Ciao amici,
questa canzone è dedicata a chi non c'è più....e a tutti coloro che non si vogliono arrendere!!!
Blowin' in the wind ( Bob Dylan)
Quante strade deve percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca
prima che si addormenti sulla spiaggia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che verranno abolite per sempre?
La risposta, mio amico sta soffiando nel vento,
la risposta sta soffiando nel vento
Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quante orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinchè lui sappia
che troppa gente è morta?
La risposta, mio amico sta soffiando nel vento,
la risposta sta soffiando nel vento.
Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
E per quanti anni può la gente esistere
prima di avere il permesso di essere libere?
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere?
La risposta, mio amico sta soffiando nel tempo,
la risposta sta soffiando nel tempo.
lunedì 21 settembre 2009
lunedì 14 settembre 2009
14 settembre 2009
IL GIGANTE E LA BAMBINA (Ron)
il gigante e la bambina sotto il sole contro il vento
in un giorno senza tempo camminavano tra i sassi
camminavano tra i sassi
il gigante è un giardiniere la bambina è come un fiore
che gli stringe forte il cuore con le tenere radici
con le tenere radici
e la mano del gigante su quel viso di creaturas
scioglie tutta la paura è un rifugio di speranza.
del gigante e la bambina si è saputo nel villaggio
e la rabbia dà il coraggio di salire fino al bosco
il gigante e la bambina li han trovati addormentati
falco e passero abbracciati come figli del signore
ma nessuno può svegliarli da quel sonno tanto lieve.
il gigante è una montagna la bambina adesso è neve.
camminavano tra i sassi sooto il sole contro il vento
in un giorno senza tempo il gigante e la bambina
camminavano tra i sassi sotto il sole e contro il vento
il gigante e la bambina sotto il sole contro il vento
in un giorno senza tempo camminavano tra i sassi
camminavano tra i sassi
il gigante è un giardiniere la bambina è come un fiore
che gli stringe forte il cuore con le tenere radici
con le tenere radici
e la mano del gigante su quel viso di creaturas
scioglie tutta la paura è un rifugio di speranza.
del gigante e la bambina si è saputo nel villaggio
e la rabbia dà il coraggio di salire fino al bosco
il gigante e la bambina li han trovati addormentati
falco e passero abbracciati come figli del signore
ma nessuno può svegliarli da quel sonno tanto lieve.
il gigante è una montagna la bambina adesso è neve.
camminavano tra i sassi sooto il sole contro il vento
in un giorno senza tempo il gigante e la bambina
camminavano tra i sassi sotto il sole e contro il vento
14 settembre 2009
GENITORI E FIGLI,UN LEGAME CHE SOPRAVVIVE A TUTTO
di Giorgio Bocca.
I figli sono come sono e come sono devi accettarli finchè morte non vi separi.Quando si dice che la umana società è fondata sulla famiglia, si dovrebbe anche aggiungere: nel bene come nel male, nella buona come nella avversa fortuna, per la benedizione come per la maledizione divina.
La conferma che il legame di sangue, per quanto barbaro, o forse perchè proprio barbaro nel senso di primitivo, resiste ad ogni prova, la abbiamo avuta negli "anni di piombo ". I terroristi sanguinari e dementi potevano essere combattuti, respinti, venduti dal resto del genere umano, ma non dalla famiglia.
Così nei millenni gli assassini, i briganti, i Giuda e persino i matti: nelle casa dei barbari più feroc ed egoisti c'è sempre stata la " stanza du matu", come dicono in Liguria, la stanza del matto che nessuno vuole, ma che la famiglia tiene con sè.
Il generale Dalla Chiesa, che era un carabiniere "nel secolo fedele", e anche un cervello fino, mi diceva:" Con i terroristi la tortura è inutile. Bisogna aspettare che chiedano un colloquio con la famiglia, è il segno che hanno deciso di chiederle il permesso di arrendersi.
Le cronache riferiscono i casi estremi delle famiglie che decidono di uccidere il figlio se costui sta mettendo a rischio mortale l'esistenza della famiglia.
Ma, di regola, la pazienza della famiglia sembra senza fine. La famiglia non parla, non spiega, ma ciò che pensa è condivisa dagli umani: lui non ci ha chiesto di venire al mondo, noi lo abbiamo voluto e benedetto come un dono divino.
Non è andata come volevamo, come speravamo, ma non possiamo dire di non conoscerlo e certo non possiamo abbandonarlo.
Ci sono coppie che rinunciano ad avere figli per non correre il rischio di mettere al mondo assassini pazzi o mostruosi. Ma il genere umano non approva la loro prudenza, non loda la loro saggezza, per il genere umano la sopravvivenza della specie è tutto.
Ci sono buone famiglie, buoni genitori, che trovano nei figli la ricompensa delle loro buone educazioni, dei loro sacrifici. Ci sono, ma sempre soggetti al caso, alla buona e cattiva fortuna, come insegnano le sacre scritture e i poeti.
Parlare dei figli è inutile, ma ne parliamo in continuazione.
di Giorgio Bocca.
I figli sono come sono e come sono devi accettarli finchè morte non vi separi.Quando si dice che la umana società è fondata sulla famiglia, si dovrebbe anche aggiungere: nel bene come nel male, nella buona come nella avversa fortuna, per la benedizione come per la maledizione divina.
La conferma che il legame di sangue, per quanto barbaro, o forse perchè proprio barbaro nel senso di primitivo, resiste ad ogni prova, la abbiamo avuta negli "anni di piombo ". I terroristi sanguinari e dementi potevano essere combattuti, respinti, venduti dal resto del genere umano, ma non dalla famiglia.
Così nei millenni gli assassini, i briganti, i Giuda e persino i matti: nelle casa dei barbari più feroc ed egoisti c'è sempre stata la " stanza du matu", come dicono in Liguria, la stanza del matto che nessuno vuole, ma che la famiglia tiene con sè.
Il generale Dalla Chiesa, che era un carabiniere "nel secolo fedele", e anche un cervello fino, mi diceva:" Con i terroristi la tortura è inutile. Bisogna aspettare che chiedano un colloquio con la famiglia, è il segno che hanno deciso di chiederle il permesso di arrendersi.
Le cronache riferiscono i casi estremi delle famiglie che decidono di uccidere il figlio se costui sta mettendo a rischio mortale l'esistenza della famiglia.
Ma, di regola, la pazienza della famiglia sembra senza fine. La famiglia non parla, non spiega, ma ciò che pensa è condivisa dagli umani: lui non ci ha chiesto di venire al mondo, noi lo abbiamo voluto e benedetto come un dono divino.
Non è andata come volevamo, come speravamo, ma non possiamo dire di non conoscerlo e certo non possiamo abbandonarlo.
Ci sono coppie che rinunciano ad avere figli per non correre il rischio di mettere al mondo assassini pazzi o mostruosi. Ma il genere umano non approva la loro prudenza, non loda la loro saggezza, per il genere umano la sopravvivenza della specie è tutto.
Ci sono buone famiglie, buoni genitori, che trovano nei figli la ricompensa delle loro buone educazioni, dei loro sacrifici. Ci sono, ma sempre soggetti al caso, alla buona e cattiva fortuna, come insegnano le sacre scritture e i poeti.
Parlare dei figli è inutile, ma ne parliamo in continuazione.
14 settembre 2009
Ciao amici,
caro giovanni...scusami sono un pò in confusione....non so se chiamarti giovanni, , se chiamarti Sig. giovanni Bortolaso, se chiamarti Maestro Bortolaso...non so ciò che sei per me!!!!
Hai rappresentato per me un uomo importante,uno straordinario Maestro di scherma, mi ricordo la soddisfazione interiore che provai a Terni al tuo primo ritiro, da me convocato, dopo tanti anni che eri finito per la Nazionale nel purgatorio.
Eri stato gestito male, portato in paradiso, troppo presto, e poi buttato all'inferno senza un grazie.....mi ricordo la tua gioia e la tua gratitudine nei miei confronti.
Mi ricordo la gioia delle atlete che decidevo di affidarti, trovavano in te un un professionista serio che si dava a loro con grande passione e disponibilità, ricordo quanto eri attento nel lavoro.
Mi ricordo il percorso che ci ha uniti nel famoso "triangolo" atleta, maestro e c.t. con Arianna...quanti anni....da allieva al suo primo mondiale cadette,quanta passione, quanta energia, quanta attenzione per te ed Arianna...quanto mi piaceva il tuo essere uomo semplice e pieno di dubbi(ho sempre creduto e credo che gli uomini che hanno dei dubbi siano persone sensibili ed intelligenti...perchè si fanno delle domande...non vivono solo di certezze...non "sanno tutto".
Dolce Arianna...quante" non colazioni", quanti pianti prima delle gare, ai primi assalti.....quanti cambiamenti al primo bersaglio non valido......!!!
Quante volte ho dovuto (era mio dovere, era il mio lavoro, era un mio piacere.....non potevo disperdere due talenti come voi !!!!) interagire tra te e lei......che volo la sedia a Linz......!!!!
Quanto lavoro per prepararla, per scremarla(lei con la sua classe e le sue potenzialità,tu con la tua bravura da maestro), ho sempre creduto in lei..ha vinto molto...vincerà tantissimo....è fortissima!!!
Lo so che lei ha sempre pensato che meritava più spazio, le ho sempre spiegato quello che era il suo percorso fino a Pechino e quelle che erano le persone sulle quali puntavo...(quanta gente ha parlato.....ora....senza gestire,senza sapere chi c'era prima....non arrivate a 45........bla bla bla......alzino la mano i saggi...chi avrebbero tolto delle tre medagliate agli ultimi mondiali......forza coraggiosi ciarlatani.....ma questo è un altro discorso!!!) .
Poi arriva il premondiale di Lignano per la rassegna iridata di Acireale.....l'ultimo mondiale under 20 di Arianna...l'oro da andare a conquistare per coronare il percorso nella giovanile suo del suo Maestro della sua Società......e della Federazione!!!!
Caro giovanni (non riesco a chiamarti in maniera più distaccata) potrei scriverti mille pagine e mille racconti su quell'episodio, ma ti dico solamente....non credere che io non abbia pensato che cosa toglievo ai ragazzi, che avevano lavorato benissimo durante tutto l'anno e durante il ritiro, che cosa toglievo a tutti Voi Maestri, alle vostre Società, a tutti i professionisti che avevano lavorato duramente e con passione durante il ritiro, ai loro genitori, al medagliere del fioretto femminile e della sciabola maschile....non credere che solo per un attimo non abbia pensato....ma fregatene...fai come aveva fatto qualcun'altro...fai la gare, e poi..una bella squalifica di quelle finte!!!
No giovanni, avevo un ruolo ed un modo di interpretarlo tale che la mia decisione non poteva che essere la più dolorosa, per me la più seria, ho punito tutti !!
Mi sento di dirti che è stato uno dei momenti più difficili della mia vita, tenere la mano di stefania in ospedale, guardare negli occhi i suoi meravigliosi genitori fino alle sei di mattino fuori dalla sala operatoria.
Non sai quanto dolore ho provato nel sentire lo sguardo gelido pieno d'odio e di sfida di arianna e di Murolo....quanta delusione ho provato come uomo, quando mi hai dato la mano in maniera sfuggente e sei sparito a Lignano a Dicembre....tu sapevi tutto....la tua "piccola " vendetta era compiuta!!!!
Di colpo avevi cancellato tutto ...tutte le confidenze, tutti gli "aiuti strutturali" del triangolo...tutte le serate in camera con Piccini a confessare le nostre paure, le nostre convinzioni, i nostri sogni, i nostri traguardi.
Caro giovanni ancora oggi soffro perchè per me eri un ......punto saldo...saperti arrabbiato con me per il mondiale perso mi ha scosso. Sai , ognuno affronta la vita come crede, ma prima o poi le responsabilità arrivano....e di conseguenza che si faccia bene, o si faccia male bisogna avere il coraggio di guardarsi allo specchio.
Ho voluto esternare sul mio blog questo turbinio di emozioni nei tuoi confronti perchè sei stato per me una persona importante,una persona con la quale mi sentivo libero di aprire il mio cuore...spero un giorno di poterti dare la mano e di sentire da parte tua una stretta forte e i tuoi occhi che incrociano i miei.....se ciò non avverrà...resterà questo malessere interno ma la convinzione(...questo penso e questo ti scrivo....) che sei una brava persona.
Auguro a te ed a Arianna una carriera piena di successi....di triangoli ce ne sono molti.....ma ...con forme diverse.
caro giovanni...scusami sono un pò in confusione....non so se chiamarti giovanni, , se chiamarti Sig. giovanni Bortolaso, se chiamarti Maestro Bortolaso...non so ciò che sei per me!!!!
Hai rappresentato per me un uomo importante,uno straordinario Maestro di scherma, mi ricordo la soddisfazione interiore che provai a Terni al tuo primo ritiro, da me convocato, dopo tanti anni che eri finito per la Nazionale nel purgatorio.
Eri stato gestito male, portato in paradiso, troppo presto, e poi buttato all'inferno senza un grazie.....mi ricordo la tua gioia e la tua gratitudine nei miei confronti.
Mi ricordo la gioia delle atlete che decidevo di affidarti, trovavano in te un un professionista serio che si dava a loro con grande passione e disponibilità, ricordo quanto eri attento nel lavoro.
Mi ricordo il percorso che ci ha uniti nel famoso "triangolo" atleta, maestro e c.t. con Arianna...quanti anni....da allieva al suo primo mondiale cadette,quanta passione, quanta energia, quanta attenzione per te ed Arianna...quanto mi piaceva il tuo essere uomo semplice e pieno di dubbi(ho sempre creduto e credo che gli uomini che hanno dei dubbi siano persone sensibili ed intelligenti...perchè si fanno delle domande...non vivono solo di certezze...non "sanno tutto".
Dolce Arianna...quante" non colazioni", quanti pianti prima delle gare, ai primi assalti.....quanti cambiamenti al primo bersaglio non valido......!!!
Quante volte ho dovuto (era mio dovere, era il mio lavoro, era un mio piacere.....non potevo disperdere due talenti come voi !!!!) interagire tra te e lei......che volo la sedia a Linz......!!!!
Quanto lavoro per prepararla, per scremarla(lei con la sua classe e le sue potenzialità,tu con la tua bravura da maestro), ho sempre creduto in lei..ha vinto molto...vincerà tantissimo....è fortissima!!!
Lo so che lei ha sempre pensato che meritava più spazio, le ho sempre spiegato quello che era il suo percorso fino a Pechino e quelle che erano le persone sulle quali puntavo...(quanta gente ha parlato.....ora....senza gestire,senza sapere chi c'era prima....non arrivate a 45........bla bla bla......alzino la mano i saggi...chi avrebbero tolto delle tre medagliate agli ultimi mondiali......forza coraggiosi ciarlatani.....ma questo è un altro discorso!!!) .
Poi arriva il premondiale di Lignano per la rassegna iridata di Acireale.....l'ultimo mondiale under 20 di Arianna...l'oro da andare a conquistare per coronare il percorso nella giovanile suo del suo Maestro della sua Società......e della Federazione!!!!
Caro giovanni (non riesco a chiamarti in maniera più distaccata) potrei scriverti mille pagine e mille racconti su quell'episodio, ma ti dico solamente....non credere che io non abbia pensato che cosa toglievo ai ragazzi, che avevano lavorato benissimo durante tutto l'anno e durante il ritiro, che cosa toglievo a tutti Voi Maestri, alle vostre Società, a tutti i professionisti che avevano lavorato duramente e con passione durante il ritiro, ai loro genitori, al medagliere del fioretto femminile e della sciabola maschile....non credere che solo per un attimo non abbia pensato....ma fregatene...fai come aveva fatto qualcun'altro...fai la gare, e poi..una bella squalifica di quelle finte!!!
No giovanni, avevo un ruolo ed un modo di interpretarlo tale che la mia decisione non poteva che essere la più dolorosa, per me la più seria, ho punito tutti !!
Mi sento di dirti che è stato uno dei momenti più difficili della mia vita, tenere la mano di stefania in ospedale, guardare negli occhi i suoi meravigliosi genitori fino alle sei di mattino fuori dalla sala operatoria.
Non sai quanto dolore ho provato nel sentire lo sguardo gelido pieno d'odio e di sfida di arianna e di Murolo....quanta delusione ho provato come uomo, quando mi hai dato la mano in maniera sfuggente e sei sparito a Lignano a Dicembre....tu sapevi tutto....la tua "piccola " vendetta era compiuta!!!!
Di colpo avevi cancellato tutto ...tutte le confidenze, tutti gli "aiuti strutturali" del triangolo...tutte le serate in camera con Piccini a confessare le nostre paure, le nostre convinzioni, i nostri sogni, i nostri traguardi.
Caro giovanni ancora oggi soffro perchè per me eri un ......punto saldo...saperti arrabbiato con me per il mondiale perso mi ha scosso. Sai , ognuno affronta la vita come crede, ma prima o poi le responsabilità arrivano....e di conseguenza che si faccia bene, o si faccia male bisogna avere il coraggio di guardarsi allo specchio.
Ho voluto esternare sul mio blog questo turbinio di emozioni nei tuoi confronti perchè sei stato per me una persona importante,una persona con la quale mi sentivo libero di aprire il mio cuore...spero un giorno di poterti dare la mano e di sentire da parte tua una stretta forte e i tuoi occhi che incrociano i miei.....se ciò non avverrà...resterà questo malessere interno ma la convinzione(...questo penso e questo ti scrivo....) che sei una brava persona.
Auguro a te ed a Arianna una carriera piena di successi....di triangoli ce ne sono molti.....ma ...con forme diverse.
lunedì 7 settembre 2009
7 settembre 2009
Ciao amici,
venerdì 4 Settembre è morto l'Avvocato Porelli, grandissimo presidente della "mitica " Virtus Bologna, ideatore della Lega basket e dell'eurolega.
Voglio riportare un articolo scritto da uno dei più grandi giornalisti sportivi, Oscar Eleni.
"CAMMINARE INSIEME"
Oscar Eleni in memoria di Gianluigi Oirelli che, stanco del viaggio sopra i campi assetati, ha cavalcato i suoi sogni e se ne è andato a spasso promettendoci un tavolo privilegiato quando sarà il momento di rimettersi assieme. Doveva accadere,eravamo preparati, ma noi pochi, noi poco felici di aver vissuto momenti speciali con questo gigante, sentiamo adesso che qualcosa ci è stato rubato quando non eravamo ancora pronti.
Ci aveva urlato al telefono che la battaglia finale andava combattuta senza tener conto della paura. Lui non ha mai saputo cosa fosse la paura. I sogni, si, quelli li colorava con la sua passione, doveva essere tutto in tinta, tutto come al Madison: dalle tende, al legno duro per le battaglie. La gente doveva entrare nel suo palazzo, il palazzo della gente, non certo dell'avvocatone che lo voleva bello, lontano dai fondali dell'euro facile, per vedere soltanto le quattro effe ingigantite, per amare la Virtus, per vivere con Lei le ore dello spettacolo dimenticando tutto il resto. Ci aveva lavorato tanto a quel progetto, ma alla fine era uscito in trionfo e la gente glielo ha fatto sapere, gli ha scritto, gli ha mandato un librone pieno di firme che erano baci e abbracci e lui quel librone lo custodiva come una vera reliquia. Non voleva raccontrla la sua vita, ci ha mandato via troppe volte per tornare alla carica quando scherzando gli facevamo notare che senza prove scritte la gente poi avrebbe dimenticato l'eterno duro, il maestro che aveva costruito qualcosa di speciale, di irripetibile.
Certo tutti sanno adesso la storia della vera Virtus, ma pochi conoscono quello che lui si è inventato per ridare vita alla grande radice,al vitigno bruciato dal tempo e da una quasi retrocessione. Un capolavoro che nessuno potrà mai avvicinare, anche chi ha vinto più di lui, anche chi pensa di aver fatto cose più importanti. Se la raccontano i generali, ma se si fermano a pensare si renderanno conto che questo
"Albero gigantesco
svetta come tra le nuvole
nel campo secco".
Ci ha lasciato ancora ricordando suo nonno che nella campagna mantovana gli ripeteva sempre di non accettare mai di annegare in una pozza, perchè era molto meglio annegare in mezzo al mare. Lui li ha esplorati tutti questi mari.
La vita è sogno. Aveva un quadro per ricordare che doveva andare sempre avanti con questo desiderio di volare sopra le nuvole anche quando doveva respingere i dolcissimi consigli di Paola, la meravigliosa, straordinaria regina del suo mondo quieto e turbolento alla stessa maniera. Il suo credo era la battaglia guardandosi sempre in faccia. Aveva una filosofia della vita e della sofferenza. Gli piaceva trasgredire, oh se lo ha fatto, gli piaceva macchiarsi quanto voleva, di urlare che la macchia è la libertà a chi lo rimproverava se, per caso, a tavola ,si ungeva la cravatta, la camicia.
Con lui abbiamo vissuto davvero.La prima volta ci tenne ore fuori da un aereoporto, quello di Zagabria, per valutare quello che avevamo visto nel viaggio "di studio" sulla vita degli altri. Partita d'addio per Rato Tvrdic a Spalato. Una cosa grande, una cosa meravigliosa, un modo per imparare da quella gente, da quella scuola che ancora adesso ci manda messaggi importanti, che ancora oggi avvicina l'avvocatone a Creso Cosic il campione che forse ha amato di più quando c'era da volare oltre il confine della banalità, della vita così come la vedono i grigi cavalieri della piccola apocalisse sportiva che sono sempre alla ricerca del consenso senza meritarlo.
Un colore solo, con poche sfumature per il suo Palazzo. Il bianco e il nero sulle maglie da non confondere mai, rifiutando chi voleva violentare la storia delle Vu nera pagando moltissimo per cambiare. Conosceva il valore dei soldi, ma non li ha mai barattati quando era ora della zingarata per andare nel mondo dei sogni.
Ci ha insegnato a rispettare le regole della vita, della convivenza, dello sport perchè ha pensato sempre al bene comune, mai al particolare. Soltanto lui poteva rinunciare ad un filotto di scudetti per non annoiare la gente, soltanto lui poteva prestare a Milano gli uomini per vederla risorgere, soltanto lui poteva credere in una Lega dove tutti si davano da fare per il bene comune, non per cercare un vantaggio che lasciasse gli altri sulla spiaggia piena di petrolio. Chiedete a chi ha vissuto con lui l'età dell'oro. Li troverete tutti abbracciati nel ricordo di Gigi L'argonauta.
Era impeto e assalto. Sapeva amare,non riusciva ad odiare fino in fondo, non conosceva il tradimento, sapeva cosa era lo stile, non aveva paura di battersi anche quando una gomma scoppiata lo aveva fatto volare oltre la prima barriera corallina della vita costringelo a rientrare a nuoto, combattendo la depressione, dimenticando che ci volevano troppe medicine per stare sempre bene. Lo decideva sempre lui quando voleva stare bene e quando era il momento per dormire. Generoso e con l'orgoglio di aver costruito davvero la grande casa Virtus, di averle dato una base che potesse durare nel tempo. Si era stancato, si era battuto per inventare con i suoi amici Portela e Lespiteau la grande Europa del basket. Voleva sempre entrare a palazzo Accursio sul cavallo delle grandi battaglie, ma era felice se il Sindaco, se la giunta si ricordavano della Virtus, si, anche se si ricordavano di lui, ma non era questo quello che cercava perchè altrimenti avremmo avuto il libro che ci avrebbe permesso di passare gli anni della crisi, di imparare ancora tanto.
Ci penseremo quando ci si ritroverà caro avvocato. Per adesso lasciamoci così, prendendo a calci l'ultima bottiglia vuota, andando in giro per il mondo senza dover ubbidire a nessuno. Certo che non è stato un santo, ma , cara gente, siamo orgogliosi aver camminato con lui nelle terre difficili, di averlo avuto come maestro. Ci ha insegnato a vivere anche quando fingeva di essersi stancato di dare consigli a chi sembrava nato sordo: Il dolore è forte, ma per Gianluigi Porelli non si piange, si brinda, ci si abbraccia e si ricorda insieme.
Gli abbiamo voluto proprio bene, a lui e a Cesare Rubini che non saprà mai di aver perso questo adorabile nemico, questo cavaliere che cavalca il vento leggero per raggiungere un solo tempio passando fra montagne maestose dove lascierà qualcosa perchè nella sua vita ha più dato che ricevuto.
Ci si rivede caro Torquemada. Non manca molto e il tavolo deve essre bello come quello del Diana dove ogni giorno porteranno un fiore, ma ci sono tanti tavoli dove fermarsi a ragionare, cantando alla vita che non ci lascia vivere per sempre con quelli che abbiamo scelto come compagni di viaggio.
Signor Eleni....grazie per questo meraviglioso articolo!!!!!
venerdì 4 Settembre è morto l'Avvocato Porelli, grandissimo presidente della "mitica " Virtus Bologna, ideatore della Lega basket e dell'eurolega.
Voglio riportare un articolo scritto da uno dei più grandi giornalisti sportivi, Oscar Eleni.
"CAMMINARE INSIEME"
Oscar Eleni in memoria di Gianluigi Oirelli che, stanco del viaggio sopra i campi assetati, ha cavalcato i suoi sogni e se ne è andato a spasso promettendoci un tavolo privilegiato quando sarà il momento di rimettersi assieme. Doveva accadere,eravamo preparati, ma noi pochi, noi poco felici di aver vissuto momenti speciali con questo gigante, sentiamo adesso che qualcosa ci è stato rubato quando non eravamo ancora pronti.
Ci aveva urlato al telefono che la battaglia finale andava combattuta senza tener conto della paura. Lui non ha mai saputo cosa fosse la paura. I sogni, si, quelli li colorava con la sua passione, doveva essere tutto in tinta, tutto come al Madison: dalle tende, al legno duro per le battaglie. La gente doveva entrare nel suo palazzo, il palazzo della gente, non certo dell'avvocatone che lo voleva bello, lontano dai fondali dell'euro facile, per vedere soltanto le quattro effe ingigantite, per amare la Virtus, per vivere con Lei le ore dello spettacolo dimenticando tutto il resto. Ci aveva lavorato tanto a quel progetto, ma alla fine era uscito in trionfo e la gente glielo ha fatto sapere, gli ha scritto, gli ha mandato un librone pieno di firme che erano baci e abbracci e lui quel librone lo custodiva come una vera reliquia. Non voleva raccontrla la sua vita, ci ha mandato via troppe volte per tornare alla carica quando scherzando gli facevamo notare che senza prove scritte la gente poi avrebbe dimenticato l'eterno duro, il maestro che aveva costruito qualcosa di speciale, di irripetibile.
Certo tutti sanno adesso la storia della vera Virtus, ma pochi conoscono quello che lui si è inventato per ridare vita alla grande radice,al vitigno bruciato dal tempo e da una quasi retrocessione. Un capolavoro che nessuno potrà mai avvicinare, anche chi ha vinto più di lui, anche chi pensa di aver fatto cose più importanti. Se la raccontano i generali, ma se si fermano a pensare si renderanno conto che questo
"Albero gigantesco
svetta come tra le nuvole
nel campo secco".
Ci ha lasciato ancora ricordando suo nonno che nella campagna mantovana gli ripeteva sempre di non accettare mai di annegare in una pozza, perchè era molto meglio annegare in mezzo al mare. Lui li ha esplorati tutti questi mari.
La vita è sogno. Aveva un quadro per ricordare che doveva andare sempre avanti con questo desiderio di volare sopra le nuvole anche quando doveva respingere i dolcissimi consigli di Paola, la meravigliosa, straordinaria regina del suo mondo quieto e turbolento alla stessa maniera. Il suo credo era la battaglia guardandosi sempre in faccia. Aveva una filosofia della vita e della sofferenza. Gli piaceva trasgredire, oh se lo ha fatto, gli piaceva macchiarsi quanto voleva, di urlare che la macchia è la libertà a chi lo rimproverava se, per caso, a tavola ,si ungeva la cravatta, la camicia.
Con lui abbiamo vissuto davvero.La prima volta ci tenne ore fuori da un aereoporto, quello di Zagabria, per valutare quello che avevamo visto nel viaggio "di studio" sulla vita degli altri. Partita d'addio per Rato Tvrdic a Spalato. Una cosa grande, una cosa meravigliosa, un modo per imparare da quella gente, da quella scuola che ancora adesso ci manda messaggi importanti, che ancora oggi avvicina l'avvocatone a Creso Cosic il campione che forse ha amato di più quando c'era da volare oltre il confine della banalità, della vita così come la vedono i grigi cavalieri della piccola apocalisse sportiva che sono sempre alla ricerca del consenso senza meritarlo.
Un colore solo, con poche sfumature per il suo Palazzo. Il bianco e il nero sulle maglie da non confondere mai, rifiutando chi voleva violentare la storia delle Vu nera pagando moltissimo per cambiare. Conosceva il valore dei soldi, ma non li ha mai barattati quando era ora della zingarata per andare nel mondo dei sogni.
Ci ha insegnato a rispettare le regole della vita, della convivenza, dello sport perchè ha pensato sempre al bene comune, mai al particolare. Soltanto lui poteva rinunciare ad un filotto di scudetti per non annoiare la gente, soltanto lui poteva prestare a Milano gli uomini per vederla risorgere, soltanto lui poteva credere in una Lega dove tutti si davano da fare per il bene comune, non per cercare un vantaggio che lasciasse gli altri sulla spiaggia piena di petrolio. Chiedete a chi ha vissuto con lui l'età dell'oro. Li troverete tutti abbracciati nel ricordo di Gigi L'argonauta.
Era impeto e assalto. Sapeva amare,non riusciva ad odiare fino in fondo, non conosceva il tradimento, sapeva cosa era lo stile, non aveva paura di battersi anche quando una gomma scoppiata lo aveva fatto volare oltre la prima barriera corallina della vita costringelo a rientrare a nuoto, combattendo la depressione, dimenticando che ci volevano troppe medicine per stare sempre bene. Lo decideva sempre lui quando voleva stare bene e quando era il momento per dormire. Generoso e con l'orgoglio di aver costruito davvero la grande casa Virtus, di averle dato una base che potesse durare nel tempo. Si era stancato, si era battuto per inventare con i suoi amici Portela e Lespiteau la grande Europa del basket. Voleva sempre entrare a palazzo Accursio sul cavallo delle grandi battaglie, ma era felice se il Sindaco, se la giunta si ricordavano della Virtus, si, anche se si ricordavano di lui, ma non era questo quello che cercava perchè altrimenti avremmo avuto il libro che ci avrebbe permesso di passare gli anni della crisi, di imparare ancora tanto.
Ci penseremo quando ci si ritroverà caro avvocato. Per adesso lasciamoci così, prendendo a calci l'ultima bottiglia vuota, andando in giro per il mondo senza dover ubbidire a nessuno. Certo che non è stato un santo, ma , cara gente, siamo orgogliosi aver camminato con lui nelle terre difficili, di averlo avuto come maestro. Ci ha insegnato a vivere anche quando fingeva di essersi stancato di dare consigli a chi sembrava nato sordo: Il dolore è forte, ma per Gianluigi Porelli non si piange, si brinda, ci si abbraccia e si ricorda insieme.
Gli abbiamo voluto proprio bene, a lui e a Cesare Rubini che non saprà mai di aver perso questo adorabile nemico, questo cavaliere che cavalca il vento leggero per raggiungere un solo tempio passando fra montagne maestose dove lascierà qualcosa perchè nella sua vita ha più dato che ricevuto.
Ci si rivede caro Torquemada. Non manca molto e il tavolo deve essre bello come quello del Diana dove ogni giorno porteranno un fiore, ma ci sono tanti tavoli dove fermarsi a ragionare, cantando alla vita che non ci lascia vivere per sempre con quelli che abbiamo scelto come compagni di viaggio.
Signor Eleni....grazie per questo meraviglioso articolo!!!!!
sabato 5 settembre 2009
5 settembre 2009
Ciao amici,che bello ascoltare una canzone e ricordare quanto mi sono arricchito guardandovi,ascoltandovi,scrutando le vostre espressioni,le vostre emozioni, le vostre gioie, i vostri dolori,quanto mi ha dato il cercare di aiutarvi in ogni piccolo particolare....ho girato e ho rigirato senza sapere dove andare ed ho cenato a prezzo fisso seduto accanto ad un dolore tu come stai? tu come stai? tu come stai? e mi fanno compagnia quaranta amiche le mie carte anche il mio cane si fa forte e abbaia alla malinconia tu come stai? tu come stai? tu come stai? tu come vivi come ti trovi chi viene a prenderti chi ti apre lo sportello chi segue ogni tuo passo chi ti telefona e ti domanda adesso tu come stai? tu come stai? tu come stai? tu come stai? Ieri ho ritrovato le tue iniziali nel mio cuore non ho più voglia di pensare e sono sempre più sbadato tu come stai? tu come stai? tu come stai? tu cosa pensi dove cammini chi ti ha portato via chi scopre le tue spalle chi si stende al tuo fianco chi grida il nome tuo chi ti accarezza stanco tu come stai? tu come stai? tu come stai? tu come stai? non è cambiato niente no il vento non è mai passato tra di noi tu come stai non è accaduto niente no il tempo non ci ha mai perduto come stai? tu come stai? ......Ciao
5 settembre 2009
Ciao Diego come stai ? Ieri sera sono andato al concerto di Baglioni con mia moglie e mentre ascoltavo delle parole di alcune canzoni mi sei venuto in mente......ti scrivo per salutarti,per sapere come stai per suggerirti di ascoltare la tua anima di respirare profondamente fino ad ascoltare il tuo cuore...fino a capire chi sei e cosa stai facendo,apriti a te stesso...guardati dentro..libera senza vergogna le tue emozioni,fino a far scendere sul tuo viso delle lacrime...sai saper piangere per delle emozioni è una sensazione meravigliosa!!!!Non vivere sempre in lotta con il mondo lascia che le tue immense qualità si liberino serene,affronta lo sport e ciò che ti regala la vita con serenità,con forza, con coraggio...ascoltati...qualunque cosa ti succeda sei e sarai una bella persona.Spesso penso a te...mi hai fatto spesso arrabbiare ma mi hai fatto sempre una enorme tenerezza.Tieniti stretto Gigi, è un uomo meraviglioso con dei valori immensi ti potrà aiutare!!!!
Ciao Diego...lasciato portare dalle emozioni.ti abbraccio
Ciao Diego...lasciato portare dalle emozioni.ti abbraccio
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