capricci di nessuno e con la consapevolezza che la circolazione delle idee e il pluralismo sono un valore aggiunto e non certo un ostacolo.
Sto parlando della Rete. Proprio in questi spazi sono maturate due iniziative che – in vista della sospensione di Annozero – diffonderemo nelle prossime settimane.
La prima è lo sciopero dei telespettatori nei giorni 21 e 28 ottobre. Il Popolo Viola ha lanciato questo momento di presa di coscienza individuale perché ritiene che la sospensione inflitta ad AnnoZero e a Michele Santoro dalla direzione generale della Rai sia solo l’ennesimo inaccettabile attacco alla libertà d’informazione perpetrato dal Governo. Per questo invita tutti i cittadini che hanno a cuore il pluralismo e la libertà a tenere le televisioni spente dalle 6 alle 24, per ribadire che i diritti alla critica e al dissenso sono valori fondamentali della Democrazia.
Con la seconda iniziativa vogliamo sopperire alla mancanza di libera circolazione dell’informazione nella tv pubblica, con la “Staffetta Web dell’Informazione Libera”: durante i giorni dello sciopero chiederemo a siti, blog e portali web di riempire parte di un palinsesto mettendo a disposizione il proprio indirizzo, per mandare in onda le puntate di Annozero già realizzate in questa stagione. Ciascuno occuperà un’ora trasmettendo dal suo indirizzo web, per poi collegarsi con il successivo e così via per entrambe le giornate.
Due modi per ribadire alcuni semplici concetti: il valore della intelligenza collettiva che si mette all’opera per difendere i principi della nostra Costituzione; la forza del web e delle connessioni; la necessità di reagire con gesti concreti e scelte di presa di coscienza individuale a tutte le censure.
Blog | di Gianfranco Mascia
13 ottobre 2010
Annozero: telespettatori in sciopero
Mauro Masi è l’esecutore. Capire chi sia il mandante non è difficile. Basta rileggersi i testi delle telefonate che in questi mesi sono circolate tra lui e Berlusconi.
E così la televisione pubblica mostra il suo lato oscuro censurando e mettendo il bavaglio, rispondendo prontamente ai diktat del principe irrequieto e evidenziando quanto sia condizionata dalla politica e dalla casta che ci governa.
Per fortuna esiste ancora un’isola felice, dove poter ancora esercitare la libertà di informazione, senza seguire i capricci di nessuno e con la consapevolezza che la circolazione delle idee e il pluralismo sono un valore aggiunto e non certo un ostacolo.
Sto parlando della Rete. Proprio in questi spazi sono maturate due iniziative che – in vista della sospensione di Annozero – diffonderemo nelle prossime settimane.
La prima è lo sciopero dei telespettatori nei giorni 21 e 28 ottobre. Il Popolo Viola ha lanciato questo momento di presa di coscienza individuale perché ritiene che la sospensione inflitta ad AnnoZero e a Michele Santoro dalla direzione generale della Rai sia solo l’ennesimo inaccettabile attacco alla libertà d’informazione perpetrato dal Governo. Per questo invita tutti i cittadini che hanno a cuore il pluralismo e la libertà a tenere le televisioni spente dalle 6 alle 24, per ribadire che i diritti alla critica e al dissenso sono valori fondamentali della Democrazia.
Con la seconda iniziativa vogliamo sopperire alla mancanza di libera circolazione dell’informazione nella tv pubblica, con la “Staffetta Web dell’Informazione Libera”: durante i giorni dello sciopero chiederemo a siti, blog e portali web di riempire parte di un palinsesto mettendo a disposizione il proprio indirizzo, per mandare in onda le puntate di Annozero già realizzate in questa stagione. Ciascuno occuperà un’ora trasmettendo dal suo indirizzo web, per poi collegarsi con il successivo e così via per entrambe le giornate.
Due modi per ribadire alcuni semplici concetti: il valore della intelligenza collettiva che si mette all’opera per difendere i principi della nostra Costituzione; la forza del web e delle connessioni; la necessità di reagire con gesti concreti e scelte di presa di coscienza individuale a tutte le censure.
13 ottobre 2010
SOSPESO ANNO ZERO.................!!!!!!!!!!!!!!
POVERA ITALIA.......SEMPRE PEGGIO!!!!!!!!!!!!!
ROMA - Dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione a partire da lunedì 18 ottobre. Sanzioni comunicate per lettera, consegnata questa mattina a Michele Santoro dall'azienda dopo il richiamo della direzione generale per la puntata d'apertura di Annozero. Un provvedimento disciplinare in nessun modo "considerato riconducibile ad iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà di espressione o il diritto di critica" si affretta a chiarire Mauro Masi, dopo le immediate reazioni alla notizia. Ma Santoro attacca, annunciando che "reagirà con tutte le forze e in ogni sede", e denuncia un "provvedimento di gravità inaudita, ad personam". Immediate le reazione politiche con l'opposizione (ma anche i finiani) che si scagliano contro Masi. E con il popolo viola che annuncia una mobilitazione per il giornalista.
La tensione fra Santoro e la direzione era nuovamente salita dopo l'affondo del conduttore durante la prima puntata della stagione contro il direttore generale (l'ormai famoso "vaffan'bicchiere"), in seguito al quale lo stesso dg aveva portato il caso in Consiglio 1 e si era riservato di avviare tempestive azioni disciplinari contro Santoro. La puntata di domani andrà comunque regolarmente in onda.
I motivi della sanzione. Le violazioni, secondo il direttore generale, sono "l'uso del mezzo televisivo a fini personali; un attacco diretto e gratuitamente offensivo al dg per una circolare a garanzia dell'equilibrio all'interno dei programmi di approfondimento informativo, che è stata approvata dal Cda". "Nessuna censura - continua Masi -, nessun attentato alla libertà d'informazione". E nessun accanimento: "Non esistono dipendenti più uguali degli altri o zone franche all'interno delle quali sia possibile garantirsi il diritto all'impunità, tanto più quando si arriva a insultare il capoazienda in diretta televisiva con una modalità di contenuti ed espressioni che crea un caso che non ha precedenti al mondo".
Santoro: "Gravità inaudita". Durissima la reazione del conduttore, che ha immediatamente risposto con un'altra lettera al presidente e al Consiglio d'amministrazione della Rai. "Il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, è di una gravità inaudita e, contro di esso, reagirò con tutte le mie forze in ogni sede. Ritengo, tuttavia - aggiunge Santoro - che il Consiglio, anche senza entrare nel merito di questa 'punizione esemplare', debba pronunciarsi sulla decisione assunta dal direttore generale di metterla in atto cancellando due puntate di Annozero. Una punizione nei miei confronti si trasforma così in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai. E "spezza le gambe ad un programma di grandissimo successo", aggiunge, "già sottoposto ad una partenza ad ostacoli". Un vero e proprio "attentato alla televisione di fronte al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità".
Il Cda. Da Masi prende le distanze Paolo Garimberti. Secondo il presidente della Rai si tratta di "un provvedimento di esclusiva sua responsabilità, che ho appreso come gli altri dalle agenzie. E' quasi superfluo dire che non lo condivido perché, al di là di altre considerazioni, lo trovo manifestamente sproporzionato". La sospensione di Santoro è una decisione sbagliata ed abnorme, secondo i consiglieri di minoranza Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten. Per loro lo stop di Masi al conduttore di Annozero "conferma, come era già emerso dalle intercettazioni di trani, la sua volontà di assecondare le pressioni politiche esterne per chiudere la trasmissione di Santoro".
Le reazioni. Non si sono fatte attendere le reazioni. Una decisione "sconcertante", dice Pierluigi Bersani, segretario del Pd. Una vicenda, prosegue il leader democratico, che dimostra la necessità di un intervento che, pur preservando la natura pubblica della Rai, la liberi dai vincoli politici. "E' ora che la Rai diventi una azienda normale, con un clima positivo e normale e in cui si valorizzino le professionalita", dice. Per Vincenzo Vita, senatore del Pd e componente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Santoro è un "capro espiatorio", mentre Paolo Gentiloni parla di un'enorme problema Masi in Rai.
L'Italia dei Valori chiede le immediate dimissioni di Masi: "La sospensione è la conferma che l'ordine impartito da Palazzo Chigi sulle epurazioni delle voci libere e sulla censura nei confronti delle opposizioni definite scomode è arrivato a destinazione", dice Antonio Di Pietro, annunciando anche la convocazione urgente della Commissione di vigilanza Rai per affrontare il caso. Anche Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci-Federazione della Sinistra, chiede le dimissioni di Masi, mentre per Nichi Vendola, di Sinistra ecologia e libertà, la sanzione contro Santoro è "accanimento terapeutico" contro le voci scomode. Per i Verdi "la sospensione è un atto di fascismo puro".
Il centrodestra. E se Giorgio Lainati (Pdl), vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, giustifica la sanzione disciplinare, i finiani difendono il conduttore. Per Italo Bocchino, "se a Santoro sono stati dati 10 giorni di sospensione, Minzolini ne merita 30.
Fnsi e popolo viola. Franco Siddi, segretario nazionale della Federazione stampa italiana, parla di un vero e proprio "sasso in bocca" alla trasmissione e di sequestro della libertà di informare senza essere omologati. A questo punto, "la Rai non è più un servizio pubblico", dice. L'associazione Articolo 21 e il Popolo viola chiamano alla mobilitazione: "Nei giorni di giovedì 21 e giovedì 28 ottobre invitiamo tutti i cittadini che hanno a cuore il pluralismo e la libertà a tenere le televisioni spente dalle 6 alle 24 per ribadire che i diritti alla critica e al dissenso sono valori fondamentali della democrazia".
Masi replica alle critiche. "Sento parlare da varie parti di sanzione sproporzionata. Questo verrà valutato nelle sedi competenti. Al riguardo osservo che ho applicato puntualmente la normativa vigente". Così si esprime in serata il direttore generale della Rai. Che polemizza: "Osservo altresì che di sproporzionato sento tante dichiarazioni che inventano dietrologie e scenari del tutto inventati, dimenticando curiosamente il punto fondamentale di tutta questa vicenda. E cioè che milioni di italiani hanno visto in diretta televisiva un dipendente che manda platealmente a quel paese il suo capoazienda. Ciò è totalmente intollerabile in punta di diritto e nel senso comune. Tutto il resto è fuffa".
Non ho veramente parole e non riesco a capire come gli italiani possano restare spettatori indifferenti a questo massacro organizzato che sta avvenendo in Italia!!
Con profonda tristezza vi saluto.
POVERA ITALIA.......SEMPRE PEGGIO!!!!!!!!!!!!!
ROMA - Dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione a partire da lunedì 18 ottobre. Sanzioni comunicate per lettera, consegnata questa mattina a Michele Santoro dall'azienda dopo il richiamo della direzione generale per la puntata d'apertura di Annozero. Un provvedimento disciplinare in nessun modo "considerato riconducibile ad iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà di espressione o il diritto di critica" si affretta a chiarire Mauro Masi, dopo le immediate reazioni alla notizia. Ma Santoro attacca, annunciando che "reagirà con tutte le forze e in ogni sede", e denuncia un "provvedimento di gravità inaudita, ad personam". Immediate le reazione politiche con l'opposizione (ma anche i finiani) che si scagliano contro Masi. E con il popolo viola che annuncia una mobilitazione per il giornalista.
La tensione fra Santoro e la direzione era nuovamente salita dopo l'affondo del conduttore durante la prima puntata della stagione contro il direttore generale (l'ormai famoso "vaffan'bicchiere"), in seguito al quale lo stesso dg aveva portato il caso in Consiglio 1 e si era riservato di avviare tempestive azioni disciplinari contro Santoro. La puntata di domani andrà comunque regolarmente in onda.
I motivi della sanzione. Le violazioni, secondo il direttore generale, sono "l'uso del mezzo televisivo a fini personali; un attacco diretto e gratuitamente offensivo al dg per una circolare a garanzia dell'equilibrio all'interno dei programmi di approfondimento informativo, che è stata approvata dal Cda". "Nessuna censura - continua Masi -, nessun attentato alla libertà d'informazione". E nessun accanimento: "Non esistono dipendenti più uguali degli altri o zone franche all'interno delle quali sia possibile garantirsi il diritto all'impunità, tanto più quando si arriva a insultare il capoazienda in diretta televisiva con una modalità di contenuti ed espressioni che crea un caso che non ha precedenti al mondo".
Santoro: "Gravità inaudita". Durissima la reazione del conduttore, che ha immediatamente risposto con un'altra lettera al presidente e al Consiglio d'amministrazione della Rai. "Il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, è di una gravità inaudita e, contro di esso, reagirò con tutte le mie forze in ogni sede. Ritengo, tuttavia - aggiunge Santoro - che il Consiglio, anche senza entrare nel merito di questa 'punizione esemplare', debba pronunciarsi sulla decisione assunta dal direttore generale di metterla in atto cancellando due puntate di Annozero. Una punizione nei miei confronti si trasforma così in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai. E "spezza le gambe ad un programma di grandissimo successo", aggiunge, "già sottoposto ad una partenza ad ostacoli". Un vero e proprio "attentato alla televisione di fronte al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità".
Il Cda. Da Masi prende le distanze Paolo Garimberti. Secondo il presidente della Rai si tratta di "un provvedimento di esclusiva sua responsabilità, che ho appreso come gli altri dalle agenzie. E' quasi superfluo dire che non lo condivido perché, al di là di altre considerazioni, lo trovo manifestamente sproporzionato". La sospensione di Santoro è una decisione sbagliata ed abnorme, secondo i consiglieri di minoranza Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten. Per loro lo stop di Masi al conduttore di Annozero "conferma, come era già emerso dalle intercettazioni di trani, la sua volontà di assecondare le pressioni politiche esterne per chiudere la trasmissione di Santoro".
Le reazioni. Non si sono fatte attendere le reazioni. Una decisione "sconcertante", dice Pierluigi Bersani, segretario del Pd. Una vicenda, prosegue il leader democratico, che dimostra la necessità di un intervento che, pur preservando la natura pubblica della Rai, la liberi dai vincoli politici. "E' ora che la Rai diventi una azienda normale, con un clima positivo e normale e in cui si valorizzino le professionalita", dice. Per Vincenzo Vita, senatore del Pd e componente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Santoro è un "capro espiatorio", mentre Paolo Gentiloni parla di un'enorme problema Masi in Rai.
L'Italia dei Valori chiede le immediate dimissioni di Masi: "La sospensione è la conferma che l'ordine impartito da Palazzo Chigi sulle epurazioni delle voci libere e sulla censura nei confronti delle opposizioni definite scomode è arrivato a destinazione", dice Antonio Di Pietro, annunciando anche la convocazione urgente della Commissione di vigilanza Rai per affrontare il caso. Anche Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci-Federazione della Sinistra, chiede le dimissioni di Masi, mentre per Nichi Vendola, di Sinistra ecologia e libertà, la sanzione contro Santoro è "accanimento terapeutico" contro le voci scomode. Per i Verdi "la sospensione è un atto di fascismo puro".
Il centrodestra. E se Giorgio Lainati (Pdl), vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, giustifica la sanzione disciplinare, i finiani difendono il conduttore. Per Italo Bocchino, "se a Santoro sono stati dati 10 giorni di sospensione, Minzolini ne merita 30.
Fnsi e popolo viola. Franco Siddi, segretario nazionale della Federazione stampa italiana, parla di un vero e proprio "sasso in bocca" alla trasmissione e di sequestro della libertà di informare senza essere omologati. A questo punto, "la Rai non è più un servizio pubblico", dice. L'associazione Articolo 21 e il Popolo viola chiamano alla mobilitazione: "Nei giorni di giovedì 21 e giovedì 28 ottobre invitiamo tutti i cittadini che hanno a cuore il pluralismo e la libertà a tenere le televisioni spente dalle 6 alle 24 per ribadire che i diritti alla critica e al dissenso sono valori fondamentali della democrazia".
Masi replica alle critiche. "Sento parlare da varie parti di sanzione sproporzionata. Questo verrà valutato nelle sedi competenti. Al riguardo osservo che ho applicato puntualmente la normativa vigente". Così si esprime in serata il direttore generale della Rai. Che polemizza: "Osservo altresì che di sproporzionato sento tante dichiarazioni che inventano dietrologie e scenari del tutto inventati, dimenticando curiosamente il punto fondamentale di tutta questa vicenda. E cioè che milioni di italiani hanno visto in diretta televisiva un dipendente che manda platealmente a quel paese il suo capoazienda. Ciò è totalmente intollerabile in punta di diritto e nel senso comune. Tutto il resto è fuffa".
Non ho veramente parole e non riesco a capire come gli italiani possano restare spettatori indifferenti a questo massacro organizzato che sta avvenendo in Italia!!
Con profonda tristezza vi saluto.
13 ottobre 2010
ciao amici, un saluto da Tauber, prosegue il nostro allenamento in "terra Alemanna "; oggi abbiamo provato la gara a squadre , tre squadre tedesche e tre squadre giapponesi, un bell`allenamento.la prima squadra nipponica vince tranquillamente conla seconda e la terza tedesca, ma con la prima squadra facciamo molta fatica e perdiamo.In questo momento il problema non e` la sconfitta, ma il fatto che le ragazze devono capire che anche nei momenti di difficolta` non devono perdere la loro "nuova identita`". Purtroppo quando vanno in difficolta` si chiudono in una scherma poco propositiva e troppo distruttiva, cosi` facendo cancellano tutto il processo di costruzione che stiamo facendo per migliorare le nostre caratteristiche!!Ma non importa, andiamo avanti, coscenti che tante volte dovremo leccarci lo ferite, prima di poter gustare qualche buon manicaretto!!!La seconda squadra ha tirato bene e sta dimostrando segnali di miglioramento, ma sono molto soddisfatto delle piccoline, che stanno vivendo questa esperienza con grande gioia ed entusiasmo e oggi quando hanno vinto con germania 3 non stavano nella pelle!!!Sono molto felice per loro.
Ciao
Ciao
venerdì 8 ottobre 2010
8 ottobre 2010
Ciao amici, un saluto da Tauber,In una sala si allena la sciabola, Germania, Italia, Romania, Usa e Canada;nella seconda sala le fiorettiste giapponesi incrociano le lame con le fiorettiste tedesche nella terza sala la spada tedesca prepara i mondiali, nella quarta sala una marea di piccolissimi schermidori "giocano" alla scherma; una meraviglia per un tecnico poter vivere questa atmosfera.Nel ristorante del centro si mangia tutti assieme e questo ci permtte di scambiarci impressioni ed esperienze.Il centro e` gestito in maniera perfetta da Mathias Behr ex grande fiorettista tedesco.
Sono contento di vedere come le fiorettiste nipponiche apprezzino questa esperienza cercando di assimilare ogni cosa, la voglia di apprendere le cose tecniche e le emozioni di potersi allenare in "una cattedrale" della scherma, sono per me, fonte di gioia; stanno capendo che cosa sto cercando di sottoporre loro, una crescita tecnica si completa anche attraverso le emozioni....basta saperle coglierle ed apprezzarle per poi nutrirsene!!!
Ciao
Sono contento di vedere come le fiorettiste nipponiche apprezzino questa esperienza cercando di assimilare ogni cosa, la voglia di apprendere le cose tecniche e le emozioni di potersi allenare in "una cattedrale" della scherma, sono per me, fonte di gioia; stanno capendo che cosa sto cercando di sottoporre loro, una crescita tecnica si completa anche attraverso le emozioni....basta saperle coglierle ed apprezzarle per poi nutrirsene!!!
Ciao
martedì 5 ottobre 2010
5 ottobre 2010
Far finta di essere sani
di Gaber - Luporini
Vivere, non riesco a vivere
ma la mente mi autorizza a credere
che una storia mia, positiva o no
è qualcosa che sta dentro la realtà.
Nel dubbio mi compro una moto
telaio e manubrio cromato
con tanti pistoni, bottoni e accessori più strani
far finta di essere sani.
Far finta di essere insieme a una donna normale
che riesce anche ad esser fedele
comprando sottane, collane, creme per mani
far finta di essere sani.
Far finta di essere...
Liberi, sentirsi liberi
forse per un attimo è possibile
ma che senso ha se è cosciente in me
la misura della mia inutilità.
Per ora rimando il suicidio
e faccio un gruppo di studio
le masse, la lotta di classe, i testi gramsciani
far finta di essere sani.
Far finta di essere un uomo con tanta energia
che va a realizzarsi in India o in Turchia
il suo salvataggio è un viaggio in luoghi lontani
far finta di essere sani.
Far finta di essere.......
Vanno, tutte le coppie vanno
vanno la mano nella mano
vanno, anche le cose vanno
vanno, si ingrossano piano piano
le fabbriche, i grattacieli
le autostrade, gli stadi comunali
e vedo bambini cantare
in fila li portano al mare
non sanno se ridere o piangere
batton le mani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere…
di Gaber - Luporini
Vivere, non riesco a vivere
ma la mente mi autorizza a credere
che una storia mia, positiva o no
è qualcosa che sta dentro la realtà.
Nel dubbio mi compro una moto
telaio e manubrio cromato
con tanti pistoni, bottoni e accessori più strani
far finta di essere sani.
Far finta di essere insieme a una donna normale
che riesce anche ad esser fedele
comprando sottane, collane, creme per mani
far finta di essere sani.
Far finta di essere...
Liberi, sentirsi liberi
forse per un attimo è possibile
ma che senso ha se è cosciente in me
la misura della mia inutilità.
Per ora rimando il suicidio
e faccio un gruppo di studio
le masse, la lotta di classe, i testi gramsciani
far finta di essere sani.
Far finta di essere un uomo con tanta energia
che va a realizzarsi in India o in Turchia
il suo salvataggio è un viaggio in luoghi lontani
far finta di essere sani.
Far finta di essere.......
Vanno, tutte le coppie vanno
vanno la mano nella mano
vanno, anche le cose vanno
vanno, si ingrossano piano piano
le fabbriche, i grattacieli
le autostrade, gli stadi comunali
e vedo bambini cantare
in fila li portano al mare
non sanno se ridere o piangere
batton le mani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere sani.
Far finta di essere…
5 ottobre 2010
Ciao amici, sto preparando le valige, domani si parte destinazione Tauber, cittadina tedesca non lontana da Francoforte. In assoluto il centro schermistico migliore al mondo, dotato di ogni confort immaginabile per l'allenamento di uno schermidore. un numero incredibile di pedane suddivise in 4 sale, una sala di muscolazione all'avanguardia, una piscina, campo di atletica, ristorante e foresteria, un centro fisioterapico di altissimo livello e una piccola sala operatoria!!!!!!Insomma il paradiso per un atleta professionista.Ci alleneremo con la nazionale tedesca per una decina di giorni per poi partecipare al campionato tedesco a Mosbach, aperto agli stranieri come consuetudine germanica.Questa è un'altra tappa del nostro percorso di crescita e di ricerca di un livello superiore per permettere alle ragazze giapponesi di fare esperienze d'alto livello.Ci attende un appuntamento bellissimo, i campionati del mondo di Parigi, una tappa per la nostra squadra da vivere con gioia e con serenità, siamo tutti consapevoli di non essere pronti a lottare per le medaglie , ma altrettanto consapevoli di voler recitare al meglio la propria parte,con professionalità, dignità e passione, poi tutto quello che verrà lo terremo stretto dentro di noi per continuare a costruire, mattone dopo mattone la nostra casa!!
Ciao
Ciao
lunedì 4 ottobre 2010
4 ottobre 2010
Ciao amici, vi posto questo articolo di Roberto Saviano
©2010Roberto Saviano/Agenzia Santachiara
Ho detto ieri, dialogando con i lettori e gli spettatori di Repubblica Tv, che ormai la politica in Italia è una cosa buia, che non appassiona più nessuno, né chi la fa, né chi la segue. Su questa affermazione mi hanno scritto in tanti, che credo abbiano condiviso con me questo sentimento di impotenza, avvertito talvolta come un impedimento, la denuncia di qualcosa che ostruisce la partecipazione, il normale rapporto che un cittadino deve avere con la vita pubblica del suo Paese. E insieme, c’è un altro sentimento in chi mi scrive: rabbia e ribellione per sentirsi espropriati dalla politica come strumento di impegno e di cambiamento, rifiuto di accettare che questa stagnazione prevalga.
Chi analizza fatti, episodi e metodi della politica italiana, in questo momento, non può che avere una reazione di spavento e pensare: non è per me. Ricatti, timori, intimidazioni. Tutti hanno paura. Anche io ho paura: non ho nulla da nascondere, con la vita ridotta e ipercontrollata cui sono costretto, ma sento questo clima di straordinaria ostilità, e vedo l’interesse a raccoglierlo, eccitarlo, utilizzarlo. Mi guardo intorno e penso: come deve sentirsi un giovane italiano che voglia usare in politica la sua passione civile, il suo talento? La politica di oggi lo incoraggia o lo spaventa?
E qual è il prezzo che tutti paghiamo per questa esclusione e per questa diffidenza? Qual è il costo sociale della paura? Chi fa già parte del sistema politico nel senso più largo del termine, comunque una responsabilità pubblica e sociale, sa che oggi in Italia qualsiasi sua fragilità può essere scandagliata, esibita, denunciata ed enfatizzata. Non importa che non sia un reato, non importa quasi nemmeno che sia vera. Basta che faccia notizia, che abbia un costo, che faccia pagare un prezzo, e che dunque serva come arma di ammonimento preventivo, di minaccia permanente, di regolamento dei conti successivo. Ma la libertà politica, come la libertà di stampa, si fonda sulla possibilità di esprimere le proprie idee senza ritorsioni di tipo personale. Se sai che esprimendo quell’opinione, o scrivendola, tu pagherai con un dossier su qualche vicenda irrilevante penalmente, magari addirittura falsa, ma capace di rovinare la tua vita privata, allora sei condizionato, non sei più libero.
Siamo dunque davanti a un problema di libertà, o meglio di mancanza di libertà. Siamo davanti a uno strano congegno fatto di interessi precisi, di persone, di giornalisti, di mezzi, di strumenti mediatici, che tenta di costruire un vestito mediaticamente diffamatorio; ha i mezzi per farlo, ha l’egemonia culturale per imporlo, ha la cornice politica per utilizzarlo.
Nella società del gossip si viene colpiti uno per volta, e noi siamo spettatori spesso incapaci di decodificare gli interessi costituiti che stanno dietro l’operazione, i mandanti, il movente. Eppure la questione riguarda tutti, perché mentre la macchina infanga una persona denudandola in una sua debolezza e colpendola nel suo isolamento, parla agli altri, sussurrando il messaggio peggiore, antipolitico per eccellenza: siamo tutti uguali, dice questo messaggio, non alzare la testa, non cercare speranze, perché siamo tutti sporchi e tutti abbiamo qualcosa da nascondere. Dunque abbassa lo sguardo, ritraiti, rinuncia.
Come si può spezzare questo meccanismo infernale, pericoloso per la democrazia, e non solo per le singole persone coinvolte? L’antidoto è in noi, in noi lettori, spettatori e cittadini, se preserviamo la nostra autonomia culturale, se recuperiamo la nostra capacità di giudizio. L’antidoto è nel non recepire il pettegolezzo, nel non riproporlo, nel non reiterarlo. Nel capire che ci si sta servendo di noi, dei nostri occhi, delle nostre bocche come megafoni di pensieri che non sono i nostri. Nel non passare, come fanno molti addetti ai lavori, le loro giornate su siti di gossip che mentono a pagamento, che costruiscono con tono scherzoso la delegittimazione, che usano informazioni personali soltanto per metterti in difficoltà. È il metodo dei vecchi regimi comunisti, delle tirannie dei paesi socialisti che volevano far passare i dissidenti per viziosi, ladri, nullafacenti, gentaglia che si opponeva solo per basso interesse. Mai come nell’Italia di oggi si trova realizzato nuovamente, anche se con metodi differenti, quel meccanismo delegittimante.
Dobbiamo capire che siamo davanti a un metodo, che lega Fini a Boffo e a Caldoro nella campagna di screditamento. Dobbiamo ripeterci che in un Paese normale non si comperano deputati a blocchi, giurando intanto fedeltà al responso degli elettori. Dobbiamo sapere che la legge bavaglio non tutela la privacy ma limita la libertà di conoscere e di informare. Dobbiamo sapere che le norme del privilegio, gli scudi dal processo, le leggi ad personam sono i veri polmoni che danno aria a questo governo in affanno, perché altrimenti cade l’impero.
Dobbiamo semplicemente pretendere, come fanno migliaia di cittadini, che la legge sia uguale per tutti, un diritto costituzionale, che è anche un dovere per chi ha le più alte responsabilità. Non dobbiamo farci deviare da falsi scandali ingigantiti ad arte. Ogni essere umano fa errori ed ha debolezze. Ogni politica, ogni scelta ha in se delle contraddizioni. E si può sbagliare sempre. Ma oggi bisogna affermare con forza che se ogni essere umano sbaglia e ha debolezze non tutti gli errori e non tutte le debolezze sono uguali. Una cosa è l’errore, altro è il crimine. Una cosa è la debolezza umana, un’altra il vizio che diviene potere in mano ad estorsori. Comprendendo e smontando la diffamazione che viene costruita su chiunque decida di criticare o opporsi a questo potere, si può resistere, si può persino difendere la libertà, la giustizia, la legalità. Non dichiarandoci migliori, ma semplicemente diversi. Rifiutando l’omologazione al ribasso, per salvare invece le ragioni della politica e le sue speranze: salvarle dal buio in cui oggi affondano, con le nostre paure.
©2010Roberto Saviano/Agenzia Santachiara
Ho detto ieri, dialogando con i lettori e gli spettatori di Repubblica Tv, che ormai la politica in Italia è una cosa buia, che non appassiona più nessuno, né chi la fa, né chi la segue. Su questa affermazione mi hanno scritto in tanti, che credo abbiano condiviso con me questo sentimento di impotenza, avvertito talvolta come un impedimento, la denuncia di qualcosa che ostruisce la partecipazione, il normale rapporto che un cittadino deve avere con la vita pubblica del suo Paese. E insieme, c’è un altro sentimento in chi mi scrive: rabbia e ribellione per sentirsi espropriati dalla politica come strumento di impegno e di cambiamento, rifiuto di accettare che questa stagnazione prevalga.
Chi analizza fatti, episodi e metodi della politica italiana, in questo momento, non può che avere una reazione di spavento e pensare: non è per me. Ricatti, timori, intimidazioni. Tutti hanno paura. Anche io ho paura: non ho nulla da nascondere, con la vita ridotta e ipercontrollata cui sono costretto, ma sento questo clima di straordinaria ostilità, e vedo l’interesse a raccoglierlo, eccitarlo, utilizzarlo. Mi guardo intorno e penso: come deve sentirsi un giovane italiano che voglia usare in politica la sua passione civile, il suo talento? La politica di oggi lo incoraggia o lo spaventa?
E qual è il prezzo che tutti paghiamo per questa esclusione e per questa diffidenza? Qual è il costo sociale della paura? Chi fa già parte del sistema politico nel senso più largo del termine, comunque una responsabilità pubblica e sociale, sa che oggi in Italia qualsiasi sua fragilità può essere scandagliata, esibita, denunciata ed enfatizzata. Non importa che non sia un reato, non importa quasi nemmeno che sia vera. Basta che faccia notizia, che abbia un costo, che faccia pagare un prezzo, e che dunque serva come arma di ammonimento preventivo, di minaccia permanente, di regolamento dei conti successivo. Ma la libertà politica, come la libertà di stampa, si fonda sulla possibilità di esprimere le proprie idee senza ritorsioni di tipo personale. Se sai che esprimendo quell’opinione, o scrivendola, tu pagherai con un dossier su qualche vicenda irrilevante penalmente, magari addirittura falsa, ma capace di rovinare la tua vita privata, allora sei condizionato, non sei più libero.
Siamo dunque davanti a un problema di libertà, o meglio di mancanza di libertà. Siamo davanti a uno strano congegno fatto di interessi precisi, di persone, di giornalisti, di mezzi, di strumenti mediatici, che tenta di costruire un vestito mediaticamente diffamatorio; ha i mezzi per farlo, ha l’egemonia culturale per imporlo, ha la cornice politica per utilizzarlo.
Nella società del gossip si viene colpiti uno per volta, e noi siamo spettatori spesso incapaci di decodificare gli interessi costituiti che stanno dietro l’operazione, i mandanti, il movente. Eppure la questione riguarda tutti, perché mentre la macchina infanga una persona denudandola in una sua debolezza e colpendola nel suo isolamento, parla agli altri, sussurrando il messaggio peggiore, antipolitico per eccellenza: siamo tutti uguali, dice questo messaggio, non alzare la testa, non cercare speranze, perché siamo tutti sporchi e tutti abbiamo qualcosa da nascondere. Dunque abbassa lo sguardo, ritraiti, rinuncia.
Come si può spezzare questo meccanismo infernale, pericoloso per la democrazia, e non solo per le singole persone coinvolte? L’antidoto è in noi, in noi lettori, spettatori e cittadini, se preserviamo la nostra autonomia culturale, se recuperiamo la nostra capacità di giudizio. L’antidoto è nel non recepire il pettegolezzo, nel non riproporlo, nel non reiterarlo. Nel capire che ci si sta servendo di noi, dei nostri occhi, delle nostre bocche come megafoni di pensieri che non sono i nostri. Nel non passare, come fanno molti addetti ai lavori, le loro giornate su siti di gossip che mentono a pagamento, che costruiscono con tono scherzoso la delegittimazione, che usano informazioni personali soltanto per metterti in difficoltà. È il metodo dei vecchi regimi comunisti, delle tirannie dei paesi socialisti che volevano far passare i dissidenti per viziosi, ladri, nullafacenti, gentaglia che si opponeva solo per basso interesse. Mai come nell’Italia di oggi si trova realizzato nuovamente, anche se con metodi differenti, quel meccanismo delegittimante.
Dobbiamo capire che siamo davanti a un metodo, che lega Fini a Boffo e a Caldoro nella campagna di screditamento. Dobbiamo ripeterci che in un Paese normale non si comperano deputati a blocchi, giurando intanto fedeltà al responso degli elettori. Dobbiamo sapere che la legge bavaglio non tutela la privacy ma limita la libertà di conoscere e di informare. Dobbiamo sapere che le norme del privilegio, gli scudi dal processo, le leggi ad personam sono i veri polmoni che danno aria a questo governo in affanno, perché altrimenti cade l’impero.
Dobbiamo semplicemente pretendere, come fanno migliaia di cittadini, che la legge sia uguale per tutti, un diritto costituzionale, che è anche un dovere per chi ha le più alte responsabilità. Non dobbiamo farci deviare da falsi scandali ingigantiti ad arte. Ogni essere umano fa errori ed ha debolezze. Ogni politica, ogni scelta ha in se delle contraddizioni. E si può sbagliare sempre. Ma oggi bisogna affermare con forza che se ogni essere umano sbaglia e ha debolezze non tutti gli errori e non tutte le debolezze sono uguali. Una cosa è l’errore, altro è il crimine. Una cosa è la debolezza umana, un’altra il vizio che diviene potere in mano ad estorsori. Comprendendo e smontando la diffamazione che viene costruita su chiunque decida di criticare o opporsi a questo potere, si può resistere, si può persino difendere la libertà, la giustizia, la legalità. Non dichiarandoci migliori, ma semplicemente diversi. Rifiutando l’omologazione al ribasso, per salvare invece le ragioni della politica e le sue speranze: salvarle dal buio in cui oggi affondano, con le nostre paure.
domenica 3 ottobre 2010
4 ottobre 2010
Lo so, lo so Sig. Guidolin.. lei è uomo da scalata, da pedalata di sudore nel silenzio del tornante che ti toglie il respiro, nella vetta da scalare della montagna friulana, ma oggi, assieme al suo staff e a tutti i ragazzi ha vinto allo sprint!
Ed è stato uno sprint preparato in maniera perfetta da tutta la squadra fino a portare un uomo solo davanti al traguardo!!!Bene, i tre punti sono arrivati e premiano il lavoro di tutte le componenti della Società!
Ma per un attimo chiuda gli occhi e pensi che per un ciuffo d'erba , come spesso succede nello sport, quel goal non sia arrivato....bene delusione...si...ma io le dico COMPLIMENTI!! Un' ottima partita, una crescita costante dei singoli giocatori, un collettivo che segue la sua filosofia di gioco, Armero e Benatia che crescono a vista d'occhio, più sereni, più convinti...Lei lo sa...c'è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere......un Inler secondo me affascinante nel suo immenso lavoro in mezzo al campo, pronto a proporsi alla conclusione e pronto a chiudere in difesa...ecco l'Inler...con "addosso" la maglia bianconera!!!
Un applauso a Coda che , giustamente criticato in altre partite, oggi da persona seria e preparata ha risposto sul campo cancellando un giocatore pericoloso come Bogdani:...ma il goal non viene e tutti giù a lamentarsi. Lei è il condottiero di questa squadra e davanti ai suoi occhi vede che la "creatura " continua a crescere....chiedeva occasioni da rete....eccole...purtroppo solo pali...ma Lei ce lo insegna: prima criamole, poi buttiamola dentro. Senza possibilità mai ci saranno i goal. Lo so un punto solo, dovrà di nuovo spiegare ai ragazzi di tenere duro, che questa è la strada buona, che sono due le partite dove in difesa, grazie anche al lavoro di tutta la squadra, non si sono presi goal e non si sono concesse grandi chance all'avversario.Ma..".riapro gli occhi" sono le tre del mattino a Tokio, e la vedo e la sento, come continua a chiedere ai suoi ragazzi di giocare la palla, di pensare a costruire gioco di credere in ciò che stanno facendo....la condizione fisica è eccellente si vede chiaramente che il lavoro del suo staff sta andando bene i ragazzi stanno chiudendo la partita in crescendo, stanno sottoponendo il Cesena a dei ritmi enormi, entriamo oramai dappertutto...la gamba gira...la gamba pedala!
! Entra Abdi...il suo cuore pulsa forte, ma la mente resta lucida da un ordine da portare in campo alla squadra...le punizioni le battono Di Natale e Sanchez...i piedi buoni..quelli che fanno la differenza...i talenti ogni tanto brontolano...ma lei li sa gestire, lei li sa capire, sa che a loro dovrà sempre affidare la qualità.....Punizione...Di Natale...troppa è la forza bianconera, troppi sono i nostri giocatori che vogliono questo goal per la loro squadra, il Cesena non può reggere anche questo urto!
Goall!!
Tutta la squadra in campo, ottimo signor Guidolin...coesione di sofferenza, coesione di spogliatoio!
Goall!!
tre punti, avanti cosi!
Ed è stato uno sprint preparato in maniera perfetta da tutta la squadra fino a portare un uomo solo davanti al traguardo!!!Bene, i tre punti sono arrivati e premiano il lavoro di tutte le componenti della Società!
Ma per un attimo chiuda gli occhi e pensi che per un ciuffo d'erba , come spesso succede nello sport, quel goal non sia arrivato....bene delusione...si...ma io le dico COMPLIMENTI!! Un' ottima partita, una crescita costante dei singoli giocatori, un collettivo che segue la sua filosofia di gioco, Armero e Benatia che crescono a vista d'occhio, più sereni, più convinti...Lei lo sa...c'è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere......un Inler secondo me affascinante nel suo immenso lavoro in mezzo al campo, pronto a proporsi alla conclusione e pronto a chiudere in difesa...ecco l'Inler...con "addosso" la maglia bianconera!!!
Un applauso a Coda che , giustamente criticato in altre partite, oggi da persona seria e preparata ha risposto sul campo cancellando un giocatore pericoloso come Bogdani:...ma il goal non viene e tutti giù a lamentarsi. Lei è il condottiero di questa squadra e davanti ai suoi occhi vede che la "creatura " continua a crescere....chiedeva occasioni da rete....eccole...purtroppo solo pali...ma Lei ce lo insegna: prima criamole, poi buttiamola dentro. Senza possibilità mai ci saranno i goal. Lo so un punto solo, dovrà di nuovo spiegare ai ragazzi di tenere duro, che questa è la strada buona, che sono due le partite dove in difesa, grazie anche al lavoro di tutta la squadra, non si sono presi goal e non si sono concesse grandi chance all'avversario.Ma..".riapro gli occhi" sono le tre del mattino a Tokio, e la vedo e la sento, come continua a chiedere ai suoi ragazzi di giocare la palla, di pensare a costruire gioco di credere in ciò che stanno facendo....la condizione fisica è eccellente si vede chiaramente che il lavoro del suo staff sta andando bene i ragazzi stanno chiudendo la partita in crescendo, stanno sottoponendo il Cesena a dei ritmi enormi, entriamo oramai dappertutto...la gamba gira...la gamba pedala!
! Entra Abdi...il suo cuore pulsa forte, ma la mente resta lucida da un ordine da portare in campo alla squadra...le punizioni le battono Di Natale e Sanchez...i piedi buoni..quelli che fanno la differenza...i talenti ogni tanto brontolano...ma lei li sa gestire, lei li sa capire, sa che a loro dovrà sempre affidare la qualità.....Punizione...Di Natale...troppa è la forza bianconera, troppi sono i nostri giocatori che vogliono questo goal per la loro squadra, il Cesena non può reggere anche questo urto!
Goall!!
Tutta la squadra in campo, ottimo signor Guidolin...coesione di sofferenza, coesione di spogliatoio!
Goall!!
tre punti, avanti cosi!
sabato 2 ottobre 2010
2 ottobre 2010
Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
il sangue del principe del Moro
arrossano il ciniero
d'identico color
ma più che del corpo le ferite
da Carlo son sentite
le bramosie d'amor
"se ansia di gloria e sete d'onore
spegne la guerra al vincitore
non ti concede un momento per fare all'amore
chi poi impone alla sposa soave di castità
la cintura in me grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"
così si lamenta il Re cristiano
s'inchina intorno il grano
gli son corona i fior
lo specchi di chiara fontanella
riflette fiero in sella
dei Mori il vincitor
Quand'ecco nell'acqua si compone
mirabile visione
il simbolo d'amor
nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol
"Mai non fu vista cosa più bella
mai io non colsi siffatta pulzella"
disse Re Carlo scendendo veloce di sella
"De' cavaliere non v'accostate
già d'altri è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate"
Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Carlo s'arrestò
ma più dell'onor potè il digiuno
fremente l'elmo bruno
il sire si levò
codesta era l'arma sua segreta
da Carlo spesso usata
in gran difficoltà
alla donna apparve un gran nasone
e un volto da caprone
ma era sua maestà
"Se voi non foste il mio sovrano"
Carlo si sfila il pesante spadone
"non celerei il disio di fuggirvi lontano,
ma poiché siete il mio signore"
Carlo si toglie l'intero gabbione
"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"
Cavaliere egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d'onor si ricoprì
e giunto alla fin della tenzone
incerto sull'arcione
tentò di risalir
veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor
"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"
"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,
anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"
Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò
frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
De Andrè
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
il sangue del principe del Moro
arrossano il ciniero
d'identico color
ma più che del corpo le ferite
da Carlo son sentite
le bramosie d'amor
"se ansia di gloria e sete d'onore
spegne la guerra al vincitore
non ti concede un momento per fare all'amore
chi poi impone alla sposa soave di castità
la cintura in me grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"
così si lamenta il Re cristiano
s'inchina intorno il grano
gli son corona i fior
lo specchi di chiara fontanella
riflette fiero in sella
dei Mori il vincitor
Quand'ecco nell'acqua si compone
mirabile visione
il simbolo d'amor
nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol
"Mai non fu vista cosa più bella
mai io non colsi siffatta pulzella"
disse Re Carlo scendendo veloce di sella
"De' cavaliere non v'accostate
già d'altri è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate"
Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Carlo s'arrestò
ma più dell'onor potè il digiuno
fremente l'elmo bruno
il sire si levò
codesta era l'arma sua segreta
da Carlo spesso usata
in gran difficoltà
alla donna apparve un gran nasone
e un volto da caprone
ma era sua maestà
"Se voi non foste il mio sovrano"
Carlo si sfila il pesante spadone
"non celerei il disio di fuggirvi lontano,
ma poiché siete il mio signore"
Carlo si toglie l'intero gabbione
"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"
Cavaliere egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d'onor si ricoprì
e giunto alla fin della tenzone
incerto sull'arcione
tentò di risalir
veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor
"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"
"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,
anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"
Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò
frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
De Andrè
2 ottobre 2010
Con infinita tristezza , mi accorgo che in italia ogni giorno che passa si raccontano sempre meno che le cose vere, le cose tristi, molte verità sono nascoste in moltissimi settori.
Ieri ho visto, grazie alla rete, l'ultima puntata di Anno Zero, ed ho deciso di pubblicare una parte dell'anteprima di Santoro.....non si sa mai è meglio saperle le cose che non ci raccontano!!!!!
Michele Santoro: << Mi è arrivata la notizia di un esposto Che il PDL ha fatto per la mancanza di contradditorio nell'ultima puntata.Il PDL è un grande partito e se ritiene di rivolgersi all'arbitro noi dobbiamo rispettare questa sua decisione.Anche in questo caso io risponderò con le mie argomentazioni alle accuse di mancato contradditorio.
Però l'arbitro, del quale si è tanto parlato per l'inchiesta di Trani, in questi mesi ha subito un cambiamento, un cambiamento che non vi è stato molto raccontato....quindi ci vorrebbe un TG, un TG nuovo, un TG Zero per raccontarvi questo "piccolo" cambiamento che è intervenuto>>
TG Anno Zero
Buona Sera, Antonio Martuscello, è il nuovo Commissario dell'Autorità Garante per le Telecomunicazioni che vigila sulla televisione italiana per assicurare il pluralismo e impedire che si formino le posizioni dominanti.
Martuscello ha preso il posto di Giancarlo Innocenzi, che si era dimesso per una intercettazione telefonica durante la quale il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi gli chiedeva di alzare il fuoco contro Anno Zero.
Martuscello ha 48 anni, ha lavorato a Pubblitalia, la concessionaria di pubblicità di proprietà della Fininvest, ed è stato tra i fondatori di Forza Italia. Deputato di quel partito e tre volte Sottosegretario dei governi Berlusconi.
Il Parlamento ha votato la nomina del nuovo Commissario con 132 voti su 286 aventi diritto. L'opposizione ha votato scheda bianca, 5 Deputati hanno votato Silvio Berlusconi e 2 marcello Dell'Utri.
Secondo la legge i Commissari dell'Autorità per le Telecomunicazioni devono essere Autonomi ed Indipendenti.
L'Amministratore Delegato di Sky Italia, il Neo Zelandese Tom Mockridge, è stato l'unico a protestare pubblicamente.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rattificato la nomina di Antonio Martuscello con la sua firma.
Buona sera e Buona Fortuna.
Ieri ho visto, grazie alla rete, l'ultima puntata di Anno Zero, ed ho deciso di pubblicare una parte dell'anteprima di Santoro.....non si sa mai è meglio saperle le cose che non ci raccontano!!!!!
Michele Santoro: << Mi è arrivata la notizia di un esposto Che il PDL ha fatto per la mancanza di contradditorio nell'ultima puntata.Il PDL è un grande partito e se ritiene di rivolgersi all'arbitro noi dobbiamo rispettare questa sua decisione.Anche in questo caso io risponderò con le mie argomentazioni alle accuse di mancato contradditorio.
Però l'arbitro, del quale si è tanto parlato per l'inchiesta di Trani, in questi mesi ha subito un cambiamento, un cambiamento che non vi è stato molto raccontato....quindi ci vorrebbe un TG, un TG nuovo, un TG Zero per raccontarvi questo "piccolo" cambiamento che è intervenuto>>
TG Anno Zero
Buona Sera, Antonio Martuscello, è il nuovo Commissario dell'Autorità Garante per le Telecomunicazioni che vigila sulla televisione italiana per assicurare il pluralismo e impedire che si formino le posizioni dominanti.
Martuscello ha preso il posto di Giancarlo Innocenzi, che si era dimesso per una intercettazione telefonica durante la quale il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi gli chiedeva di alzare il fuoco contro Anno Zero.
Martuscello ha 48 anni, ha lavorato a Pubblitalia, la concessionaria di pubblicità di proprietà della Fininvest, ed è stato tra i fondatori di Forza Italia. Deputato di quel partito e tre volte Sottosegretario dei governi Berlusconi.
Il Parlamento ha votato la nomina del nuovo Commissario con 132 voti su 286 aventi diritto. L'opposizione ha votato scheda bianca, 5 Deputati hanno votato Silvio Berlusconi e 2 marcello Dell'Utri.
Secondo la legge i Commissari dell'Autorità per le Telecomunicazioni devono essere Autonomi ed Indipendenti.
L'Amministratore Delegato di Sky Italia, il Neo Zelandese Tom Mockridge, è stato l'unico a protestare pubblicamente.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rattificato la nomina di Antonio Martuscello con la sua firma.
Buona sera e Buona Fortuna.
venerdì 1 ottobre 2010
Ciao Alister, ho letto il tuo post, dove hai pubblicato questa storia.
“Scusate, salto giù dal ponte”
La storia che mi ha colpito di più questa settimana è quella del 18enne studente di origini italiane Tyler Clementi che si è buttato dal ponte George Washington che porta da Manhattan al New Jersey, dopo che ciò che gli era stato fatto gli era risultato decisamente non sopportabile. Tyler era un tipo chiuso e che quasi nessuno dei suoi compagni dirà d’aver mai notato. L’unica cosa in cui eccelleva in campo accademico era suonare il violino nella grande università Rutgers, appena fuori NYC, che aveva cominciato a frequentare da un anno – e non è che il violino di questi tempi sia la scorciatoia per la popolarità.
Tyler era omosessuale. La sera di qualche giorno fa aveva chiesto al compagno di stanza il 22een Dharun Ravi, di origini arabe, di poter disporre della stanza per gli affari suoi fino a mezzanotte. Dharun aveva detto di sì, se n’è andato nella stanza della fidanzata Molly Wei – origini coreane – ma prima di uscire ha tirato uno scherzetto al roommate. Ha lasciato accesa la webcam del computer e poi via Tweeter si è dato da fare per avvisare gli amichetti: occhio, accendete i laptop dopo le nove, ci sarà da divertirsi. In diretta il passatempo piccante dell’incontro di Tyler con un altro ragazzo era stato condiviso nella noiosa serata al campus.
Tyler ha retto un paio di giorni alla vergogna. Poi ha lasciato un messaggio sulla sua pagina di Facebook: “Scusate, salto giù dal ponte”. La notizia si è gonfiata subito nei media americani: è di pochi giorni fa il mezzo disastro dei politici che volevano porre rimedio alla legge dell’omertà che governa il rapporto tra omosessualità e forze armate e la storia di Tyler sembra fatta apposta per mettere sul tavolo la questione anche per ciò che riguarda l’ambiente universitario, e la sua componente sempre più instabile dal punto di vista razziale con ciò che ne consegue, quando un nuovo melting pot è stato prodotto ma si è troppo distratti per ragionarci sopra. Nel weekend americano sarà tutto un dibattito televisivo attorno alla questione della privacy violata, delle nuove tecnologie e del loro potenziale distruttivo messo a disposizione di chiunque, delle mine vaganti che galleggiano a filo d’acqua nei social network e dei i tabù continuamente violati, la privacy e l’orientamento sessuale.
Ci metto sopra un’altra questione, più dispettosa: perchè a ben vedere la vendetta di Tyler è stata tremenda, praticamente incancellabile. Già perchè adesso fanno tutti a gara a invocare una punizione esemplare per il suo aguzzino digitale, oltre che regolamentazioni fatte di aria fritta, dal momento che qui si parla del tessuto connettivo di centinaia di milioni di persone. Tyler, col suo laconico ciao al mondo, col dire “se è così, io vado giù”, andando verso il basso anziché dritto per la sua strada, si porta a fondo quel pirla di Dharun. Che credeva con la sua fanfaronata d’essersi reso più popolare e invece si è legato una pietra al collo. Che porterà anche lui giù fino agli abissi della vergogna. Doveva essere uno spasso per lui, con quel nerd del compagno di stanza, le risate con gli amici, la bella ragazza da andare a trovare e tutta la vita davanti. Sorry, gli ha detto Tyler. Vieni giù con me, cretino.
di Stefano Pistolini
“Scusate, salto giù dal ponte”
La storia che mi ha colpito di più questa settimana è quella del 18enne studente di origini italiane Tyler Clementi che si è buttato dal ponte George Washington che porta da Manhattan al New Jersey, dopo che ciò che gli era stato fatto gli era risultato decisamente non sopportabile. Tyler era un tipo chiuso e che quasi nessuno dei suoi compagni dirà d’aver mai notato. L’unica cosa in cui eccelleva in campo accademico era suonare il violino nella grande università Rutgers, appena fuori NYC, che aveva cominciato a frequentare da un anno – e non è che il violino di questi tempi sia la scorciatoia per la popolarità.
Tyler era omosessuale. La sera di qualche giorno fa aveva chiesto al compagno di stanza il 22een Dharun Ravi, di origini arabe, di poter disporre della stanza per gli affari suoi fino a mezzanotte. Dharun aveva detto di sì, se n’è andato nella stanza della fidanzata Molly Wei – origini coreane – ma prima di uscire ha tirato uno scherzetto al roommate. Ha lasciato accesa la webcam del computer e poi via Tweeter si è dato da fare per avvisare gli amichetti: occhio, accendete i laptop dopo le nove, ci sarà da divertirsi. In diretta il passatempo piccante dell’incontro di Tyler con un altro ragazzo era stato condiviso nella noiosa serata al campus.
Tyler ha retto un paio di giorni alla vergogna. Poi ha lasciato un messaggio sulla sua pagina di Facebook: “Scusate, salto giù dal ponte”. La notizia si è gonfiata subito nei media americani: è di pochi giorni fa il mezzo disastro dei politici che volevano porre rimedio alla legge dell’omertà che governa il rapporto tra omosessualità e forze armate e la storia di Tyler sembra fatta apposta per mettere sul tavolo la questione anche per ciò che riguarda l’ambiente universitario, e la sua componente sempre più instabile dal punto di vista razziale con ciò che ne consegue, quando un nuovo melting pot è stato prodotto ma si è troppo distratti per ragionarci sopra. Nel weekend americano sarà tutto un dibattito televisivo attorno alla questione della privacy violata, delle nuove tecnologie e del loro potenziale distruttivo messo a disposizione di chiunque, delle mine vaganti che galleggiano a filo d’acqua nei social network e dei i tabù continuamente violati, la privacy e l’orientamento sessuale.
Ci metto sopra un’altra questione, più dispettosa: perchè a ben vedere la vendetta di Tyler è stata tremenda, praticamente incancellabile. Già perchè adesso fanno tutti a gara a invocare una punizione esemplare per il suo aguzzino digitale, oltre che regolamentazioni fatte di aria fritta, dal momento che qui si parla del tessuto connettivo di centinaia di milioni di persone. Tyler, col suo laconico ciao al mondo, col dire “se è così, io vado giù”, andando verso il basso anziché dritto per la sua strada, si porta a fondo quel pirla di Dharun. Che credeva con la sua fanfaronata d’essersi reso più popolare e invece si è legato una pietra al collo. Che porterà anche lui giù fino agli abissi della vergogna. Doveva essere uno spasso per lui, con quel nerd del compagno di stanza, le risate con gli amici, la bella ragazza da andare a trovare e tutta la vita davanti. Sorry, gli ha detto Tyler. Vieni giù con me, cretino.
di Stefano Pistolini
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